Anacronistico: Nick Calathes, re di OAKA

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Nonostante giochi per la nazionale greca, Nick Calathes è nato e cresciuto anche cestisticamente in Florida, dato che terminata l’high school è rimasto nello stato e ha giocato per due anni con i Gators della University of Florida, allenata al tempo da Billy Donovan attuale capo allenatore dgli Oklahoma City Thunder. Nel 2008 ha però adottato la cittadinanza greca grazie al nonno, cui Nick era molto legato, nato a New York nel 1926 da genitori greci e sempre presente agli allenamenti e alle partite del nipote fino a che la salute lo ha reso possibile. Nel 2006 purtroppo non è riuscito a superare le complicazioni derivate da un operazione chirurgica all’anca.

Calathes, dopo il secondo anno a Florida, si rende eleggibile al Draft Nba 2009 e viene chiamato da Minnesota (poi girato a Dallas) con una scelta di metà secondo giro, la #45, tra Chase Budinger, attualmente disperso dopo che neanche il Baskonia è riuscito a dargli un senso, e Danny Green attualmente uno dei giocatori che tengono in (precario) equilibrio gli Spurs. Nick, però, in NBA ci arriverà solo nel 2013, grazie a un contratto biennale con i Memphis Grizzlies e ci rimarrà per due anni con un ruolo di discreta importanza in uscita dalla panchina. Il 18 aprile 2015 viene trovato positivo al Tamoxifene, una sostanza coprente e, pur senza evidenze della stostanza che il Tamoxifene avrebbe dovuto coprire, sospeso per 20 partite coerentemente con la Drug Policy della lega. Torna così al Panathinaikos, dove aveva militato dal 2009 al 2012 vincendo un’Eurolega e assume sempre maggior importanza all’interno del gioco della squadra

STAGIONE 2017/18

Per introdurre la stagione corrente attingo a piene mani dall’articolo in cui Cappe si fa una domanda e s’inventa una statistica per rispondervi: l’offensive influence.

Come potete vedere il nostro uomo è primo in questa statistica: realizza o assiste circa il 50% dei canestri del Panathinaikos, anche se si può però notare come lo usage sia inferiore ad altri, questo perchè nella statistica seconda statistica sono conteggiati anche le palle perse dove ne perde solo 9 ogni 100 possessi.
Inoltre, per inquadrarlo dal punto di vista statistico, è primissimo per Ast% ovvero numero di assist sul totale dei canestri realizzati mediato sui minuti in campo, per dare un idea: 57.6 per lui e 48.4 per Heurtel al secondo posto È terzo, ma praticamente pari ai primi due (Markovic e di nuovo Heurtel), nell’AST RATIO ovvero il numero di assist per 100 possessi e, di conseguenza, primo nel rapporto assist/palle perse con un irreale cifra di 4.9.

In due azioni senza nulla di costruito, Calathes è in grado di mantenere vantaggi con passaggi difficili da immaginare nel mezzo notate l’attività e l’energia che mette in difea anche se non direttamente coinvolto

Tutte queste statistiche sono ottime, ma anche da contestualizzare con due considerazioni:

1) Il Panathinaikos è la penultima squadra per Pace, ma è anche la terza squadra per percentuali di rubate (Calathes stesso è nella Top5 di questa statistica) evidentemente, anche all’eye-test, i dettami di Xavi Pascual prevedono che se non si riesca a trovare un contropiede facile si giochi molto molto lentamente a metà campo. Ciò necessariamente limita il numero di palle perse.

via ytCropper

Il lavoro iniza con l’anticipo su Pangos che costringe Milaknis a portare palla, decisamente non la spacialità del tiratore lituano. Notata la difficoltà dell’attacco scatta il raddoppio

2) Non disponenendo il playmaker greco di un tiro pericoloso i difensori tendono a passare sotto ai suoi pick and roll. Questo fenomeno, noto come “Effetto Rondo”, porta ad una minor pressione sul palleggio e ad avere una miglior visuale per eseguire un assist.

via ytCropper

Jankunas resta a tre metri sul cambio concedendo il tiro, Nick non si fida a prenderlo e di fatto blocca l’attacco già, di suo piuttosto statico.

COSA SUCCEDE CON LA PALLA IN MANO

I limiti sono ben evidenti, il tiro non è affidabile, 29% da tre su 3.4 tentativi a partita e 59% ai liberi in stagione. Per un esterno in quest’era della pallacanestro dovrebbero, sommati alla mancanza di atletismo per chiudere al ferro contro i lunghi che girano in Eurolega, relegare un giocatore alla top 5 dei peggiori attaccanti di qualsiasi lega professionistica, invece gli indicatori di efficienza al tiro come eFG% e TS% sono in linea con quelli di Spanoulis o Micic, perchè il nostro greco-americano nel tempo ha imparato e fatto sue “alla Kruno Simon” tutta una serie di conclusioni anticipate o in controtempo che gli permettono tutt’ora di sorprendere i difensori avversari. Tali tiri avvengono durante l’avvicinamento in palleggio, che è sempre molto “pestato” e sicuro, e possono essere sia in corsa (terzo o secondo tempo) sia dopo l’arresto cambiando il tempo del tiro. Proprio come Kruno, anche Nick non disdegna l’uso del tabellone, raro da vedere nel 2018.

Qui una conclusione liberamente ispirata agli anni 70, che anticipa ogni intervento difensivo

Quella appena descritta e altre parti del suo gioco sono largamente influenzate dalla sua struttura fisica, molto più forte di quanto non sembri a prima vista, grazie al baricentro basso. Offensivamente essa gli permette di attaccare gli esterni avversari in post basso e generare da lì una situazione di vantaggio per sè o per un compagno, grazie all’eccellente visione di gioco di cui abbiamo trattato. Questa variante al gioco del Panathinaikos è quella che ha sostanzialmente tenuto in partita i verdi nel derby di coppa contro l’Olympiacos. Consiglio vivamente a tutti gli amanti del gioco di vedere la partita, caratterizzata da una ferocia cestistica difficile da trovare da altre parti nel mondo.

Il fisico gli consente anche di portare buoni blocchi lontano dalla palla, aprire una linea di passaggio girando rapidamente verso il passatore in caso di cambi difensivi o incomprensioni e rimanere in buon equilibrio dopo la ricezione, questo è anche l’unico modo che ha per rendersi pericoloso lontano dalla palla, aspetto che, con il ritorno di Mike James in terra greca, diventerà molto più importante perchè l’ex Suns richiede per sè un buon numero di possessi offensivi. Difensivamente il baricentro basso è fondamentale sia per reggere nella difesa di Pascual che lo coinvolge in situazione di cambi contro i lunghi avversari, sia per aiutare a rimbalzo difensivo con efficaci tagliafuori, sia per essere in equilibrio dopo il contatto con il diretto attaccante con palla e sfruttare le sue abilità di borseggiatore.

Prima mette il fisico senza paura sulla linea di penetrazione del lungo Davies, poi, in attacco, risolve con due giocate di intelligenza e furbizia senza palla con taglio e rimbalzo, uno degli attacchi lentissimi che caratterizano il Pana.

Premesso che il record di 14-10 garantisce buone possibilità di accdere alla fase playoff al Panathinaikos, sarà decisamente interessante capire come l’allenatore avversario intenderà affrontare i greci e in particolare il greco-americano, ovvero se si proverà ad aumentare la pressione su di lui per indurlo all’errore e costringere gli altri a costruire l’attacco, oppure se verrà drasticamente  “battezzato” al tiro speculando sulle percentuali, ma lasciandolo anche libero di giocare a testa alta e pescare i tagli dei compagni più atletici

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L.Maghini
Speaker del podcast sul basket europeo "3 and P". Impazzisco per le point forwards, mi piacciono i giocatori lituani, sperate non ne esca mai un Lituanoglu. Alleno per poter chiamare le difese come le sorelle di Coach Carter.

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