Supercoppa: Napoli spaventa la Virtus, Shengelia la porta in finale, le pagelle

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Hackett e Copeland in azione, foto King Kom Adv per Napoli Basket

Se a qualsiasi persona che avesse spento all’intervallo lungo dicessimo che Napoli era andata anche in vantaggio a fine terzo quarto, ci prenderebbe per folli o per truffaldini intenti a far fare qualche visualizzazione in differita a DAZN.

E invece non è così, perchè la Virtus stradomina il primo tempo, quasi scherza una Napoli stranamente disunita e dimentica delle buone prove del Trofeo Lovari, ma nella ripresa entra in campo una squadra totalmente diversa.

Difesa allungata, tiri ben costruiti, lucidità e sprazzi di talento cristallino di Kevin Pangos e…un Copeland da 30 punti alla prima assoluta a quel piano di sopra che aveva contribuito a conquistare per Pistoia.

In difficoltà, la Virtus cerca più protagonisti tra i suoi volti nuovi ma, alla fine, torna all’antico da Tornike Shengelia. Poesia in movimento e dominio, quello del georgiano, trascinatore immarcabile e salvatore di una patria che, in preseason, era apparsa un po’ scricchiolante per gli amanti del dare importanza al risultato delle amichevoli.

 

Napoli Basket

Copeland, 8,5: si presenta con un trentello al ritorno in Italia, è protagonista nella rimonta del terzo quarto con punti e difesa sulla palla intensa che aiuta la squadra a recuperare fiducia. Altro che maltempo, è caldo come l’anticiclone Caronte.

Treier, 5,5: comincia con verve e sembra essere il giocatore visto nella due giorni di Lucca, alla distanza si dissolve, salvo riapparire con una tripla nel finale.

Pangos, 6,5: primo tempo in sordina, quasi in punta di piedi; nella ripresa cresce esponenzialmente, offrendo sprazzi di pura classe come l’entrata a canestro in cui buggera il marcatore diretto.

Woldetensae, 5: si spende in difesa nel terzo quarto e compensa solo in parte la serata impalpabile in attacco; non è questo il Tomas che si era guadagnato l’azzurro della Nazionale.

Manning, 6: ha ancora qualche problema quando si tratta di far girare le gambe come si deve ma dall’arco è mortifero. Lascia la scena a Copeland nella ripresa, pur rispondendo presente quando chiamato in causa.

Hall, 4,5: passi indietro rispetto ai progressi della scorsa settimana, fatica a connettersi al flusso della partita e sembra sempre trovarsi in situazioni per lui scomode.

Dreznjak, 4,5: un solo squillo a inizio terzo quarto, poi si mimetizza con il parquet per passare inosservato; pare che Milicic si sia accorto di lui solo sull’autobus dopo la partita.

Williams, 6: segna poco, ma sono 3 schiacciate, una in coast to coast. Fa tanto lavoro sporco in difesa, arrivando anche a tentare d’immolarsi al cospetto di Shengelia.

Totè, 5,5: come Treier, comincia bene, sfruttando soprattutto l’asse con Pangos in pick ‘n roll. Come Treier, sparisce alla distanza, patendo il confronto con Zizic tanto che Milicic lo cambia per opporre i 216cm di Mabor al croato.

Mabor, 6: messo in campo per ostacolare Zizic, alla lunga riesce nell’intento di limitarlo; commette errori d’inesperienza andando a raddoppiare nel momento sbagliato.

 

Virtus Segafredo Bologna

Belinelli, 7,5: ha pochissimi minuti nelle gambe e va centellinato. In quei pochi scampoli di partita piazza un 3/3 dal perimetro. La Virtus vince proprio di 9 punti; aggiungendo Beli qb, come il sale.

Pajola, 5,5: al tiro non è per niente serata, si fa apprezzare come al solito in difesa ma commette qualche errore di troppo in fase d’impostazione. Copeland non manca di sottolinearlo con la matita rossa.

Clyburn, 6,5: qualche sparacchiata di troppo dal perimetro ma una delle due bombe ricaccia indietro Napoli nel momento più caldo della partita, nonostante le mani in faccia del difensore. Quando attacca la linea di fondo, sono dolori per tutti.

Shengelia, 9: poesia in immagini, magisterio di movimenti, elogio all’immarcabilità. Quando la Virtus vede scivolare via una gara che aveva in pugno, sale in cattedra e spiega pallacanestro; Napoli può solo alzarsi in piedi ed applaudire.

Hackett, 7: nel primo tempo è il motore dell’allungo virtussino, ingaggia una sfida fisica con Manning e la vince, ordina le operazioni con timone saldo. Cala nella ripresa.

Morgan, 6: il folletto ex London Lions è perfetto in penetrazione, molto meno quando deve alzarsi dal perimetro. Fatica contro la difesa allungata e soffre in avvio la posizione di guardia in cui lo schiera Banchi.

Polonara, 7: zitto zitto s’insinua nelle pieghe della partita trovando punti pesantissimi come la tripla in avvio di quarto periodo che restituisce il vantaggio alla Virtus. Qualche storia tesa con Pangos, ma non si distrae dal portare a termine la propria missione.

Diouf, sv: 6′ in campo in cui i primi a non vederlo sono i compagni di squadra, così diventa difficile farsi spazio.

Zizic, 6: in avvio è la boa a cui Luca Banchi si aggrappa per restare a galla; quando Copeland apre il campo comincia a soffrire sotto il suo canestro, concedendo qualche rimbalzo offensivo di troppo.

Akele, sv: in 1′ o poco meno è arduo anche rendersi conto di essere al palasport.

Tucker, 5: ogni tanto lo vedi decollare, magari per un rimbalzo, ma sbatte troppe volte contro la difesa avversaria che collassa su di lui.

 

 

 

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