Quest’anno abbiamo assistito ad uno spettacolo cestistico irripetibile con la Final Four di Eurolega 2021, una delle più combattute e competitive di sempre. Parte dei meriti di questa qualità, nonché massima espressione di quanto appena palesato, è stato Vasilije Micic, miglior giocatore della squadra che poi si è portata a casa la coppa, ovvero l’Efes di Istanbul. Il Most Valuable Player dell’ultimo atto della stagione europea, che ha fatto doppietta con il riconoscimento ottenuto in regular season, ha presumibilmente salutato il vecchio continente con un vero e proprio statement perentorio e inequivocabile sul giocatore che effettivamente è. Micic è stato letteralmente decisivo, oltre che immarcabile e in uno stato di grazia incorruttibile che gli ha consentito di fare letteralmente ciò che ha voluto. Ma – cosa più importante di tutte per noi appassionati – il serbo è stato bellissimo da vedere giocare, una vera goduria per gli occhi, per questo abbiamo deciso di farci un viaggetto nel suo gioco, attraverso le sue migliori clip dalle F4.
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— Eurohoops (@Eurohoopsnet) June 3, 2021
Vasilije Micic, per gli aficionados ‘Vasa’, ha disputato una stagione balisticamente, e sotto molti altri punti di vista, veramente irreale nell’Eurolega 2020/21. Per intenderci, ha relegato al ruolo di secondo violino un giocatore che lo scorso anno ha disputato una delle annate più dominanti di un americano da questa parte dell’oceano, ovvero Shane Larkin, con cui forma un backcourt da dinamite pura. Delle medie, tra regular season e post-season completa fino alla finale, da 16.7 punti di media, con il 49% dal campo e il 39% da tre punti, a cui aggiunge 4.8 assist a gara e una True Shooting del 67.8%. Agli Oklahoma City Thunder, che lo attendono con ansia per la prossima esperienza in NBA, avranno dato un occhio attento a questi numeri prima di vederlo in azione. Agli addetti ai lavori europei, sarà invece saltato all’occhio la sua incredibile capacità di avere il pieno controllo del pallone, dell’azione, di sé stesso, della squadra e talvolta dell’intera partita, una qualità impressionante se confermata nelle partite più importanti della stagione. Micic, infatti, da campione vero, dopo una cavalcata sontuosa a livello personale, è riuscito addirittura ad innalzare il livello del proprio gioco quando contava, risultando cruciale per la vittoria finale dei suoi. Questa sensazione di pieno autocontrollo, l’ha data sin dal primo fino all’ultimo minuto di queste Final Four (forse l’unica volta in cui è andato fuori giri è stata la palla persa su un tentativo di passaggio spettacolare nel finale contro il Barça). E quando si parla di “sin dal primo minuto” non si tratta di una frase fatta, proprio qui lo vediamo portare a spasso Shengelia a 50 secondi circa dall’inizio della sua semifinale.
Qui, vediamo anche un’altra sua assurda attitudine. Micic è dotato di un buonissimo crossover, ma forse non è neanche la caratteristica principale che gli permettere di battere gli avversari con così tanta facilità. I cambi di mano della stella dell’Efes sono ottimi, ma forse quelli di Larkin sono ad esempio più dirompenti. Ciò che in realtà rende sfiancante sfidare Micic in difesa sono i suoi cambi di velocità: è capace di arrestarsi dalla massima velocità e ripartire in un amen (sempre per il discorso del controllo), come e quando vuole. Ma, la massima rappresentazione della sua capacità di manipolazione dell’attacco è data dalla sua abilità in pick&roll, opzione che utilizza nel 46.1% dei suoi possessi offensivi, per InStat. Riesce a leggere la difesa e ad attaccarla perfettamente, sia per creare per sé stesso che per servire i compagni. Qui opera uno split disarmante che mette fuori causa la difesa, per poi eludere la rim protection proteggendosi e chiudendo con uno splendido lay-up a destra.