NBA: i potenziali breakout players della stagione

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Ormai ci siamo, la regular season NBA sta per iniziare e non mancano di certo motivi d’interesse. Nell’articolo di oggi parleremo dei breakout players, una definizione piuttosto generica che si presta a diverse interpretazioni.
Cercheremo di identificare tre talenti:
A) scelti fuori dalla lottery
B) in rampa di lancio
C) che con la loro esplosione potrebbero cambiare le sorti del proprio team.
E poi qualche honorable mentions…

CARIS LEVERT (Brooklyn Nets)

Una delle prime mosse di Sean Marks è stata quella di puntare sul versatile talento uscito da Michigan con qualche incognita legata alle sue condizioni fisiche. Una volta risolti i problemi, LeVert ha iniziato a farsi spazio nella rotazione dei Nets, fino a diventare uno degli atleti più impiegati da Atkinson. Il motivo è presto detto, parliamo di uno swingman con ball handling e visione di gioco (99th percentile per AST% tra i pariruolo,e 96th nel rapporto tra Assist e Usage, via Cleaning the Glass)  da playmaker, che sa attaccare benissimo i big man sui cambi ed è da rispettare anche quando tira dalla lunga distanza.  Il giocatore ideale per un team senza vere star, che cerca di esprimere un tipo di basket dove tutti hanno la possibilità di emergere. Durante la prima parte del training camp ha raccolto una marea di elogi da staff e compagni, ora sarà interessante capire il ruolo che Atkinson ha in mente per lui. Una sua eventuale esplosione potrebbe consentire a Marks di sacrificare sul mercato uno tra Dinwiddie e Russell, entrambi in contract year…

PASCAL SIAKAM (Toronto Raptors)

L’atleta camerunense è tra i simboli di una second unit giovane e compatta, ovvero il segreto non nascosto dei successi di Toronto in regular season. Nei 340 minuti giocati da Siakam insieme a VanVleet, Wright, Miles i Raptors hanno segnato oltre 17 punti x 100 possessi in più degli avversari, il quarto miglior dato NBA tra i lineup con almeno 200 minuti:

Top NBA lineup x net rating (min.200 minutes)

Siakam è sicuramente tra i big man più veloci e intensi della lega (anche del suo team, piccoli compresi), l’energia che sprigiona è alla base del suo gioco, fatto di tanti sprint in transizione (il 24.3% dei suoi possessi lo scorso anni, con 1.27 PPP, 83th percentile) ma anche di insospettabili gesti tecnici, partenze in palleggio e ottimi passaggi ai tiratori appostati sul perimetro. Altro che energy guy….il tiro da fuori è il difetto più evidente del suo gioco, ed infatti è stato il principale focus del lavoro svolto in offseason.
Nick Nurse si fida ciecamente di lui, tanto da dargli l’ok per iniziare lui stesso la transizione dopo il rimbalzo, e per tirare da fuori quando è libero. È più semplice accettare qualche errore quando sai che dall’altra parte avrai un lungo che può difendere su chiunque anche a 9 metri dal ferro. Sicuramente Nurse lo utilizzerà anche con gli starters in determinati matchup, di questo passo il ‘distacco’ dagli amici della second unit sarà inevitabile.

BOGDAN BOGDANOVIC (Sacramento Kings)

Il ventiseienne serbo non è finito nel contesto ideale per emergere, perchè a Sacramento per anni c’è stata solo tanta confusione, e non si contano i prospetti che hanno deluso le aspettative, basti pensare ai vari McLemore, Robinson, Stauskas, Fredette e Papagiannis. Ora, stando alle dichiarazioni di coach Joerger, l’idea è quella di giocare un basket più moderno e adatto alle caratteristiche dei tanti giovani presenti nel roster, mettendo da parte i veterani come Randolph (primo x tiri dal campo presi lo scorso anno, inaccettabile in un rebuilding team). Lo stesso coach dei Kings ha investito il playmaker Fox del ruolo di giocatore franchigia, nonostante l’ex Kentucky non abbia ancora mostrato di avere la stoffa della superstar. Specialmente contro la difesa schierata, i suoi limiti sono piuttosto evidenti, ed è qui che entrerà in gioco (una volta ristabilito dall’infortunio al ginocchio) Bogdanovic.  Attaccante decisamente completo, con doti balistiche sopraffine e un notevole basketball IQ, l’ex Fener può essere devastante partendo dal lato debole in posizione di tripla minaccia. I Kings della scorsa stagione hanno tirato poco e male in spot-up, sfruttando pochissimo il talento del serbo, che in questa determinata situazione ha realizzato 1.18 punti per possesso (88th percentile).  Con spazi più ampi, ed un Fox più presente come costruttore di gioco, Bogdanovic può arrivare tranquillamente vicino ai 20 punti per allacciata di scarpe.

 

 HONORABLE MENTIONS

  • Malcolm Brogdon, altro ottimo giocatore potenzialmente mortifero dal lato debole, specialmente in un lineup con Giannis, Bledsoe e Middleton.
  • DeAndre Bembry, all around tormentato dagli infortuni, potrebbe emergere in una versione degli Hawks ancora senza gerarchie definite.
  • Cedi Osman meriterebbe un’analisi più approfondita, se Lue punterà forte su di lui può diventare un candidato al Most Improved Player. Si, He’s that good.
  • Malik Beasley ha iniziato la preseason con 11 su 16 da tre e con Barton nello starting five i Nuggets hanno bisogno di un sesto uomo in grado di garantire punti istantanei.
  • Josh Hart, provato da Walton anche con gli starters, migliora puntualmente stagione dopo stagione, e se fosse più di un 3 and D?
  • Nikola Mirotic sembra giochi da una vita, eppure ha solo 27 anni, appena arrivato ai Pelicans ha fatto onde sfruttando gli spazi aperti da The Brow, ora ha un training camp a disposizione per migliorare la chimica, ed è in contract year.
  • Derrick White dopo un anno di apprendistato potrebbe trovare molto spazio, specie ora che Murray è fuori… Il ragazzo vale, difende forte e sta cercando di migliorare il jumper.
  • Kelly Oubre jr, altro contract year, con carattere e talento in abbondanza, fisico e atletismo per far bene both ends. Deve solo mettere tutto insieme.

 

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