La “fretta e furia” dell’esonero di Sergio Scariolo e il comunicato col quale la Virtus Bologna annuncia la firma del contratto biennale con Luca Banchi rischia di modificare valutazioni calme e riflessioni equilibrate sul perché le Vu Nere si siano trovate a scegliere il coach grossetano per guidare il progetto tecnico sul campo. Nicola Alberani, nella chat premium di Telegram aperta ai sostenitori del progetto BDP, così ha commentato: “Troppo bravo, se lo merita. Dopo aver rinunciato al Baskonia era dura rifarsi”. Oltre alla stima di un manager che ha lavorato fianco a fianco con lui nel quotidiano, come si può rispondere all’indomani della firma del contratto alla domanda che tifosi virtussini e non si stanno ora chiedendo: Luca Banchi è davvero il coach migliore per la Virtus Bologna?
Dal punto di vista tecnico non si può azzardare ancora nulla, sia per le condizioni del presente che per il passato appena lasciato alle spalle. Il cosiddetto recency bias, ossia il pregiudizio che aumenta il peso specifico degli eventi recenti rispetto a quelli più lontani nel tempo, porterebbe a pensare che l’allenatore eletto come miglior coach ai Mondiali 2023 sia il migliore possibile. Ci sono però due piani sui quali porre la questione, quello astratto e universale e quello contestuale.
La Lettonia classificatasi 5° nella rassegna asiatica è un gruppo consolidatosi nel corso dell’ultimo anno, con alle spalle l’entusiasmo di una nazione intera e una pressione creata unicamente dall’interno, dalla volontà del gruppo squadra di essere più dei semplici atleti. Si può dire che nessuno di questi tre elementi sia al momento presente nella Virtus Bologna? Il gruppo è rinnovato rispetto a quello della LBA Finals scorse, sia nelle dinamiche di gioco (Teodosic) che in quelle in spogliatoio (Weems); la dirigenza e la tifoseria virtussina non paiono quelle più adatte a coltivare un sano e puro sostegno incondizionato alla squadra, che prescinda dai risultati e dalle reazioni istintive a sconfitte o conferenze stampa. Luca Banchi non ha ancora diretto un allenamento di un roster costruito non da Luca Banchi.
Attenzione: “non da Banchi” non significa necessariamente “da Sergio Scariolo” o “per Sergio Scariolo”. Per restare in ambito italiano, ben diverso è il caso della OpenJobMetis Varese: i primi profili individuati sul mercato erano chiaramente pensati per essere allenati e valorizzati nel sistema di Matt Brase, molto più peculiare e tecnicamente connotato rispetto alla media dei coaching staff di LBA. La capacità di adattamento artigianale che accomuna Luca Banchi al suo grande predecessore a Bologna permette di trovare soluzioni impensabili nell’immediato ma che necessitano di tempo, prove e pazienza.
Gli estratti dalla Chat Premium riguardanti l’inserimento di coach Banchi in contesti di lavoro frenetici e stimolanti dipingono un allenatore che, legittimamente, si deve nutrire dell’appoggio e della fiducia dei suoi collaboratori per spremere ogni stilla di potenziale dalle squadre che allena. Dopo Siena, Milano, Torino e Pesaro, ciò che potrà raggiungere nell’ultimo big market della pallacanestro italiana è tutto da scoprire. Un fattore positivo a priori, ancor prima che si sia vista una singola azione della Virtus Bologna 2023/2024, è la presenza di Daniel Hackett.
L’aver condiviso la prima esperienza da capo allenatore a Siena, il biennio milanese e il periodo a Bamberg, nonostante le frizioni finale con l’ambiente, permette al coach di avere un appoggio sicuro e una stima “preventiva” da parte di una delle personalità più impattanti nello spogliatoio, che è sempre meglio avere aprioristicamente dalla propria parte piuttosto che contro. Su tutto il resto, ai posteri l’ardua sentenza.