Spoelstra-Miami, finché morte non li separi

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Spoelstra Miami

La storica striscia negativa dei Detroit Pistons aveva puntato i fari, ingiustificatamente, sulla compresenza della franchigia “peggiore” di tutti i tempi e il coach col contratto più ricco della storia NBA. I 70 milioni in 6 anni garantiti a Monty Williams, a differenza delle 28 sconfitte consecutive della squadra di Mo-Town, hanno resistito solo qualche mese negli annali NBA. Erik Spoelstra, coach dei Miami Heat dal 2008, ha firmato un’estensione contrattuale di 8 anni per un totale di 120 milioni di dollari, la cifra più alta – sia per il singolo anno che per il totale dell’assegno firmato – dalla nascita della National Basketball Association.

A ricordare che cosa sia stato, sia e continuerà a essere Spo per gli Heat non servono troppe righe: dal 1995 al 1997 coordinatore video, dal ’97 al ’99 assistente allenatore, dal ’99 al 2001, dal 2001 al 2005 direttore dello scouting, dal 2005 al 2008 vice di Pat Riley. Afferrato il testimone dal coach dei Lakers dello Showtime, Erik Spoelstra ha ormai completato la parabola da fulgida promessa a venerabile maestro, suggellata dalla firma del nuovo contratto: un allenatore sempre disposto a riciclare e riciclarsi a seconda del personale a disposizione, in grado di arrivare in fondo sia coi Big Three sia col solo Jimmy Butler come stella e una serie infinita di role player riscoperti funzionali.

La scelta di Miami è il frutto colto a distanza di anni da quando il seme è stato piantato: lo stesso Spoelstra ha ammesso le difficoltà personali vissute nell’estate 2015, la prima nella quale non aveva raggiunto i Playoff da head coach, riconoscendo di essere stato sino al momento focalizzato sul “risultato finale” e non su quanto sano fosse il percorso precedente. Ha chiesto scusa a diversi esponenti del ciclo precedente, coi quali si è reso conto di non aver mantenuto il miglior rapporto coach-giocatore, e ha inaugurato la nuova faccia della stessa medaglia Heat. Quella di una squadra che, a livello di varietà di soluzioni possibili e di coaching, partirebbe probabilmente avvantaggiata in qualsiasi accoppiamento Playoff, nella Eastern Conference di sicuro.

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