Come riportato nella giornata di ieri da Adrian Wojnarowski, Adam Silver starebbe finalizzando un’estensione contrattuale che lo renderebbe commissioner NBA fino alla fine del decennio.
BREAKING: NBA commissioner Adam Silver is finalizing a contract extension that’s expected to take him through the end of the decade, sources tell ESPN. pic.twitter.com/jRYcYv4ZjQ
— Adrian Wojnarowski (@wojespn) January 28, 2024
A due giorni dal decimo anniversario dell’inizio del suo incarico, cominciato il 1 febbraio 2014, Adam Silver sarebbe in dirittura d’arrivo con la stipulazione di un accordo con il consiglio dei governatori. Questo gli permetterebbe di proseguire il suo lavoro come commissioner NBA e quindi di perseguire gli obiettivi temporalmente più vicini per la lega: la stipulazione del nuovo accordo sui diritti dei media e l’espansione della lega, tema di cui si parla sempre di più.
Silver nei suoi primi dieci anni di carriera si è costruito una grandissima reputazione fra proprietari, gestori e anche giocatori, ai quali il commissioner ha sempre fatto sentire la propria vicinanza. Proprio qualche mese fa Draymond Green, dopo i fattacci che avevano portato alla sua sospensione, ha raccontato di aver avuto una telefonata con Silver, il quale lo avrebbe convinto a non ritirarsi.
La crescita economica
Il fatto di essere ben visto anche dai proprietari deriva invece dalla grande crescita economica che Silver ha portato in NBA, che si può notare dall’aumento sia del limite imposto dal tetto salariale (arrivato a 136 milioni, partendo dai 63 del 2014), sia del valore delle squadre e dei giocatori. Ne sono una dimostrazione i Dallas Mavericks: nel 2008 Mark Cuban, storico proprietario della squadra, aveva comprato la quota di maggioranza della squadra per 285 milioni, mentre lo scorso dicembre Cuban ha venduto la maggioranza delle azioni per circa 3 miliardi e mezzo. Come i Mavs anche gli Hornets sono stati venduti di recente per circa 3 miliardi di dollari. Al contrario, nel 2014, i Milwaukee Bucks erano appena stati acquistati per “solo” 550 milioni. Certamente molta parte della crescita delle squadre dipende dalle proprietà e dall’investimento che mettono in atto, però di sicuro gran parte del valore delle franchigie deriva anche dal valore stesso dell’NBA.
Silver è anche stato autore di una delle idee migliori degli ultimi anni in NBA. Dopo il positivo inserimento del Play-In Tournament, quest’anno il commissioner ha introdotto per la prima volta l’In Season Tournament, di cui vi abbiamo già narrato i successi qui.
La grande esperienza del commissioner deriva anche dai 6 anni passati al fianco del suo più noto predecessore: il compianto David Stern, che dal 2008 fino al 2014 è stato appunto affiancato da Adam Silver così da renderlo pronto al suo incarico.
I predecessori
Con i seguenti 6 anni di contratto Silver raggiungerebbe (in termini di durata del mandato) Maurice Podoloff, primo storico commissario che è rimasto in carica per 16 anni e 329 giorni. Dopo di lui è stato il momento di J. Walter Kennedy, il cui mandato è durato 12 anni e 31 giorni. Il terzo commissario NBA è stato il più noto Larry O’Brien, a cui è intitolato il titolo NBA, che ha governato la lega per 8 anni e 245 giorni. Dopo O’Brien si arriva a David Stern, il cui mandato sembra piuttosto inarrivabile per quanto riguarda la durata: 30 anni precisi.
Ora tocca a Silver continuare a tenere in mano l’eredità dei suoi predecessori, quantomeno per altri 6 anni, e in virtù degli ottimi risultati che ha portato fino ad ora, magari anche per tanti altri anni ancora.