Pozzecco: “Cosa non ha funzionato all’ASVEL? Io ho una mia etica”

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Pozzecco

Una delle vicende più strane e contestate di questa stagione in Eurolega è quella che ha riguardato Gianmarco Pozzecco e la sua esperienza all’ASVEL Villeurbane. Chiamato per rimpiazzare l’esonerato TJ Parker, il coach della Nazionale è stato dopo poche settimane rilasciato dai francesi, con conseguenti polemiche suscitate dal proprietario Tony Parker. Abbiamo avuto la possibilità di parlarne con lo stesso Pozzecco, che ha parlato del suo periodo in Francia e del futuro della Nazionale.

Partendo proprio dagli Azzurri, abbiamo chiesto al Poz come ha vissuto questo periodo e come vivrà i prossimi obiettivi in vista del PreOlimpico:

C’è stata questa parentesi che ho vissuto in Francia che mi ha dato la possibilità di vedere le cose in un altro mondo, da un altro punto di vista. La competizione è più o meno analoga a quella che potrebbe essere un campionato del mondo Preolimpico, non olimpico. La vivo con un grande senso di responsabilità, come ho sempre vissuto questo ruolo, anche nel periodo in cui ero in Francia.

Una parte del mio cervello è sempre collegata con il presidente Petrucci, Salvatore Trainotti e tutti i miei assistenti. La vivi e te la fanno vivere, la Nazionale è la squadra più importante che ci sia e quindi non smetti di pensarci.

Tralasciando la Nazionale, Pozzecco ha successivamente spiegato cosa non ha funzionato nella sua esperienza all’ASVEL. Tony Parker ha aspramente criticato il suo lavoro in Francia, evidenziando differenze di vedute palesate dal coach stesso più volte in conferenza stampa. Questa la spiegazione che Pozzecco ci ha fornito:

Io sono visto come uno che vive solo ed esclusivamente di passione, che è magari poco professionale. La verità è che io ho una mia etica, sono in questo mondo da quando ho 4 anni e ho sempre interpretato qualsiasi ruolo ricopribile nella pallacanestro nello stesso modo. Le cose ogni tanto funzionano, ogni tanto no, e quando non funzionano soffri.

Una volta Larry Bird fece un bellissimo discorso di fronte a questa platea dove c’era anche Magic Johnson. Raccontò questa vicenda: [i Celtics, ndr] vanno al Forum, vincono, finita la partita lui vede Magic Johnson uscire triste, attorniato dalla sua crew. Larry Bird lo guarda, vedendo che stava soffrendo, e dice che in quel momento ha pensato: “Soffri, bastardo”. E’ una cosa bellissima, un racconto bellissimo. E questa è la verità, quando nel mondo dello sport le cose non vanno soffri e basta, finita lì, devi soffrire fino a quando non ti passa.

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