Milano ottiene un largo successo sulla Virtus Bologna nell’ultima partita casalinga della Regular Season di Eurolega. Una grande prova di squadra contro una Virtus che conferma il suo momento di difficoltà, resistendo solo un tempo per poi sprofondare fino a -24. MVP di serata Mirotic, ben spalleggiato da Shields e Tonut. Nella Virtus solo Shengelia, Polonara e Pajola sembrano avere un minimo di presenza nella partita. 90-75 il risultato finale.
Nikola Mirotic
Come da consuetudine ormai, nel analizzare la partita non possiamo che partire dell’mvp del match: Nikola Mirotic. 18 punti e 27 di valutazione, anche in una serata molto spuntata al tiro da tre.
I numeri a livello di statistiche avanzate non sono eccezionali e questo va ancora più a suo favore nell’attestare la solidità della sua partita. Chiude con 1 ppp, senza particolari dati che risaltano in una particolare situazione tattica, ma con una grossa varietà. Segno di una partita a tutto tondo in attacco.
Milano lo coinvolge nelle stesse situazioni che usa dall’inizio: brani di flex offense me mandarlo in posizione di post e come bloccante nel pick and roll per sfruttare le sue riaperture sul perimetro. La Virtus decide di non raddoppiare mai nelle situazioni di 1 vs 1 e il giocatore montenegrino vince il duello diretto con tutti i suoi diretti avversari.
E’ quasi tutta qui la partita di Mirotic. Ottima e allo stesso tempo molto semplice.
Fattore Melli
In una partita non c’è niente di meglio che punire una scelta difensiva che dovrebbe penalizzarti perchè fatta sulla base di un tuo limite. Ed è esattamente quanto successo nei primi possessi con Melli.
L’Olimpia, oltre al suo capitano, parte con Napier-Tonut-Shields-Mirotic. La Virtus risponde con Shengelia uomo del montenegrino, Dobric su Shields, Pajola su Napier, Belinelli su Tonut e Dunston su Melli.
Le consegne tattiche per il centro americano della Virtus sono quelle di aiutare i compagni che devono contenere gli esterni più pericolosi sul pick and roll, facendo difesa ICE sui giochi a due laterali, show e recupero su quelli centrali. E per rimanere sempre al concetto della coperta corta, il giocatore battezzato al tiro e Melli. Quello che la Virtus vuol far tirare da fuori.
Ed è qui che la partita prende da subito la strada di Milano grazie al primo quarto balistico del suo capitano:
- primo tiro da tre che arriva da una situazione di pick and roll laterale con l’angolo vuoto, Shields handler e Mirotic bloccante con le spalle parallele alla riga laterale. Dobric, uomo di Shields, passa sopra il blocco e Shengelia accetta il cambio. Esterno di Milano che prova attaccare sulla sua mano destra, andando verso il centro area. Dunston, uomo di Melli, rimane in area pronto a togliere la penetrazione. Scarico e tripla. Prima vittoria tattica
- A metà primo quarto Milano entra nel set offensivo con Napier ma l’obiettivo è far uscire Shields per uno zipper pick and roll. Shields parte dalla riga di fondo ma Dobric reagisce bene al primo movimento e costringe il danese a uscire dal lato opposto. Pick and roll con Mirotic dove ancora Shengelia accetta il cambio. A quel punto Mirotic blocca direttamente l’uscita di Dobric su Melli, Dunston ancora una volta è dentro per togliere la penetrazione. Shields legge, ribaltamento e tripla
Da quel momento cambia il piano tattico perchè Banchi è costretto a correrei ai ripari e a mandare un difensore più mobile per coprire il tiro di Melli. Dentro Mickey, difesa che si riapre più aggressiva sul perimetro e capitano milanese che a quel punto può attaccare dal palleggio.
Riassumendo tutto in numeri, Melli chiude con 1,444 ppp. Situazione offensiva che ha fatto saltare il banco del piano partita della Virtus.
Scelta giusta, esecuzione rivedibile
Nel piano partita della Virtus il primo mantra era togliere il gioco perimetrale di Milano e costringerla a tirare molto più da due che da tre punti. La squadra di Messina ha viaggiato per mesi con una delle migliori percentuali da tre in Eurolega e ancora adesso è in top 10. Oltretutto è una squadra che ottiene molte cose dalle situazioni di spot-up, sia tirando che attaccando i close-out.
Banchi opta per una difesa che come prima cosa vuole togliere il tiro agli scorer di Milano, usando difese che mandando dentro contro gli aiuti, cercando di sfruttare l’aggressività sulla palla:
- Contro Shields ei suoi pick and roll la scelta è quella di cambiare sempre, non dandogli mai una linea di penetrazione verso il ferro e allo stesso tempo usare difensori più grossi per togliere visione. Su questo il giocatore danese fa un ottimo lavoro attaccando sempre molto bene il cambio
- Su Napier Banchi ha alternato la marcatura di Pajola e Hackett, optando per una difesa edge sui pick and roll. Show aggressivo per togliere visione ma è mancato il timing della seconda rotazione dopo il pick perchè la palla troppo spesso è arrivata facilmente ai rollanti come Mirotic e Melli.
Tutte scelte sensate contro le tendenze di Milano (anche quella su Mirotic come abbiamo detto nel primo tempo), vanificate da una cattiva esecuzione.
Tonut
Un altro aspetto che ha contribuito alla vittoria milanese è l’impatto di Stefano Tonut su i due lati del campo. In linea con il suo recente momento positivo, anche nel derby italiano di Eurolega risponde presente dovendo fare sia l’agente speciale per i clienti scomodi, sia il tiratore sulle situazioni di spot-up.
Milano decide di non cambiare sui blocchi di Belinelli per non offrire il fianco alle situazioni che la Virtus genera dalle sue uscite quando la difesa opta per questa scelta. Si passa forte sul blocco e si cerca di togliere ritmo al tiro di Belinelli, costringendolo a palleggiare più del dovuto. La partenza dell’esterno in questo aspetto non è ottimale, ma sale per efficacia nel corso della partita.
A livello offensivo chiude con 1,364 ppp. In una serata in cui la difesa della Virtus non ha mai contenuto i giocatori con la palla in mano, lui si è sempre fatto trovare pronto in situazioni di spot-up. Manna dal cielo per un giocatore con le sue caratteristiche.
Transizione
Milano rispetta la tendenza delle ultime settimane: quando sfrutta la transizione vince e convince e anche ieri gli uomini di Messina hanno prodotto 1,444 ppp in questa specifica situazione. Letture semplice ma quanto mai centrata sull’aspetto che ha maggiormente contribuito al primo vero allungo milanese.
La difesa di Milano ha optato fin da subito per scelte difensive per tutelarsi dal gioco interno della Virtus e per mandare dentro gli esterni. A partire da un Napier insolitamente attivo sulla palla, passando dal lavoro di Tonut, Hall e Shields sugli esterni, tutti pronti a passare sopra i blocchi e a mandare contro gli aiuti gli esterni avversari.
Bologna ha faticato a leggere queste situazioni e ha spesso regalato palloni e tiri sbilanciati a una squadra che non aspettava altro.
Non pervenuti
La partita di fatto è durata un tempo, dopo la Virtus ha ceduto sotto i colpi del down fisico che ormai da qualche settimana attanaglia la squadra di Banchi. Il gameplan potrebbe ridursi in buona parte a questo e al fatto che lo staff bolognese ha si preparato la partita ma sono mancate le gambe per eseguirlo.
La Virtus non ha mai creato reali vantaggi offensivi, se non parzialmente con Belinelli e nella sequenza di Mickey contro Voigtmann, nel corso dei quaranta minuti. Ha avuto ottime cose di energia da Pajola e Polonara, oltre che al solito contributo di Shengelia. Tutto troppo isolato perchè potesse bastare contro una Milano in palla.
E a maggior ragione la mancanza di gambe si è vista in difesa dove è mancato il principio base di ogni sistema difensivo: contenere la palla. Milano ha dimostrato più volte come abbia troppo talento in giro per il campo se lasciata giocare.
Analizzare oltre avrebbe poco senso. Bologna in questo momento è in grossa difficoltà e quando mancano le gambe non c’è GamePlan che possa tenere.