Bolle, NBA e Olimpiadi: quanti ostacoli per le Nazionali

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Belinelli
Credits: FIBA

Il basket sta riprendendo il suo corso e sta imparando anch’esso a convivere con la pandemia, ma le difficoltà sono molte ed i dubbi altrettanti, in particolare per quanto riguardo le partite delle Nazionali. Dopo i rinvii e cancellazioni della scorsa primavera, entriamo in una stagione chiave per il movimento, quella che porterà alle Olimpiadi di Tokyo, a luglio 2021.

Le bolle per le qualificazioni

Il primo appuntamento è per il mese di novembre, quando si dovrà giocare la prossima finestra di qualificazione agli Europei 2022, per i quali l’Italia è già qualificata come paese organizzatore, ma comunque impegnata nelle partite. La FIBA ha deciso di far disputare le partite in ‘bolle’, in stile quanto sta avvenendo ora in NBA, per ridurre gli spostamenti tra i Paesi.

Ogni bolla sarà formata da 4 o 8 squadre, cioè con uno o due gironi impegnati, ed il prossimo 8 ottobre saranno annunciate le sedi delle partite, sia per gli uomini che per le donne. La scelta del paese ospitante sarà legata alla situazione della pandemia, alle eventuali restrizioni presenti ed al rispetto dei protocolli. Saranno con o senza pubblico, a seconda di quanto è deciso dai governi locali su questa materia.

L’NBA ritardata e le Olimpiadi

Se questa decisione garantirà comunque la disputa delle partite, seppur in un format diverso (sarà così anche per la finestra di febbraio 2021), ciò che preoccupa di più è la situazione legata alle Olimpiadi ed ai preolimpici. Non tanto per la disputa o meno degli stessi, deciderà il Covid-19 e l’andamento della pandemia, ma c’è ottimismo in terra nipponica, sia per l’arrivo del vaccino che per la convivenza col virus.

Il problema principale riguarda l’NBA. La prossima stagione del campionato statunitense inizierà non prima di gennaio 2021 e sarà in pieno corso, dunque, durante l’estate, quando le squadre nazionali si raduneranno per gli appuntamenti a cinque cerchi. Il rischio di vivere un’Olimpiade senza big e di interesse molto ridotto è elevatissimo, non solo per una nazionale USA di secondo piano, ma soprattutto per l’assenza anche dei giocatori più rappresentativi delle altre nazionali.

Un bel problema di difficile risoluzione. A meno che la lega americana non decida per una sospensione di tre settimane/un mese della propria stagione, in coincidenza con le Olimpiadi. Ma appare un’ipotesi remotissima e forse nemmeno sul tavolo di Adam Silver e soci. Con il rischio il nuovo calendario NBA diventi una consuetudine e non solo un unicum legato a questo inedito 2020. Lasciando così in eredità questo problema.

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Fabio Cavagnera
Lo sport ed il basket sono da sempre la mia passione, diventati poi il mio lavoro, da ormai il lontano 1998 (eh già, sono quasi tra gli 'anziani'). E Backdoor Podcast lo ritengo un mix tra passione e qualità.

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