Bolmaro: “Mirotic per me è come un padre o uno zio”

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Bolmaro
Credits Olimpia Milano

Uno dei neo acquisti più interessanti in casa Olimpia Milano, che i tifosi non vedono di vedere in campo, è Leandro Bolmaro. Giocatore ancora giovane, a soli 23 anni l’argentino ha collezionato esperienze di assoluto livello in Europa e Stati Uniti. Per questo, i biancorossi hanno deciso di puntare forte su di lui firmandolo con un pluriennale. Le sue caratteristiche tecniche e fisiche si sposano alla perfezione coi profili ricercati da Messina, e ora Bolmaro è chiamato a fare il salto definitivo in campionato ed Eurolega.

Prima di provare il proprio valore sul campo, l’argentino si è presentato ai propri nuovi tifosi con un’intervista sui canali ufficiali dell’Olimpia Milano. Di seguito, i passaggi più interessanti delle sue dichiarazioni.

Nato in Argentina da un padre appassionato di basket, che per poco non riuscì ad entrare nel mondo professionistico, Bolmaro è inevitabilmente cresciuto con il mito di Manu Ginobili.

Restavamo svegli fino a tarda ora perché le partite erano di notte per vedere Ginobili e i San Antonio Spurs. Eravamo grandi tifosi dei San Antonio Spurs. Manu Ginobili era il mio idolo.

Prima una giovinezza divisa tra pallacanestro e salto in lungo, poi le giovanili in Sudamerica e la scelta di trasferirsi a Barcellona. Per un ragazzo della sua età, Bolmaro ha dovuto prendere decisioni non semplici per inseguire il sogno di fare del basket la propria vita. Una scelta che poi lo ha ripagato appieno.

Al momento di partire qualche dubbio lo avevo. Non è stato facile ambientarmi. Fortunatamente vivevo con altri due ragazzi della squadra e questo ha reso tutto meno complicato. Poi la lingua era la stessa e i miei giorni molto impegnativi. Andavo a scuola, poi all’allenamento e non c’era tanto tempo per pensare troppo. Ma alla fine è stata la scelta giusta.

Bolmaro è poi riuscito ad arrivare fino in prima squadra blaugrana, dove nel 2020/21 ha avuto il primo incrocio importante con l’Olimpia. Alle Final Four il Barcellona vince quasi allo scadere con un tiro di Higgins, per poi perdere in finale contro l’Anadolu Efes.

Le cose sono cambiate nei playoff contro lo Zenit. Lì ho cominciato a giocare tanto ed essere un giocatore importante. Siamo andati alle Final Four, abbiamo giocato contro l’Olimpia. Lì c’è stato anche l’infortunio di Calathes. Io ero lì, ero giovane, ma giocavo tanto, quasi non ci credevo.

Suo compagna di squadra ai tempi era un certo Nikola Mirotic, che ora Bolmaro ritrova a Milano. Una coppia che punta a ripetere le tante vittorie raggiunte insieme in maglia blaugrana. Il montenegrino, per il nativo di Las Varillas, è stato una guida importante nel corso di tutta la propria carriera.

Gliel’ho detto: è come se fosse mio padre o mio zio. A Barcellona, è stato lui a presentarmi agli altri della prima squadra, mi ha aiutato tanto: io faccio sempre quello che lui mi dice di fare, perché so che è la cosa giusta. Mi ha sempre sostenuto. Il rapporto è nato bene, poi è diventato sempre più forte, adesso lo ritrovo a Milano. È fantastico. Grande giocatore, grande persona, e giocare con lui è facile.

Dopo un’esperienza in NBA non proprio positiva, e un anno di riadattamento al basket europeo con la maglia del Bayern Monaco, ora Bolmaro si trova davanti a un crocevia fondamentale per la propria carriera. L’Olimpia ha puntato molto su di lui, così come l’argentino si dice convinto della progettualità biancorossa. Le premesse per un matrimonio duraturo ci sono tutte, ora starà al campo dare le risposte necessarie.

L’Olimpia è una grande squadra, una grande società. Ho raccolto tante informazioni prima di venire qui, ho parlato con giocatori che sono stati qui e ho sentito solo cose buone. Poi ho scelto Milano perché mi convince il progetto, le ambizioni del club, la sfida che mi viene proposta. Per me personalmente e per tutta la squadra, è una grande sfida, una grande opportunità di costruire una delle migliori squadre d’Europa. Sarà una bella occasione per dimostrare chi siamo davvero.

 

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