Cantù: Basile è italiano, ora attenti alla scelta del nuovo americano

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Grant Basile (credit: Pall. Cantù)

Con l’esordio da top-scorer (19 punti in 20′ sul parquet) a Reykjavik nella netta vittoria della Nazionale sull’Islanda, Grant Basile è diventato ufficialmente un giocatore italiano. E come da regolamento Fip, ora basta che Cantù ne faccia richiesta – mossa peraltro scontata – perché il nuovo status sia riconosciuto già nella stagione in corso.

La scommessa di mercato dell’Acqua San Bernardo sul lungo classe 2000, nato nel Wisconsin in una famiglia di origini palermitane, ha quindi già pagato: per la nazionalità sportiva acquisita, ma anche per i 18.4 punti e 6.4 rimbalzi di media fatti sinora registrare da Basile in A2. Adesso c’è però un’altra scommessa da vincere, lasciando perdere gli entusiasmi da tavoli del Bar Sport e ragionando invece con calma a tavolino: non sbagliare l’inserimento del nuovo straniero, presumibilmente americano. Perché in questo inizio stagione il lavoro di coach Brienza non ha solo portato Basile a conquistare la maglia azzurra facendogli affinare un’efficace bidimensionalità (leggi saper trovare punti nel colorato oltre che sfruttare l’ottima mano dalla lunga), ma ha anche dato a Cantù una fisionomia e una coesione che vanno tutelati rispetto a qualsiasi nuovo innesto. Andiamo nel dettaglio…

Guardie? A posto, grazie. La scelta di inizio stagione è stata quella di affidare le chiavi della squadra ad Andrea De Nicolao: una fiducia ripagata sinora con una regia da 6.7 punti e soprattutto 6.8 assist in 27’, senza togliere spazio ma anzi contribuendo a innescare un Tyrus McGee che al momento dell’infortunio viaggiava a 11.3 punti, 3 assist e 1.2 palloni recuperati in 27’ di impiego. Un duo importante sul perimetro che è presto diventato un terzetto grazie alla personalità e al talento di Fabio Valentini, che sta assicurando al momento 8 punti e 3.3 assist in 21’ non solo perché bravo a sfruttare il maggiore spazio assicuratogli nelle rotazioni dall’infortunio di McGee. E poi ci sono quei 6.7 punti e 2.3 rimbalzi in 21’ di Jonaas Riismaa e quei 4.3 punti, 3.1 rimbalzi e quintalate di difesa di Matteo Piccoli… Insomma, statistiche alla mano, rispetto al reparto guardie Cantù pare decisamente a posto così.

Il ruolo di Moraschini. Quando è arrivato in Brianza nella stagione 2023-2024, Riccardo Moraschini si è definito un “all around” con l’obiettivo di aiutare la squadra ovunque fosse necessario. La posizione migliore è comunque quella che sta ben occupando in questa seconda esperienza in biancoblu: un “3” che non esita ad attaccare il canestro e che contribuisce con le triple ad aprire la difesa (anche se non ha ancora del tutto risolto quel difetto di incaponirsi nel tiro da oltre l’arco nelle “serate no”), mentre in difesa fa valere in ala piccola un fisico decisamente “oversize” per questa A2 un po’ come accade ad Alessandro Gentile nell’Urania Milano. Grazie sempre alle scelte di coach Brienza, per Moraschini si tratta di un ruolo meglio definito rispetto alla scorsa stagione, che personalmente immaginiamo lo gratifichi e che oggettivamente gli sta consentendo di produrre di media 10.1 punti, 3.1 rimbalzi e 2.1 assist in 23’, fungendo più che da “all around” da perfetto “trait d’union” tra il reparto dei piccoli e quello dei lunghi di Cantù. Un ruolo che onestamente non vorremmo veder improvvisamente oscurato da un cambio degli equilibri in seguito a un nuovo arrivo.

Sotto canestro, invece… Tempo di ricevere la notizia della convocazione di Basile in azzurro e già le voci di mercato davano Cantù interessata a Elijah Childs, ala-centro classe 1999, visto a Trapani nella stagione 2021-2022 e sino a ieri in A1 con Pistoia alla media di 6.7 punti e 7.4 punti a partita. Non sappiamo se sia l’uomo giusto, ma il posto pare proprio quello giusto: sotto canestro è infatti dove Cantù può diventare più forte e il club a quanto pare ne è ben consapevole. Con l’eventuale operazione che va però fatta nel pieno rispetto del minutaggio non solo dello stesso Grant Basile, ma anche di quanti hanno dato e continueranno a dare il loro contributo. Posto che il ruolo di capitan Baldi Rossi (8 punti, 4 rimbalzi, 2.3 assist) va al di là delle statistiche, vanno infatti considerati anche un Christian Burns e un Luca Possamai differenti per esperienza, ma praticamente uguali per numeri a referto (6.6 punti di media per entrambi, 3.9 rimbalzi per il primo e 4.8 per il secondo in rispettivamente 16 e 17 minuti di impiego) e per determinazione nel voler dare il proprio contributo alla squadra. E allora ok a un lungo in più, ma a patto che non stravolga le rotazioni e che per caratteristiche e indole contribuisca a quanto sotto…

Il fattore X. Cioè quello che fa sempre la differenza rispetto a qualsiasi tattica e statistica: è l’unione del gruppo, la voglia di raggiungere insieme lo stesso obiettivo senza individualismi e conseguenti rancorose gelosie. La Cantù di coach Brienza ci pare possederlo al meglio, al contrario di qualche precedente roster brianzolo: attenzione allora a fare la scelta giusta per riuscire a mantenerlo o ancor meglio incrementarlo. (Paolo Corio)

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