Stagione dopo stagione, quello tra Cantù e Urania Milano è diventato un derby vero. Ma l’ultimo della serie non si è praticamente giocato: l’81-51 per l’Acqua San Bernardo esprime infatti una supremazia che si è concretizzata a metà del primo quarto e che è cresciuta in progressione fino alla sirena finale, senza che i Wildcats fossero mai in partita.
Oltre alla voglia di riscatto dopo la scoppola subita a Pesaro, tra i fattori vincenti per Cantù c’è stata anche la difesa su Alessandro Gentile: non la marcatura di un lungo (come tentato in passato da altri), ma una staffetta Piccoli – Riismaa – Moraschini per stancare e anche un po’ innervosire il bomber dell’Urania, con Basile & Co. subito pronti a chiudere l’area in seconda battuta. «Con pieno rispetto per Ale, che considero un fuori-categoria non solo in A2, sono convinto che non bisogna mai snaturare le proprie caratteristiche in funzione di un avversario: abbiamo quindi difeso secondo le nostre regole e la differenza è stata fatta dall’ottima applicazione di tutta la squadra», il commento finale di coach Brienza.
Sta di fatto che, con la prima bocca da fuoco semi-disinnescata (12 punti, con 5/13 da due per Gentile), a differenza di altre volte l’Urania non è riuscita a trovare altri protagonisti offensivi. Anzi, l’attacco milanese è quasi immediatamente imploso, facendo registrare numeri da brividi: 35,9% dal campo, con un quasi irreale 1/20 nelle triple. E con il foglio delle statistiche che riporta anche un 104 a 45 di valutazione collettiva a conferma di un “non derby”, inteso come una partita a senso unico che sul fronte di Cantù può e su quello dell’Urania deve far cambiare qualcosa non solo nell’immediato futuro…
Cosa può fare l’Acqua San Bernardo Cantù
Parafrasando Catalano, filosofo dell’ovvio, “meglio arrivare al primo posto e andare subito in A1 che giocarsela ai playoff”. Banalità a parte e nel pieno rispetto degli avversari (a partire dalla capolista Rimini), per qualità del roster e capacità dello staff tecnico Cantù ha l’obbligo morale di provarci. Ancora di più dopo la naturalizzazione di Basile (top-scorer con 19 punti + 8 rimbalzi anche contro l’Urania) e l’arrivo a rafforzare il reparto lunghi di Hogue, subito capace di una doppia doppia (10 punti, 11 rimbalzi) impreziosita dalla capacità di risultare un vero innesto, ovvero di non togliere offensivamente spazio agli altri come dimostrano anche gli 11 punti (con 4/4 da due) di Baldi Rossi, già suo compagno a Trento.
Mentre sul perimetro procede il graduale recupero di McGee (11 punti, anche se con percentuali non brillantissime) e prosegue il contributo di tutti gli altri: nel derby 8 punti e altrettanti assist per De Nicolao, 3 punti, 6 assist e altrettanti rimbalzi per Piccoli (oltre all’efficacissima difesa su Gentile), con il solo Valentini (1 punto, con 0/5 dal campo, e 2 assist) in flessione rispetto al recente passato.
Individualità a parte (con da risolvere la posizione di Burns, in tuta nel derby per scelta tecnica ma determinato a rimanere in Brianza), è però la forza di squadra di Cantù che può fare la differenza da qui alla prossima primavera. Una forza che diviene tale solo se accompagnata da quella determinazione vista contro l’Urania: la sfida, come sottolineato dallo stesso coach Brienza, sta nel riuscire ad avercela con continuità, passando per il recupero infrasettimanale contro la Juvi Cremona (mercoledì 11 dicembre al PalaDesio, ore 20,30) per approdare quindi al big-match di domenica sul parquet della capolista di Rimini e quello successivo in casa contro Udine (domenica 22, ore 18).
Le 4 sconfitte già subite in stagione (contro una sola di Rimini) rendono più risicato il numero di passi falsi ammesso in futuro, ma la corsa alla prima piazza non può certo considerarsi chiusa alla 15a giornata e la Cantù vista contro l’Urania Milano può cercare la rimonta. Anzi deve.
Cosa deve fare l’Urania Milano
A dispetto dei pronostici di inizio stagione, l’Urania Milano ha avuto un’ottima partenza, con successi importanti (contro Fortitudo Bologna, Verona, Pesaro, Vigevano, Brindisi) che l’hanno inserita tra le protagoniste di questa prima parte del torneo. La brutta sconfitta contro Cantù («la nostra peggiore partita e anche l’unica in cui abbiamo preso un’imbarcata», il commento di coach Cardani) allunga però a tre la striscia negativa e pone ai Wildcats un interrogativo importante: chi siamo veramente? Siamo la squadra dalla giusta chimica vista all’inizio o siamo quelli che nei finali si vedono beffardamente sfuggire la vittoria (come contro Forlì in casa e ad Avellino) o addirittura quelli che si dissolvono come nel derby al PalaDesio?
Domande che coach Cardani non risparmierà certo di fare al gruppo, al quale ha immediatamente annullato il lunedì di riposo, e che dovranno avere risposta sul parquet già a partire dal duplice impegno all’Allianz Cloud contro l’altra sorpresa Cividale (sabato 14 dicembre alle 20,30) e contro Nardò (sabato 21, sempre alle 20,30). Oltre all’atteggiamento, perché la resa contro Cantù è stata davvero immediata oltre che incondizionata, i Wildcats dovranno dimostrare una capacità che ci ha favorevolmente colpiti in precedenza: quella di riuscire a trovare valide alternative nelle serate in cui la difesa complica la vita a Gentile, esattamente l’opposto di quanto accaduto contro l’Acqua San Bernardo.
Un impegno che riguarda soprattutto i giocatori più esperti dello starting-five, a partire da Amato (4 assist con 0/7 dal campo contro Cantù, a conferma di un periodo non eccellente), Potts (top-scorer con 13 nell’ultima uscita, ma con 1/6 da oltre l’arco, anche se poi la sua è l’unica tripla segnata dall’Urania…), Leggio (solo 2 rimbalzi contro i lunghi dell’Acqua San Bernardo) e Udanoh (5 punti, 7 rimbalzi e un’insulsa espulsione a giochi ormai chiusi al PalaDesio).
Reagire, e subito, è quello che deve fare l’Urania. Per dimostrare cosa può davvero essere in questo Campionato dopo la rivoluzione estiva. (Paolo Corio)