Nella video chat di ieri abbiamo avuto ospite Bruno Cerella, giocatore della Reyer Venezia ed ex Olimpia Milano che ha ripercorso i passi della sua carriera dall’incredibile basket di Bahia Blanca, sino ai successi con la Reyer Venezia. Aneddoti, curiosità, momenti profondi e divertenti in una chiacchierata molto piacevole.
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Qui alcuni estratti:
Lo sport non è tutto…
Abbiamo utilizzato Slums Dunk e tutte le nostre accademie non per creare dei nuovi Michael Jordan ma per aiutare tanti bambini attraverso lo sport a stare lontano dalla strada e dalle situazioni disagiate. Pensare di avere 50 ragazzi che hanno borse di studio per merito sportivo è qualcosa d’incredibile e domani vado a Malpensa a prendere il primo ragazzo che è venuto in Europa, ma anche in questo caso il basket non è il primo motivo…mi ha detto che vuole studiare e diventare un dottore. Gli ho detto che così mi manterrà in futuro (ride ndr.)
L’incredibile recupero di due giorni dal menisco e la finale di Coppa Italia con l’Olimpia…
Mi sono rotto il menisco venerdì con Venezia, sabato mi sono operato e ho chiesto al dottore: “domani posso andare a vedere la partita?” E lui mi ha detto: “Tu domani giochi”. Non ci credevo, ho mentallizzato la cosa e il giorno dopo ero in campo….tutti mi dicevano…dai non ti sei operato…Dì la verità. Io ho giocato, avevo un ginocchio enorme e indolenzito ma non ho voluto nessun antidolorifico perché volevo sentire tutto…un pazzo proprio.
La forza di Venezia:
Il gruppo di Venezia è qualcosa d’incredibile. Ci divertiamo insieme, andiamo a bere una birra o mangiare la pizza. il gruppo d’italiani è quello che nei momenti di difficoltà ha tirato avanti la squadra…guardate la coppa Italia con Mazzola, De Nicolao e Tonut nella competizione. A me piace creare il rapporto coi compagni di squadra, ma il trofeo è solo il finale, perché il bello rimane il percorso con cui ci arrivi.