Di Vincenzo-Nazionale: dichiarazioni dal timing sospetto

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NBA
Credits Ipa Agency

L’Italbasket ormai è nel cuore di tutti gli appassionati di pallacanestro. Questo gruppo, prima con Sacchetti e poi con Pozzecco, ha dimostrato di meritarsi tutto l’affetto e la considerazione dei propri tifosi che la stanno seguendo e stanno venendo rapiti dal cuore e la bellezza dello stare insieme di questi ragazzi in campo e fuori. Ovviamente i limiti ci sono rispetto alle powerhouse, ma spesso sono stati nascosti dagli attributi, il sacrificio e l’unione. Per questo motivo, essendoci dei limiti, la federazione in primis, ma anche gli appassionati, cercano un modo per migliorarla, per renderla meno vulnerabile in alcuni aspetti del gioco, un po’ come si fa nel basket mercato, perché ormai anche le nazionali viaggiano su questa linea con le naturalizzazioni più improbabili.

A tal proposito noi abbiamo messo lì qualche nome di paisà per il futuro, cosa che facciamo ormai da diverso tempo per tenere gli occhi su chi potrebbe fare le nostre fortune in futuro, ma diciamo che il topic principale è chi può dare una mano adesso già dal preolimpico e il novero dei nomi è abbastanza limitato ma comunque interessante. Dontè Di Vincenzo è sempre stato un nome caldo e ora che ha prodotto una prestazione da 40 punti con i Knicks è tornato in auge. Il perché è facilmente detto, visto che lui qualche tempo fa si era detto disponibile a giocare per la nazionale italiana e che lo avrebbe fatto anche a stretto giro di posta. Tutto bello, apprezziamo il gesto, ma va fatto un approfondimento che rende le parole del giocatore un po’ fini a loro stesse.

Nel 2019 la Federazione si è mossa andando dal giocatore, parlando e mostrando il progetto che, all’epoca, era ovviamente a lungo termine. Da quel momento non ci sono stati più segnali d’interessamento da parte del giocatore e da lì una situazione di stallo sino alle dichiarazioni recenti di un apprezzamento per la nazionale italiana, casualmente poco dopo l’uscita della long list di Team USA. Da qui è difficile capire il timing e la necessità di una frase del genere, quando sapeva perfettamente che la possibilità di essere disponibile per la finestra estiva fosse perlomeno altamente improbabile. Per quello che abbiamo potuto apprendere, a oggi, non c’è una pratica attiva per il passaporto del giocatore, a meno che non sia stata condotta dal giocatore direttamente e i tempi tecnici cominciano a diventare l’impedimento principale.

E’ vero che è bello sognare e non costa nulla, è altrettanto vero che il gioco delle parti è curioso e fa notizia, ma un caso Banchero lo abbiamo già avuto e ne siamo poi rimasti scottati fortemente proprio all’ultimo. Vogliamo davvero creare hype immotivato su un altro giocatore che potrebbe far parte degli azzurri e che non lo potrà fare quando servirà di più? Non è un caso, infatti, che si lavori molto più dietro le quinte ma con medesima forza e convinzione su Drew Eubanks, forse un profilo di cui si ha più bisogno in questo momento, di sicuro meno di appeal ma più di sostanza. Il tempo rimane un fattore determinante ed è facile capire che la Federazione, in caso positivo, accoglierebbe a braccia aperte un giocatore del calibro di Di Vincenzo, ma oggidì sembra più un sogno che una solida realtà.

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