Erdem Can: “Obradovic persona prima che coach, Jerian Grant professionista incredibile”

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erdem Can

Durante l’Euroleague Head Coaches Board di Antalya, abbiamo avuto la possibilità d’intervistare il neo coach dell’Anadolu Efes Erdem Can che ci ha parlato delle sue esperienze, cosa ha imparato da Snyder e Obradovic e come giocherà il suo Efes.
Nella prima pagina la versione italiana, nella seconda English Version

Dopo 9 anni come assistente al Fenerbahce, è pronto ad essere capo allenatori di quelli che in passato erano i rivali cittadini? Pronto a guidare il nuovo corso dell’Anadolu Efes? Cosa la motiva e stimola di più nell’iniziare questa nuova avventura?

Prima di tutto, senza motivazioni non si può andare da nessuna parte. La mia più grande è la pallacanestro stessa. Amo la pallacanestro, amo essere nella pallacanestro, amo pensarla e studiarla. Adoro provare questa sfida in EuroLeague, il più grande torneo in Europa. Sarà per diversi aspetti complicata ma la pallacanestro è questa!

Cosa si porta dietro dall’esperienza da assistente a Utah? Lo scorso anno ha fatto davvero bene in EuroCup col Turk Telekom, arrivando in finale, ma cosa la aiuterà ad allenare per la prima volta da capo allenatore in EuroLeague?

Dopo l’anno trascorso in Utah ho costruito quasi totalmente la mia struttura e i miei principi offensivi. Grazie a tutte le esperienze precedenti avuta coi coach europei, a partite ovviamente da Zeljko Obradovic, ho combinato le due visioni e ho creato la mia personale struttura della pallacanestro. La stagione ai Jazz mi ha insegnato in particolar modo la gestione dell’up tempo game: principi chiari e definiti, occupazione dei giusti spazi, come correre il campo, come occuparlo e utilizzarlo nella miglior maniera per attaccare velocemente. In NBA il gioco è estremamente versatile: negli Stati Uniti ho avuto l’opportunità di osservare stili molto diversi e creare così il mio, sia in attacco che in difesa.

Uno dei giocatori più importanti della scorsa stagione per la tua squadra è stato Jerian Grant. Lo conosciamo bene, avendo lui giocato all’Olimpia. Il primo impatto con EuroLeague è stato davvero duro, ma pensi che lungo la carriera possa meritare un’altra chance? L’anno scorso ha sfoggiato moltissime abilità in EuroCup…

È incredibilmente dotato. In primis è una bravissima persona, un gran lavoratore e un professionista serio. Ha un bellissimo rapporto con la propria famiglia e il suo unico pensiero è la pallacanestro! Ho apprezzato veramente lavorare con tutti i ragazzi che ho avuto lo scorso anno, potrei citare davvero tanti episodi, ma Jerian è stato uno di quelli con cui il piacere è stato più grande. Sotto diversi punti di vista mi ha aiutato a lavorare bene. Jerian merita senza dubbio di stare in EuroLeague, di provare nuovamente a confrontarsi con quel livello. Sul campo, d’altronde, può fare tantissime cose di alta qualità. Gliel’ho detto che sicuramente non avrà bisogno di giocare 30-35 minuti a gara per essere impattante. A causa della situazione del roster dell’anno scorso abbiamo dovuto impiegarlo molto più del previsto, ma sono sicuro che il prossimo tentativo in EuroLeague avrà successo!

Un altro con cui si sarà trovato bene è Tyrique Jones, dato che la seguirà all’Efes. Oltre a lui, in Italia conosciamo bene anche Derek Willis, poiché entrambi han giocato in LBA (Jones a Pesaro, Willis a Brindisi e Venezia, ndr). Si può dire che hai una predilezione per i giocatori e le persone che hanno maturato esperienze nel nostro paese? Può l’Italia essere un luogo dove più che cestisti si riescono a far maturare uomini?

Innanzitutto dobbiamo ricordare che il fenomeno dello scouting è nato in Italia! Portare giocatori dall’NBA e studiarli è iniziato con la pallacanestro italiana. Rispetto molto la vostra mentalità, predisposizione, professionalità. Gli allenatori italiani sono estremamente abili. In Italia vi è grande cultura, è bella da vivere. Pallacanestro, cultura, arte… c’è tutto! L’Italia è uno stato dove si ha il piacere di vivere, così un giocatore di pallacanestro è stimolato anche a lavorare meglio. Olimpia e Virtus stanno iniziando a ricreare grandi squadre, ora è solo questione di trovare i giusti tasselli per completare il percorso. Vivere l’Italia e in Italia, per certi aspetti, è davvero bello.

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