Ettore Messina: “Salary cap in Eurolega? Sono un po’ scettico”

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Ettore Messina
Foto di Savino Paolella

Il 2025 potrebbe essere un anno di grandi cambiamenti per l’Eurolega e il basket europeo nella sua interezza. Se da un lato l’ECA si prepara per la prima volta nella sua storia all’introduzione di un salary cap, dall’altro è sempre più probabile l’arrivo dell’NBA in Europa. Di questo e molto altro ha parlato Ettore Messina in una recente intervista concessa a Basketball Sphere e Mozzart.

Il coach dell’Olimpia Milano ha iniziato le proprie dichiarazioni proprio da uno dei tempi più caldi in assoluto in questo momento per l’Eurolega: l’introduzione, a partire dal prossimo anno, di un piano economico per le varie società. Una scelta che introdurrebbe così una sorta di salary cap nella competizione, in modo da renderla sempre più equilibrata.

”Sono molto interessato a vedere come verrà applicato, perché la cosa più importante di qualsiasi regola è la sua implementazione. In NBA, anche il più piccolo errore viene rilevato e sanzionato. In Europa, invece, parliamo di paesi diversi, con sistemi fiscali e contesti differenti. Sono un po’ scettico, anche se è importante creare qualcosa di sostenibile. Capisco perfettamente lo scopo e l’obiettivo, ma non so quanto sia facile da applicare.”

Subito dopo, Ettore Messina ha anche parlato del possibile sbarco dell’NBA in Europa. La Lega di Adam Silver sembra essere intenzionata a creare un proprio campionato nel vecchio continente, possibilmente con la collaborazione della FIBA e dell’Eurolega stessa.

“Non ho abbastanza conoscenze per dire cosa potrebbe fare la NBA per migliorare la situazione in Europa. Sono felice che ci sia una migliore comunicazione tra FIBA, Eurolega e NBA. Quando parlavo dell’arrivo della NBA in Europa, molti ridevano.”

Secondo Ettore Messina, infatti, il basket europeo è in un momento molto complicato. La pallacanestro nostrana fa sempre più fatica a trattenere i propri talenti, che ormai tentano quasi sempre l’esperienza americana. Sia essa l’NBA, oppure il college negli anni di sviluppo. Le squadre non riescono più a trattenere i propri giocatori più importanti e le competizioni internazionali stanno perdendo talento e possibili nuove stelle.

“Non volevo sminuire il ruolo dell’Eurolega. Un tempo eravamo su una strada importante, avevamo l’alternativa di sviluppare giocatori. Ora non è più possibile, perché il livello della competizione è altissimo e l’Eurolega è ormai un campionato per veterani. È quasi impossibile portare un giocatore dagli Stati Uniti. Ci sono molte questioni da considerare. Al momento, gli stipendi sono aumentati drasticamente ed è sempre più difficile trovare un equilibrio finanziario, indipendentemente dalle regole in vigore.”

Il tutto è reso ancora più complicata dall’assenza di una visione unitaria nel basket europeo. Le Federazioni non riescono a comunicare tra di loro e all’interno dell’Eurolega stessa, ad esempio, convivono concezioni diverse su quale direzione intraprendere per il futuro.

“Purtroppo, negli ultimi due o tre anni l’Eurolega ha cambiato più volte la sua dirigenza. Probabilmente è positivo che si parli di tante cose, ma a volte è difficile capire in che direzione si stia andando. La cosa più importante è raggiungere decisioni attraverso l’unità. Finché avremo molte opinioni diverse, non dirò nulla di concreto. L’unica cosa che posso dire è che siamo ancora in un momento in cui ogni club ha la propria visione del futuro. Spero che presto si arrivi a un punto in cui prevarrà un obiettivo comune. Ovviamente, con il massimo rispetto per tutti i club.”

Ettore Messina chiude la propria intervista dichiarando, quindi, quanto sia importante che tutti si vada nella stessa direzione. A partire dalle società stesse, troppo spesso portatrici di priorità e visioni completamente diverse tra di loro.

“Vedete la stessa cosa in NBA? I proprietari e i dirigenti parlano apertamente di cosa si dovrebbe fare e quale sia il futuro? Assoluto silenzio. E quando viene presa una decisione, allora viene resa pubblica. In Europa è diverso. Se mi metto nei panni di un tifoso, non dico che l’espansione, il salary cap o altre misure non siano buone idee, ma credo che i club dovrebbero esprimersi con una posizione unitaria. Altrimenti, il futuro non sarà facile.”

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