Euroleague, CSKA Mosca: non fate arrabbiare Mike James!

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Mike James
Photo Credit: Ira Somova (VTB)

Michael Perry “Mike” James è un personaggio dell’Eurolega moderna che abbiamo imparato a conoscere, un talento che puoi amare come odiare, ma che ha dei lampi assolutamente unici per la competizione europea. Negli ultimi tempi, hanno fatto notizia (anche se non ha sorpreso molti…) i rumors legati ai suoi problemi con Itoudis, suo attuale allenatore al CSKA, che hanno seguito la sua esclusione, per motivi disciplinari, dalla sfida da ex al Baskonia. Ha ancora fatto più notizia il suo ritorno sul parquet, però, visto che MJ dall’allarme rientrando ha sfornato tre prestazioni in fila da MVP in Euroleague. Questo suo rendimento ha rilanciato i soliti discorsi che si fanno sul suo conto, tuttavia l’evidente cambio di ritmo del nativo di Portland è sotto gli occhi di tutti, proviamo ad analizzarlo meglio.

Dopo la “tirata d’orecchie”, James ha sfornato tre gare da 25+ punti, portandosi anche a casa l’MVP del mese di Novembre in Eurolega. Forse, per la prima volta nella sua carriera, ha trovato un allenatore che lo ha messo in riga e probabilmente, stando a quanto visto sul campo, questa mossa è servita semplicemente a stimolarlo. Mike ha un carattere particolare, inutile negarlo, Ettore Messina lo sapeva quando ha deciso di rinunciare a lui nel progetto della nuova Olimpia, prendendo serenamente una strada diversa (i risultati ci permettono finalmente di parlarne senza aizzare i nostalgici). Itoudis, con lui, non avrà fatto miracoli come un po’ ci vuole raccontare la narrativa, ma ha sicuramente avuto il carisma (essendo nella posizione di poterlo fare) di dargli un segnale forte. Perché Mike James non è mai riuscito a sfondare in NBA? Probabilmente anche per questo motivo: oltreoceano non hanno tanto tempo, né voglia, per dare le giuste attenzioni ad un profilo del genere. Qui torna anche il discorso relativo a Milano, Pianigiani non ha mai avuto il coraggio di metterlo a posto come doveva? Facile da dire, magari anche ragionevole da pensare, tuttavia il ragionamento non è così semplice. Basti considerare che, quando il numero 5 dei russi è stato fuori ingiustificatamente, il CSKA ha trovato un irreale Darrun Hilliard (anche lui ex), da 31 punti e 7/10 da tre. Ciò per dire che il contesto ha sicuramente aiutato nella gestione di James, a Mosca, Mike non è l’unica primadonna, specialmente quest’anno, quindi ci si può permettere di farlo sentire un po’ meno indispensabile, cosa che, per esempio, sarebbe stata impossibile da immaginare nell’Armani Exchange versione 2018/19, a livello di equilibri di squadra, ma anche tecnici. In quel roster meneghino, essenzialmente mancava uno come Daniel Hackett (fondamentale per il gioco di MJ), in grado di sollevarlo da diversi compiti di playmaking e, al contempo, di coprirgli egregiamente le spalle in difesa. Oltre all’essenza di altri giocatori con status di stelle indiscusse in ambito europeo, come Shengelia, Milutinov, o lo stesso Clyburn che abbiamo visto prendersi responsabilità nei finali. Parlando, appunto, di clutch time, avere tantissimo carattere ha pure i suoi aspetti positivi e lo abbiamo (ri)constatato nei minuti finali della partita contro il Real Madrid. Al di là del fallo subito o meno (che ha poi pesato ai fini del risultato), lo step-back da 4 punti che ha di fatto portato al CSKA la vittoria sui madrileni, trasuda killer istinct se pensiamo l’ex Pana e Suns aveva appena sbagliato una tripla, avendo poi la freddezza di fintare la seconda conclusione, per allontanarsi nell’angolo, buttandosi all’indietro (e a sinistra) per segnare un canestro dal coefficiente di difficoltà (ed importanza) inestimabile.

Dove lo avevamo già visto? A me ha vagamente ricordato il game winner contro l’Efes, segnato con la maglia di Milano. Non tanto per le dinamiche, totalmente diverse, dell’azione, quanto per la percezione di aver rischiato di poter perdere la partita, salvo successivamente ritrovare il controllo totale della situazione, mandato a segno il canestro decisivo. Diciamo che vedere Mike James perdere self confidence è raro, anzi rarissimo, e nei finali di partita sarebbe preferibile non avercelo contro, ma questo è ormai assodato.

Con queste premesse, attenzioniamo cosa è cambiato nel Mike James, tornato a dominare,  in questo trittico con Zalgiris-Bayern-Real. Di certo, è stato chiamato ad essere responsabile e a prendersi responsabilità, entrando, allo stesso tempo, nel vivo del gioco, anche se probabilmente le due cose sono direttamente collegato. Ciò è testimoniato dal suo modo di giocare, che possiamo riscontrare nei numeri: Mike James ha aumentato significativamente il numero di isolamenti giocati in queste tre partite. Se prima gli ISO erano il 16,5% delle sue soluzioni offensive (circa 2,4 a partita), nel post-Baskonia sono diventati addirittura il 29,4% (5 di media). Ad aumentare è stata anche l’efficienza e i punti prodotti in questa situazione di gioco, da 0,71 punti per possesso nelle prime sette di Eurolega in questo playtype, a 1,53 PPP nelle ultime tre (dati InStat). Un evidente segnale di un Mike James che ha voluto (anche per volontà di playbook) prendere in mano in prima persona i suoi.

Questo drastico aumento di produzione è chiaramente dovuto all’efficienza e alla fiducia al tiro che ha avuto James recentemente. In generale, in quest’annata lo statunitense sta tirando molto bene in EL, con quasi il 50% dal campo (49,2%), più del 40% da tre (40,3%) e l’80% ai liberi. Prima dell’esclusione veniva da una gara balistica (e non solo) non brillante contro il Pana, problema assolutamente risolto al rientro, che la gara di riposo possa essere servita come iniezione di fiducia? Stando ai numeri della sfida con lo Zalgiris si direbbe proprio, MJ ha tirato con il 110% di True Shooting (sopra il 100% perchè la statistica da un peso diverso al valore del tiro, Mike ha tirato 5/6 da tre quella sera). Ovviamente, se il pallone va dentro diventa tutto più semplice, perché così l’esterno non ha bisogno di estreme forzature per raggiungere la sua canonica produzione.

Tabella di tiro di Mike James nelle ultime 3 partite di Euroleague – fonte InStat

Anche a livello difensivo, qualche effetto della Itoudis move abbiamo potuto osservarlo e tendenzialmente era quello che l’allenatore greco si auspicava maggiormente. La sua stella non si era resa protagonista di fantastiche rotazioni difensive nell’ultimo periodo, alimentando la retorica relativa alla sua altalenante difesa. In realtà, tra le star europee di quel calibro, James è forse quella con le più importanti potenzialità atletica per far bene anche dietro. Allo stesso tempo, però, quando si mette di impegno (al contrario), il suo essere svogliato può fare danni ingenti. Contro il Panathinaikos non è mai stato al 100% concentrato in difesa, se non quando ha ingaggiato il duello personale con Nedovic (sempre per parlare di stimoli). Ne sono venute fuori alcune sequenze preoccupanti.

Decisamente più incoraggianti i segnali mostrati dopo lo stop forzato. In termini di aggressività, voglia, intensità o più semplicemente atteggiamento e postura difensiva, MJ si è dato fare dopo la prima settimana di novembre. Sostanzialmente, Mike James si è piegato sulle gambe più di una volta, sebbene la sua esplosività gli potrebbe consentire di fare molto di più. Se continuasse a segnare e performare con a questo livello, sarebbe un aspetto che gli si potrebbe, ancora una volta perdonare. Mentre in regular season gli è bastata una piccola motivazione per mettersi in tasca mezza Europa, sarebbe interessante vederlo ad intensità playoff: eleverebbe ulteriormente il livello del suo gioco e innalzerebbe la qualità difensiva? Ci toccherà attendere e seguire l’Euroleague per saperlo.

 

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