Quest’anno nella lega di Mirotic, Scola e Rodríguez, Shved, Calathes, De Colo, James, Spanoulis e Printezis, Larkin e Micic, citandone solo alcuni, si stanno facendo onore anche i giocatori che solitamente non occupano le prime pagine dei blog, né amano prendersi la luce dei riflettori. Proprio questi giocatori saranno i personaggi principali di questa nuova rubrica firmata Backdoor Podcast, che si concentrerà su “la classe operaia in paradiso”, i role players, gli sparring partner, il core, il supporting cast, usando termini americani, ma voi chiamateli come volete, che stanno prendendo piede nell’Euroleague 2019/20. Questo focus vi accompagnerà ogni settimana focalizzandosi sui migliori attori non protagonisti di ciascun turno di Eurolega. Questa settimana, come primo episodio, parleremo di Gabriel Deck, ala forte del Real Madrid, che, durante il doppio turno appena trascorso, ha contribuito sostanzialmente alle due vittorie consecutive dei suoi.

Gabriel Deck
9 punti, 5 rimbalzi, 4 assist, e poi 17 punti, 11 rimbalzi e 6 assist, questi i numeri che Gabriel Alejandro Deck ha fatto registrare rispettivamente nelle gare di martedì e venerdì scorso. Numeri che significano tanto, poiché riassumo il motivo per cui questo giocatore incarna perfettamente il senso di questa serie. Un ventiquattrenne di Colonia Dora, Argentina, un lavoratore in una squadra di fenomeni, che però riesce sempre a ritagliarsi un ruolo chiave, un po’ come gli assistenti nei film di spionaggio. Da piccolo, nel suo paesino rurale, usava una ruota come canestro, adesso distrugge i ferri del WiZink Center per professione. Lo chiamano “El Tortuga”, la tartaruga e i suoi 198 cm x 95 Kg c’entrino qualcosa. Quel di cui sono certo, è che Gabriel Deck sia uno di quelli che quando entrano in uno spogliatoio si fanno voler bene da tutti. Il suo gioco è molto semplice, particolarmente latino: un rimbalzata clamoroso, non solo per intensità ma anche per uno spiccato senso della posizione, un difensore con il quale non vorreste mai avere a che fare e che ha aggiunto diverse soluzioni offensive, specialmente dal post, al suo repertorio. In realtà, quello che fa di Deck un giocatore speciale è la sua voglia infinita. Quest’ultima, è il fattore che accomuna tutti i soggetti di questa rubrica, nello specifico, la garra non manca di certo ad un argentino come Gabriel, anzi, probabilmente, è l’unica cosa che conta. Parlando di garra e Argentina, ci torna in mente il mondiale cinese di quest’estate, durante il quale l’ex San Lorenzo aveva già lasciato più che intravedere quello di cui stiamo scrivendo in questo momento. La sua difesa, i suoi rimbalzi, in un roster non abbondante di atletismo e fisicità sono state un contributo fondamentale alla causa argentina. Inoltre, le ultime due prestazioni in Euroleague non sono un fuoco di paglia, bensì rappresentano l’apice di una serie di apporti significativi costanti nel corso della stagione. Già settimana scorsa, nel Clasico aveva dato una gran mano ai Blancos, con 13 punti, 6 rimbalzi e 3 assist, per portare a casa il derby. Tre settimane fa, invece, aveva giustiziato il Baskonia così (buzzer beater for the win nel finale):
Poi c’è l’enorme prestazione di venerdì scorso contro il CSKA, a memoria la migliore da quando indossa la camiseta blanca. Non è tanto la doppia doppia da 17+11 a stupire, o meglio, lo è, tuttavia è ancor più stupefacente la sua capacità di riuscire a far male agli avversari in qualsiasi modo. Che sia un rimbalzo tra una selva di mani, due punti sporchi (anche se ha fatto vedere di saper fare canestri di un certo livello tecnico, vedi appena sopra), una grande difesa o un passaggio smarcante per un compagno, se giochi contro Gaby te lo ritroverai sempre tra i piedi. La sua appena citata dote di assistman è al quanto sottovalutata, difatti, il suo essere passatore, per un lungo di quel tipo, lo rende estremamente funzionale nel contesto madrileno. Questa sua efficienza è dimostrata da un dato che riguarda il +/- dei quintetti che lo comprendono, esso ammonta a +46, un dato decisamente buono.
Certo Deck, è un giocatore forse tra i top palayer di EL , ma veniva in Europa avendo appena vinto l’omologa coppa del sudamerica, con il titolo di MVP delle finali di coppa. Quindi non proprio una scomessa per il Real e neanche un giocatore con poco talento.
Ciao Giuseppe, ti invito a dare un’occhiata all’albo d’oro dei vincitori della competizione di cui Deck è stato MVP (ti lascio il link https://en.wikipedia.org/wiki/FIBA_Americas_League_Awards)… inoltre, non credo di aver mai scritto che Deck sia un giocatore poco talentuoso. Anzi, il senso della rubrica è quello di far risaltare ottimi giocatori, che non sono i fenomeni da copertina, ma che meritano uno spazio proprio. Deck mi sembrava proprio l’esempio giusto, essendo lui non il terminale principale di una squadra comandata da Llull, Campazzo e compagnia…