Eurolega Final Four: tutto ciò che potrebbe andare storto

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Eurolega Final Four
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Si è appena concluso quel magnifico momento dell’anno in cui, in due settimane possiamo vedere giocare sedici volte tra di loro le migliori otto squadre d’Europa. Premettendo che, ovviamente, le indicazioni che si possono trarre da una serie a cinque non necessariamente possono essere affidabili in una Final Four, ritengo utile provare a identificare i punti deboli delle semifinaliste di Eurolega, sarà perciò una visione molto pessimistica di ogni squadra.
Ultima premessa nonostante il format delle Final Four abbia un impareggiabile livello di coinvolgimento emotivo e nonostante dal punto di vista della stesura del calendario sia più facilmente collocabile, ritengo davvero terribile il format di una gara singola tra semifinali e finale privando, ad esempio, il pubblico di una serie a 5 tra CSKA e Real Madrid.

Fenerbahce

FENERBAHCE

La squadra turca rispetto allo scorso anno ha perso due giocatori fondamentali come Wanamaker e Nunnally senza che venissero sostituiti da giocatori di pari livello nel roster. Di fatto ci si è affidati allo sviluppo interno (o Obradovicizzazione) di alcuni giovani, principalmente Guduric, e all’aumento di minutaggio dei veterani. Per quanto riguarda gli esterni, Mahmutoglu ha giocato quasi 40 minuti, nelle quattro partite, ovvero 39 minuti in più della serie di playoff dello scorso anno, Dixon 65 minuti contro i 25 dello scorso anno. In questo shift in avanti di una o due posizioni nelle gerarchie risulta chiaro come Obradovic abbia qualche arma in meno e qualche titolare stanco in più nei momenti decisivi della partita. Prendendo l’esempio del già citato Dixon l’anno scorso si alzava dalla panchina nei momenti difficili come jolly per dare una scossa emotiva alla squadra nella metà campo offensiva, quest’anno lui è già in campo nel secondo quarto per far rifiatare Sloukas e quel ruolo lo hanno assunto Sinan Guler e Erick Green che sono buoni giocatori ma non hanno certo l’impatto di Dixon.

Per quanto riguarda il reparto lunghi già l’anno scorso dietro a Vesely e Melli non c’erano grandi punte, la sostituzione di Jason Thompson con Lauvergne avrebbe dovuto garantire una ventina di minuti di tranquillità ad Obradovic nelle rotazioni, invece il francese non è mai sembrato avvero incisivo e non gioca da febbraio per un problema alla caviglia. Duverioglu è un buon rimbalzista, oltre che un ottimo antistress per il coach serbo,  ma non può garantire elevati minutaggi a causa della sua rivedibile mobilità sul pick and roll. In sostanza non può mai andare a raddoppiare sul palleggiatore, cosa che fanno molto bene sia Melli che Vesely e costringe il Fener ad essere meno aggressivo.

Una soluzione nella serie è stata quella di marcare il quattro avversario con uno tra Kalinic e Datome. Questo permette si di aprire ulteriormente il campo in attacco e avere una maggior mobilità in fase di copertura del lato debole, ma dall’altro lato i numeri a rimbalzo non sono esaltanti: 46% totale e solo 68.2% difensivo. Proprio questo dato ha permesso allo Zalgiris di restare attaccato alla serie. Potrebbe non essere un problema così rilevante contro una squadra come l’Efes, ma in una eventuale finale il Fenerbahce dovrebbe soffrirne.
E se semplicemente Kalinic e Guduric avessero overperformato in questa serie e ritornassero ad essere, ognuno rispetto al proprio talento, normali in attacco?

CSKA

I russi in questo momento della stagione sono chiaramente una squadra a trazione esterna, i lunghi sono stati massacrati da Poirier nella serie, e le rotazioni delle ali, dietro Clyburn e Kurbanov, non mi sembrano ancora molto chiare,. Tra Peters Bolomboy e Vorontsevich nessuno ha giocato più di otto minuti di media e gli stessi titolari sono sottodimensionati se pensiamo alle ali del Real Madrid. Kurbanov sta giocando una grande stagione ma non è certo un giocatore di volume, Clyburn sarebbe l’arma definitiva se non scomparisse improvvisamente dalle partite quando il ritmo si abbassa per più di un paio di possessi, nonostante accoppiamenti normalmente vantaggiosi su cui poter sfruttare la propria mobilità.

Per questi motivi Itoudis gioca anche con tre handlers concedendo minutaggi sostanzialmente piatti intorno ai 20 minuti a De Colo, Rodriguez e poco meno ad Hackett; mentre Higgins che è il più adatto per giocare off the ball ha ovviamente più spazio. Sono però tutti giocatori piuttosto dominanti sulla palla e ogni tanto tendono, per questo motivo, tutti insieme, a valere meno della teorica “somma dei talenti”. Soprattutto tra De Colo e Rodriguez è abbastanza evidente un’alternanza che spesso si riduce quasi ad un “o gioca uno o gioca l’altro”. Vedere un giocatore come il francese giocare 32 minuti nelle prime due partite e segnare 55 punti complessivi nelle seconde due, in cui è stato incontenibile, restituisce la sensazione che non tutti gli ingranaggi siano oliati al 100%, nonostante le 30 partite di regular season per fare tutti gli esperimenti del caso.

E non è che il Baskonia non abbia difeso in gara 4

REAL MADRID

Delle tre grandi favorite d’inizio stagione il Real è quella più profonda nel reparto lunghi, con quattro giocatori intorno ai 20 minuti a partita più un Reyes che in partita singola forse può ancora essere di aiuto, ma probabilmente è anche quella più scoperta nel reparto dei creatori di gioco. Infatti, delle quattro semifinaliste il Real è quella con l’Off Rtg più basso, questo nonostante Campazzo abbia fatto un ulteriore step in avanti e Jeff Taylor abbia giocato una serie offensiva probabilmente irripetibile. Nonostante questo e delle ottime partite con ampio minutaggio di Rudy Fernandez, Pablo Laso ha dovuto concedere minuti importanti a Prepelic per trovare un secondo handler. lo sloveno ha quasi totalmente preso il posto nelle gerarchie di un Causeur irriconoscibile.

È giusto guardare anche l’altra metà campo dove il Real con un Def Rtg di 101.3 è la miglior quadra delle otto, naturale però chiedersi quanto questo numero sia influenzato dall’attacco senza idee del Panathinaikos e  dalla presenza in campo di Taylor, tale presenza è altamente sostenibile quando tira con il 60% e attacca il recupero difensivo come in questa serie, ma non è detto che duri e non è detto che sia riproponibile contro altri avversari.
Nelle Final Four il Real incontrerà due squadre con più mezzi fisici per opporsi al pick and roll tra Campazzo e uno dei due lunghi. Riuscirà a tenere questo livello di produttività?

EFES

Nella serie tre giocatori sono stati sopra i 30 minuti di media, significa che le alternative a Dunston e Moerman, ovvero Pleiss e nessuno, o meglio sempre Pleiss ma in coppia con Dunston, non convincono Ataman. E sfiderei chiunque abbia visto un paio di partite della serie a fargliene una colpa.

Per quanto riguarda Micic, è l’unico esterno in grado di coinvolgere i tiratori a partire dall’uno contro uno. I possessi in cui Larkin, Beaubois e Simon (se non viene limitato da falli) vanno benissimo, ma devono essere affiancati da chi li possa coinvolgere come tiratori o attacanti sul lato debole e handler di un secondo pick and roll, con la difesa già mossa. James Anderson è l’unico cambio per questi quattro esterni, la flessibilità tattica nelle mani di Ataman è pressochè nulla, e se uno tra Larkin e Beaubois dovesse trovare la serata sbagliata non si inizia nemmeno a giocare.
A tutto ciò aggiungete che Kruno Simon ha un enorme bersaglio sulla fronte su cui Obradovic ha scritto “ATTACCARE QUI” in una lingua a sua scelta.

Auguri a Micic che dovrà giocare penetro e scarico contro una difesa che copre le linee di passaggio in questo modo

Se non dovesse rientrare Motum non vedo una singola possibilità per l’Efes dal momento in cui Moerman, autore comunque di una stagione superlativa, comincerà ad essere puntato nei pick and roll con regolarità.

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L.Maghini
Speaker del podcast sul basket europeo "3 and P". Impazzisco per le point forwards, mi piacciono i giocatori lituani, sperate non ne esca mai un Lituanoglu. Alleno per poter chiamare le difese come le sorelle di Coach Carter.