I love be the enemy.
Diceva Reggie Miller ogni qualvolta entrava al Madison Square Garden. Era odiato dal pubblico, voleva essere odiato dal pubblico per tirare fuori il meglio e in quella rivalità chi lo ha ricoperto di fischi ha fatto solo il gioco di Reggie.
In Eurolega questo accanimento sui giocatori si sente molto meno, non si fanno differenze e spesso si insultano tutti in base al momento, ma possiamo dire che l’eccezione di Rudy Fernandez è evidente a tutti. Ieri sera il Forum ne è stato l’ennesimo esempio e, nonappena Rudy ha calcato il parquet, sono arrivati i fischi. Non è l’unico campo in cui succede, anzi forse sono più di quelli in cui non succede e questo è figlio del suo comportamento in campo e del suo linguaggio del corpo con l’ambiente che lo circonda. Come per Miller, però, non sempre fischiarlo porta a grossi dividendi, anzi, spesso è lui che ne esce vincitore e anche ieri sera ha griffato la vittoria del Real con alcune giocate importanti. A tal proposito bisogna analizzare due angolazioni distinte riguardo a una figura tanto odiata.
Ho avuto la fortuna di vederlo diverse volte dal vivo, posare gli occhi dove le videocamere non vanno per capire cosa faccia lontano dalla palla e quale sia il suo comportamento. Anche ieri sera, nessuna novità: simulazioni gratuite, accentuazione dei contatti, colpi proibiti e di conseguenza stupore da incolpevole a ripetizione. Gli insulti e i fischi che si prende se li va abbondantemente a cercare e se anche Gigi Datome l’anno scorso ha mostrato insofferenza all’ennesima simulazione, significa che c’è più che una banale narrativa. E’ un giocatore tendenzialmente sporco, che gioca per farti uscire dagli stracci e lucrare dagli arbitri fischi che non meriterebbe. Ieri sera gli arbitri sono stati molto bravi a non cadere mai nelle sue sceneggiate (e ce ne sono state diverse), così come sono stati bravi i giocatori dell’Olimpia a non farsi influenzare, forse tranne l’uppercut di Ricci in transizione che è stato un messaggio forte e chiaro ma fatto nel modo e nel momento giusto passando piuttosto inosservato. Detto ciò non è stato un colpo né dolce, né simpatico.