Archiviato il lato comportamentale del giocatore, ora analizziamo l’aspetto tecnico di un campione, un vincente e un vero lottatore che ancora alla sua veneranda età è in grado di decidere partite di Eurolega sui due lati del campo. Ieri i suoi canestri sono stati chirurgici e importantissimi nell’economia del risultato. Anche in difesa ha tenuto molto bene sui penetratori avversari contribuendo fattivamente al clinic difensivo della squadra di Mateo. Se non scindiamo in modo chiaro il valore del giocatore in campo, con i sentimenti che suscita con il suo atteggiamento, facciamo un errore madornale di valutazione che, nell’animo del tifoso e nella concitazione della partita tira fuori il peggio (e ci sta), ma che una volta terminate le ostilità deve lasciare spazio a una lucida analisi.
La sua fama lo precede e spesso molte delle cose che fa subiscono la valutazione del pregiudizio, non ultimo il fallo di ieri sera su Shavon Shields. Il contatto è un contatto di gioco, lui arriva in ritardo, commette fallo e Shields ha il “problema” di essere in volo quando viene toccato e da qui ne nasce una perdita di equilibrio e una caduta piuttosto brutta. L’infortunio è solamente una conseguenza sfortunata della caduta, non determinata da una porcheria di Fernandez che, se fosse volontaria, sarebbe da squalifica. Non possiamo fare il processo alle intenzioni e nemmeno essere nella testa di Fernandez per sapere la verità insindacabile, però la dinamica dell’azione non manifesta la sua volontarietà nel far male. Shields si arrabbia in prima istanza, ma al temine della partita accetta le scuse e la versione di Rudy per un abbraccio che distende gli animi.
Nulla avviene per caso e le reazioni che i tifosi hanno alla sola vista di Rudy derivano da un comportamento, ma non è sempre tutto nero e se quel contatto lo avesse generato Llull non avremmo dubbi sulla sua involontarietà, siccome arriva da lui non avere dubbi sulla volontarietà è forse una posizione troppo estrema.