Cominciamo una nuova rubrica di “topics” arbitrali. Cercheremo di dare chiavi di lettura delle situazioni di gioco e delle chiamate arbitrali. Spiegheremo nel modo più semplice la complessità delle regole, quando possibile dando la motivazione di un fischio/non fischio. Lavorando su un video non sempre riusciremo ad assumere tutte le informazioni, che dipendono dalla quantità e qualità delle riprese proposte dalla regia, ma proveremo a carpire dagli atteggiamenti dei protagonisti e dal racconto dei commentatori quanto ci possa aiutare a capire cosa sia realmente successo.
Palming!
Pochi attimi di partita, il passaggio verso LeDay è intercettato da Hilliard che parte in palleggio, sulla linea centrale si trova davanti Delaney ma lo supera agilmente grazie ad un palming. Delaney riesce a recuperare e con una “zampata” colpisce la palla che rimbalza sulla coscia di Hilliard e finisce fuori: palla al CSKA!
Sulla ripartenza gli arbitri avrebbero buona posizione per fischiare il palming di Hilliard, mentre al momento del tocco di Delaney sono in pessima posizione per leggere sia un eventuale contatto provocato da Delaney che il rimbalzo del pallone che tocca la gamba di Hilliard. Risultato: una chiamata mancata e una sbagliata.
Stiamo assistendo ad un ritorno dell’abuso da parte di alcuni giocatori, soprattutto “piccoli”, del palming! Questo ovviamente perché mancano i fischi. Il palming è un piccolo movimento che crea un enorme vantaggio: mettendo la mano sotto la palla, in un attimo l’attaccante riesce a cambiare repentinamente direzione e spesso anche a cambiare velocità, costringendo il difensore a lasciarlo passare o commettere un fallo.
Probabilmente nel caso specifico, la mancanza di una chiamata è dovuta al fatto che gli arbitri non sono ancora entrati in partita, ma questa non può essere una giustificazione: il cervello deve essere acceso già prima del salto a due!
Interferenza?
Il lay-up di Mike James si appoggia sul tabellone e la palla rotola dentro l’anello ma per le imprevedibili leggi della fisica. Il canestro “sputa” fuori la palla. Shields, mentre la palla è ancora sopra l’anello, da uno schiaffo alla retina, Hackett sullo sfondo reclama l’interferenza ed un canestro valido! Nessun fischio arbitrale.
Tecnicamente l’intervento di Shields è pericoloso: toccare la retina non è di per se automaticamente violazione di interferenza a meno che la palla non sia a contatto dell’anello ed abbia la possibilità di entrare nel canestro. La palla fa due piccoli rimbalzi sull’anello e uno sul tabellone. Diminuito il momento di inerzia, che fa “galleggiare” la palla sopra l’anello, il tocco di Shields arriva mentre la stessa sta cominciando a cadere. Il movimento della retina non ha nessun effetto sulla possibilità del pallone di entrare/uscire dal canestro! Corretto non fischiare violazione di interferenza.
Una situazione molto difficile da leggere e valutare, in un momento topico della partita. Se gli arbitri avessero fischiato l’interferenza, l’azione sarebbe potuta essere oggetto di revisione all’instant replay. In caso di cambio della decisione, il gioco sarebbe ripreso con l’assegnazione della palla in tramite la freccia di possesso alternato. Attaccanti e difensori, magari anche in situazione di rimbalzo devono comunque fare attenzione a non toccare la retina se la palla è e contatto dell’anello e soprattutto ad evitare di strattonarla quando la palla ha ancora la possibilità di entrare nel canestro, il gesto può costare dei punti.