+3 e palla agli avversari: fare fallo o no?

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Fallo

Sei in vantaggio di 3 punti a pochi secondi dalla fine della partita, meno di un possesso completo a disposizione degli avversari. La palla è nelle mani dei rivali. Cosa scegli di fare? Fai fallo o no? Come in tutti i dibattiti filosofici, nei quali le verità assolute sono tali solo se si assumono i presupposti iniziali, sia la prima scelta che la seconda hanno motivazioni valide e sufficienti per non derogare le indicazioni degli staff tecnici ai giocatori in campo. Il finale di Monaco di Baviera, nel quale l’Olimpia è passata a posteriori dalla parte del torto, può essere il casus belli per fissare alcuni punti fermi della questione. +3 e palla agli avversari: fare fallo o no?

FARE FALLO

Fondamentale per spezzare il ritmo dell’azione avversaria, altrettanto fondamentale è farlo prima che inizi il movimento di tiro. Se non si è ancora raggiunto il bonus, lo scopo è costringere gli avversari a costruire una rimessa con pochi secondi sul cronometro. Se lo si è già raggiunto, si conta sul vantaggio numerico a rimbalzo nel caso in cui il tiratore avversario cerchi di forzare una parabola leggermente più lunga o più corta di quella ideale.

NON FARE FALLO

Esprimere fiducia nelle qualità difensive, individuali e collettive, del quintetto in campo: se l’indicazione è “non lasciare libertà sul perimetro, concedere eventualmente un’entrata ma mantenere costante l’attenzione e la concentrazione sulle uscite dei tiratori”, significa che lo staff tecnico è consapevole di un personale in campo reattivo, esplosivo nei cambi di direzione, consapevole nell’uso delle braccia per contestare la ricezione e non invadere il cilindro del tiratore sul closeout. Essere disposti anche a esporsi a rimbalzo, consci che l’eventuale tap-in varrebbe solo 2 punti e non sarebbe conseguente a un tiro libero già segnato, in una gara dove l’avversario ha una fisicità che ti ha messo in difficoltà dalla palla a due (nel caso specifico, 44-22 il computo delle carambole totali in favore del Bayern).

FARE FALLO

Non dipendere dalla volontà dell’avversario: fare fallo è l’unica arma difensiva grazie alla quale è la squadra che protegge il proprio ferro a decidere automaticamente il corso dell’azione. Non avendo la palla a spicchi tra le mani, l’unica maniera di ottenere il maggior controllo possibile di ciò che accade nei momenti concitati della gara è accumulare un fischio in più a sfavore.

NON FARE FALLO

Non rischiare in alcun modo di incorrere in un antisportivo. Lo stesso Round 12 di EuroLeague ha mostrato come un fallo più “sistematico” e “tattico” come quello di Motiejunas nel finale di Partizan-Monaco è punito come un fallo più grave di uno semplice. Non permettere alla terna arbitrale di esercitare la discrezione di cui ha diritto in materia, non perché non ci si fidi ma per fugare ogni possibile dubbio o polemica nel dopo gara.

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