GamePlan Angola-Italia: Vittoria a cottura lenta

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Le premesse in apertura sono d’obbligo, ancor di più nel caso della partita inaugurale del torneo: ogni gara è storia a sé, si riparte da 0-0 e a ogni avversario si deve garantire lo stesso rispetto e dignità nell’affrontarlo. Mai come questo Angola-Italia, tuttavia, può servire come ulteriore banco di prova e appendice del percorso di preparazione in avvicinamento alla FIBA WC 2023. L’esordio degli Azzurri di Pozzecco ha fornito così indicazioni valutabili più nell’ottica delle prossime partite, quando le modifiche e le variazioni proposte contro gli africani saranno applicabili con maggiore efficienza. GamePlan prova ad approfondire alcuni delle chiavi del confronto, con una lente d’ingrandimento posta sia sulla metà campo offensiva che su quella difensiva, seguendo punto per punto l’andamento della partita. Partendo, sempre e comunque, dallo stesso presupposto: #SiamoQuesti.

ATTACCO

  • La difesa dell’Angola non brilla certo per qualità a livello individuale: la scelta di coach Clarós è quella, sin dal primo possesso, di esasperare l’aiuto da lato debole per costringere gli Azzurri a riaprire sul perimetro dalle penetrazioni e scommettere sulle percentuali dall’arco, vero turning point della partita dell’Italia: se i metri di spazio con cui prendere i tiri dal perimetro, in particolare dall’angolo, rimangono questi, varrà sempre la pena prenderseli, e qualora venissero convertiti l’equilibrio verrebbe spezzato con facilità.
  • Con Spissu in campo, l’indicazione dello staff angolano è quella di mandarlo dentro, forzare la penetrazione e lavorare con gli stunt dalla seconda linea. Trasformare il play di Venezia in un creatore e non in un tiratore, dove un sardo in ritmo è in grado di accendersi e accendere.
  • La pressione sulla palla dell’Angola manda in confusione gli handler azzurri: l’Italia di Pozzecco è notoriamente una delle nazionali che palleggia di meno in quanto in grado di anticipare la reazione della difesa e ribaltare il pallone in ala con puntualità. Spissu, Pajola, Tonut e Spagnolo, tuttavia, se soggetti a una difesa particolarmente aggressiva sia nel superare la metà campo (press) che sul pick&roll (trap verso la linea laterale) vanno però in difficoltà, non solo perdendo il pallone ma elargendo live-ball turnovers trasformati in contropiedi rapidi delle guardie angolane.
  • La forza dell’Italia è la convinzione e la consapevolezza della propria essenza: sia esterni che lunghi di Pozzecco continuano ad attaccare il ferro per guadagnarsi tiri liberi che, viste le % dall’arco, rimangono e sempre rimarranno le giocate più efficienti della pallacanestro. La conseguenza è esporre Fernando e i lunghi angolani sul perimetro, causando aiuti e rotazioni estreme che caricano di falli il roster africano.
  • Vale sempre notare le scelte di uno staff tecnico sulle situazioni di post. Nonostante l’Italia, anche contro esterni non certo stazzati come quelli angolani, ci vada pochissimo, è interessante notare la varietà delle esecuzioni a seconda di chi sia il giocatore con la palla in mano spalle a canestro: Pajola ricerca lo scarico sullo stesso quarto di campo, cercando quindi di portare il marcatore verso la linea di fondo e non verso il canestro; Fontecchio, invece, cerca costantemente il ribaltamento verso l’angolo avversario facendo perno sul torso dell’avversario e virando verso il ferro.
  • A livello offensivo, il primo tempo di Stefano Tonut è da mostrare a tutti gli esterni dotati di un primo passo esplosivo: 3/4 dal campo e 6/6 in lunetta sono numeri di una guardia in grado di leggere ogniqualvolta la linea di fondo si liberi o di abbassare la spalla al momento giusto nell’entrata Nord-Sud in vernice. La specialità della casa è il set Iverson: doppio blocco orizzontale all’altezza del tiro libero, uomo in angolo che taglia sulla linea di fondo per liberare il quarto di campo, reject the screen sul blocco in arrivo dal lungo in punta.
  • Un aspetto assai sottovalutato delle coppie di giocatori interni di Italbasket è lo spacing nel caso in cui uno dei due della coppia attacchi dal palleggio e attiri il raddoppio del marcatore dell’altro: a inizio secondo tempo Polonara e Melli, nel 4° quarto Severini e Ricci sono eccellenti nel farsi trovare nel posto giusto e garantire la più pulita linea di passaggio per lo scarico del compagno.
  • Rispetto ai canoni delle uscite amichevoli, le uscite dei tiratori dell’Italia sono innescate più da pin down che da stagger: in una serata dalle polveri assai bagnate, la scelta di Pozzecco di portare solo un uomo a bloccare invece che due è da leggersi probabilmente con la volontà di coinvolgere meno uomini possibile della difesa dell’Angola e mettere meno corpi addosso al tiratore.

  • Due short roll e una tripla dopo 13 errori di squadra di fila: le giocate decisive in attacco sono di Ricci, epitome del #SiamoQuesti azzurro. La capacità di Pippo di spaziarsi nella maniera migliore, di leggere la profondità degli aiuti e i tempi della gestione del blocco sulla palla sono una risorsa applicabile contro qualsiasi livello di difesa.
  • Matteo Spagnolo ha attaccato malissimo, e lui in primis ne era consapevole durante la partita stessa. La scelta di blitzare o fare trap sui blocchi sulla palla dei lunghi angolani manda completamente in confusione la gestione del pallone della guardia dell’Alba, che non riesce a scrollarsi di dosso la timidezza e la paura fisiologiche del debutto a un Mondiale. Palle perse e minuti estremamente formativi, per colui che sarà la guida della panchina nelle partite decisive di questa FIBA WC.
  • Si guarda il tabellino e si legge 5/31 da 3. Si guarda la partita e si vedono una miriade di tiri apertissimi e costruiti bene, più grazie a esecuzioni a metà campo che scaturiti da transizione, che semplicemente non entrano. Tiri da prendere e che si sono presi. Si guarda la partita e si vede che la prima tripla aperta rifiutata da un tiratore affidabile è quella di Procida a 8′ dalla fine, e non ce ne saranno altre. Questo fattore, unito al 26/30 ai liberi, sono la testimonianza delle certezze mentali di questo gruppo.

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