GamePlan Olimpia Milano-UnaHotels Reggio Emilia: Tonutismo!

306
GamePlan

L’Olimpia Milano torna al successo dopo il KO di Napoli, piegando la resistenza di Reggio Emilia per 79-68. Una grande prestazione di Tonut, ben spalleggiata dalle prestazioni di Poythress e Pangos, assicura il successo alla squadra di Ettore Messina.
Reggio Emilia protagonista di un ottimo avvio che la porta a chiudere il primo quarto sul 9-18, salvo vedersi rimontata e costretta a inseguire per tutto il secondo tempo, finendo anche a -16. Inevitabilmente la differenza tra le due panchine è venuta fuori e la second unit di Milano ha ribaltato la partita. Andiamo vedere come e perché in GamePlan.

Ottimo avvio

I primi 15′ di partita sono quasi del tutto ad appannaggio di Reggio Emilia. L’avvio è tutto di marca emiliana grazie a due elementi molto importanti: la tenuta su Mirotic e la qualità degli isolamenti per punire i cambi di Milano.
I primi minuti difensivi contro le situazioni di post-up di Milano fanno la differenza, in particolare su Mirotic. Sia Grant che Hervey fanno un ottimo lavoro nel tenere l’1 vs 1 e permettere agli aiuti di arrivare con il timing giusto.

Milano come da prassi prova subito in avvio ad appoggiare la palla nei pressi del ferro, Priftis risponde presente dimostrando di aver fatto i compiti a casa.

Gli isolamenti e la capacità di punire i cambi difensivi di Milano permettono alla squadra emiliana di non sciupare l’ottimo lavoro difensivo e di prendere un certo ritmo anche in attacco. Il miglior uso degli isolamenti durante la partita è un tema ricorrente nella sfida del Forum. La squadra di Priftis chiuderà la partita con 1.143 PPP in situazioni di isolamento.

A chiudere gli elementi che danno il via all’ottimo avvio ospite ci sono le palle perse di Milano, non tutte forzate dalla difesa.
I tre semplici passi che portano al 9-18 di fine primo quarto.

Second unit vs second unit

L’elemento di svolta della partita è la panchina di Milano. Inevitabile differenze di livello perché da un lato Messina manda dentro Tonut, Pangos, Kamagate e Voigtmann, dall’altro Priftis è costretto a mandare dentro Uglietti, Vitali e Smith.
L’ingresso dei cambi biancorossi riporta la squadra di casa a un assetto più tradizionale con tre esterni veri (Shields, Pangos e Tonut) e due lunghi ben assortiti (Kamagate e Mirotic).

La nuova conformazione rende Milano molto aggressiva sulla palla. Le permette di rompere molto bene i P&R sul nascere e di leggere le linee di passaggio. Il secondo quarto si chiude con un eloquente 25-9 per l’Olimpia che gira l’inerzia.

Transizione

La svolta offensiva arriva con la transizione offensiva guidata da Pangos. In un assetto più classico Milano riesce a correre meglio il campo e il canadese dimostra di non disdegnare un ritmo un filo più alto. Sono sue le due giocate in transizione che danno ritmo all’attacco dell’Olimpia e che danno il via al parziale che porta poi al cambio dell’inerzia della partita.

Transizione offensiva che si rivela arma fondamentale nella partita, come dimostrato dagli 1.7 PPP generati in questa situazione. In questo fondamentale la prestazione di Tonut che ha permesso a Milano di mantenere una pressione molta alta sulla palla. Dalle sue forzature indotte all’attacco si sono generate molte situazioni di campo aperto.
Campo aperto che è stato manna dal cielo per un attacco che nei primi minuti aveva battuto in testa.

Come approccio Pangos?

La serata di Pangos ha spinto Reggio Emilia ad adottare due diverse strategie difensive nel corso della partita. Priftis in avvio opta per una difesa di contenimento, facendo leva sulle difficoltà al tiro del canadese, sia da fuori che dal palleggio, arresto e tiro.

La scelta iniziale è correttissima in relazione al momento di Pangos, peccato poi che le partite abbiano quella componente non preventivabile che manda all’aria anche i piani partita più congeniali. La difesa con il difensore del bloccante che fa drop, il difensore di Pangos che passa sopra il blocco e spinge dentro è giustissima. L’efficacia viene meno, vanificata dalla buonissima serata dell’ex Zenit.

Vista la serata, Priftis torna su i suoi passi e cambia scelta in corsa esigendo dal difensore del bloccante un show più aggressivo per togliere la palla della mani del canadese. Soluzione che probabilmente arriva un filo tardi quando Milano ha ormai toccato il +16 e la partita è ampiamente indirizzata.

Brianté Weber

Se c’è un elemento offensivo che ha sempre funzionato nel corso della partita per Reggio Emilia questo è Brianté Weber. Chiuderà la serata con 16 punti e un 71,4% da due, figlio di un grande lavoro per chiudere al ferro. Milano fatica a contenere le sue incursioni soprattutto nei momenti in cui il giocatore americano viene accoppiato a Flaccadori.

L’ex giocatore di Trento fatica e non poco a contenere le accelerazioni del giocatore di Reggio e Priftis decide giustamente di insistere su varie situazioni offensive per sfruttare il suo dinamismo e girare a proprio favore gli accoppiamenti con il play milanese. Flaccadori non ha le gambe per poterlo tenere.

Come limito Galloway

Serata molto difficile per Galloway che chiude con 11 punti e con brutte percentuali al tiro. E’ il pericolo pubblico n.1 è giustamente Messina decide di spendere i due migliori difensori sugli esterni, staggerando Shields e Tonut sul giocatore americano. La scelta fatta dallo staff milanese sfrutta la poca propensione di Galloway nel chiudere al ferro. Gioca su una certa allergia nel finire nei pressi del canestro, optando per una difesa che lo manda dentro e lo indirizza sulla sua mano debole. Tolto il tiro da fuori, viene spinto dentro contro gli aiuti. La difesa collassa sempre con tempi ottimi, lui si blocca sul muro difensivo che Milano gli erge davanti da metà secondo quarto in poi.
Ovviamente ci vuole l’ottimo lavoro dei due esterni milanesi per far si che questo avvenga in maniera corretta, ma l’ingombro del quintetto milanese è letale per il miglior scorer della squadra ospite.

Alto-basso

Non è un segreto che Messina stia provando fin dalle primissime partite nel giocare con un quintetto con tre big man in contemporanea. Il suo fine ultimo è sfruttare i vantaggi fisici che uno dei tre lunghi milanesi ha contro il rispettivo avversario.
La scelta dello staff milanese per indurre al cambio difensivo e sfruttare l’alto-basso che il terzetto Mirotic-Voigtmann-Melli può generare, è quella di giocare una serie di possessi con trame di Flex offense e fare leva sulla alternanza di blocchi verticali e orizzontali. Questa situazione ha mandato in crisi la difesa reggiana nel secondo tempo e ha permesso di rispondere anche alla zona che Priftis ha provato in diversi frangenti della partita.

Pubblicità

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui