GamePlan Partizan-Real (G4): TintaReal di lunetta

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Un commovente Edy Tavares e il miglior Williams-Goss dell’anno hanno permesso a Chus Mateo di preparare anche la seconda partita alla Stark Arena, ipotesi assolutamente non scontata sino a 1’40” dalla fine di gara 2. Per gli ospiti torna Gabriel Deck, mentre Želimir Obradović potrà nuovamente contare su Lessort dopo lo stop forzato di gara 3. Quanta zona 2-3 vedremo da parte del Real per risparmiare ogni stilla di energia possibile in corpo al centro capoverdiano? Quali accorgimenti ci saranno da parte di Željko nella rotazione dei lunghi? Le risposte a queste e a tutte le altre domande sull’andamento di gara 4 sono qui. Sono in GamePlan.

Leitmotiv

Lo spartito iniziale è ormai il solito: la difesa del Real Madrid che invita gli esterni del Partizan verso il pitturato, accompagnando le penetrazioni verso le braccia infinite braccia di Tavares; il quintetto di Obradović impegnato a frapporre più corpi possibili tra Musa e il ferro sui pick&roll condotti dal bosniaco. Lessort non rappresenta una minaccia negli spazi congestionati dell’area come rollante: il Real gli concede la ricezione, conscio che in situazioni statiche il francese ha limiti evidenti. Nei primi 5′ sono due triple di Hanga e una di Trifunovic a riempire il tabellino: non esattamente ciò che si mette in conto in sede di presentazione…

Percentuali da 3

Dopo il primo time out chiamato dal Partizan (7-14), i Blancos iniziano ad alternare difese a uomo alla zona 2-3 mostrata sovente in gara 3. Le percentuali da 3 del Real sono bulgare, così gli spazi per gli scarichi al rollante si aprono come un fiore che sboccia. Su chi sia il perno del Real, tuttavia, ci sono pochissimi dubbi: tempo 15″ nel secondo quarto e, dopo un’errata lettura di Randolph sulla penetrazione di Exum, Mateo rimette Tavares sul parquet. Le difficoltà del Partizan nell’aprire il campo sono assecondate e non contrastate, smussate e non estirpate: l’inserimento nelle rotazioni di un handler più affidabile nella gestione del pick&roll come Andjusic mette in ritmo Lessort e, simbioticamente, anche i tiratori sul perimetro. Esempio plastico? Dopo il secondo fallo di Tavares e il ritorno alla 2-3, Lessort converte il primo tap in della partita per riportare i serbi a -6. Randolph fatica tremendamente a entrare in partita, commettendo anch’egli il terzo fallo a metà del quarto.

Želimir va piccolo

L’attacco alla zona del Partizan è faticoso: Lessort è invitato a ricevere alla lunetta, senza avere troppo chiare sul da farsi. Non ha un jumper dalla media credibile, non ha grandissima visione né abilità come passatore, se chiamato ad attaccare Tavares da fermo ha dimensioni troppo esigue per impensierire il capoverdiano. Quel dinamismo che nell’altra metà campo è propellente fondamentale per gli attaccanti più efficaci di Chus Mateo (Deck in primis) è lo stesso che le Merengues risucchiano dalla circolazione del Partizan. Obradović tenta di registrare il quintetto andando small (Andjusic-Exum-Nunnally-Papapetrou-LeDay), togliendo il riferimento al tiro libero e cercando ricezioni profonde negli spazi liberi della seconda linea e forzando diverse palle perse con la pressione sulla palla nella propria area. La preghiera di Andjusic non riporta a livello numerico (42-45) l’equilibrio sostanziale nel complessivo dei primi due quarti.

Zainetto tuttofare

9/10: i primi 25′ da 2 di LeDay sono da mostrare al minibasket. Non per la meccanica, assolutamente, ma per le scelte sul quando e come concludere: punendo in post i cambi dei piccoli del Real, spaziandosi al meglio contro la 2-3, arrestandosi dopo un paio di palleggi quando la difesa ruota coi tempi sbagliati. Se ci si aggiunge una difesa comuqnue competente in 1vs1 su Deck, che permette ai quintetti del Partizan di non dover aiutare eccessivamente e non collassare nel pitturato, e i primi 3 quarti abulici in attacco di Smailagic, l’ex Olimpia è l’ancora di salvezza del Partizan, insieme a un Papapetrou per la prima volta ai suoi livelli forse dell’intero 2022/2023.

Cambio di GamePlan a gara in corso

L’indicazione di Obradović sul roll di Tavares cambiano durante l’intervallo: se prima si cercava di contenere sia con l’uomo dell’handler che col lungo, nel secondo tempo Željko ordina il cambio sistematico o hedge sul blocco, optando per oscurare il più possibile la visione degli esterni del Real e rendere l’entry pass il più complicato possibile. Il quarto fallo di Tavares (1’12” da fine 3°Q) è un assist che i belgradesi devono obbligatoriamente sfruttare.

Esecuzione del Real

L’inizio di 4°Q del Real è un inno all’esecuzione offensiva: due set che prevedono un consegnato di Deck in punta per il piccolo, prima Rudy e poi il Chacho, che esce dal blocco di Randolph. Ricevuta la sfera, è questione di spazi e conoscenza reciproca: se il compagno è un tiratore letale da fuori al quale basta un millisecondo per rilasciare, allora Deck può portare il blocco con un cilindro dal diametro minore; se a ricevere è un play dai polpastrelli sensibilissimi e dalle qualità da passatore tra i primi in Europa, allora l’argentino setta il blocco in modo da attendere l’arrivo dell’uomo di Rodriguez, sigillarlo sul blocco e finalizzare il vantaggio in avvicinamento a canestro.

DuttiLeDay

In gara 3 la presenza in lunetta di LeDay era tanto frustrante quanto infruttuosa: in quanti possessi il 2, intimorito da Tavares, aveva rifiutato il tiro? In gara 4 Zach riceve in altre zone di campo e punisce, spalle e fronte a canestro. Il duello con Deck non è forse per palati fini ma è per stomaci forti: per le necessità estetiche ci pensa Sergio Rodriguez a punire i cambi difensivi del Partizan.

Per i 2′ finali andare oltre: non c’è GamePlan o analisi tattica che tenga per spiegare la meravigliosa follia del Gioco.

 

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