Luca Banchi aveva predetto che i 4 allenamenti tra la finale di Supercoppa di Brescia e l’esordio in LBA al PalaMangano di Scafati sarebbero stati preziosissimi per cementare le basi di un gruppo solido ma forzatamente da rinnovare. Nessun volto nuovo a roster da conoscere, nel frattempo, ma a bordo parquet sì, con l’arrivo di Lassi Tuovi a rinforzare lo staff insieme ad Alberto Seravalli e Cristian Fedrigo al fianco del coach della Lettonia durante le gare. A fare gli onori di casa del primo GamePlan di campionato delle Vu Nere è la Givova di coach Sacripanti che, tra il ritorno nella massima serie di Alessandro Gentile, il farewell tour del Professor Logan e l’esordio tra i pro‘ di prospetti intriganti come Nunge si presenta come una delle squadre più interessanti da osservare tra quelle non schierate in prima fila.
Semaforo spento, parte l’LBA: quarto per quarto, chiave tattica per chiave tattica, ecco cosa ci ha fatto vedere Scafati-Virtus.
PRIMO QUARTO
- La scelta, già intrapresa a inizio estate pensando alla gestione di Scariolo e attuata ora da Banchi, del roster virtussino è quella di aumentare esponenzialmente il numero di P&R avversari gestiti con coverage aggressive invece che conservative: tra show, hedge e late switch (Dunston cattedratico in materia), la Virtus avrà sempre l’obiettivo nel proprio GamePlan di mettere più pressione possibile sulla palla.
- Che Marco Belinelli sia uno dei migliori giocatori in Europa a lavorare senza palla è indiscutibile. Sul come farlo ricevere e cosa generare di conseguenza, d’altro canto, è il singolo contesto a determinarlo. La prima uscita disegnata per lui è un pin down sul quale, in controtendenza rispetto alla scorsa stagione, Beli attacca dal palleggio l’indecisione della difesa campana: se non cambi coi tempi giusti e non segui sopra il blocco, lo spazio nella tasca per il roll del bloccante è terreno di caccia.
- L’impatto fisico della Virtus è quello che si vedrà molto spesso in LBA, con un’intensità difensiva in grado di generare diverse live ball turnovers negli avversari. Il lavoro di transizione è ben cominciato, quindi, ma se il primo scarico in sovrannumero sul perimetro è superficiale dal lato dell’esecuzione come è nel primo quarto del PalaMangano, la Virtus rimarrà sempre a metà dell’opera.
- A livello di drive&kick e di gestione del P&R da palleggiatore, le ripetizioni estive di Isaïa Cordinier sembrano dare i primi frutti: più in controllo, meno istintivo, un’alternativa credibile e spendibile palla in mano in un attacco con responsabilità offensive più diffuse. La scorsa stagione non sarebbe stato in grado di leggere ed eseguire una ricezione e un P&R con angolo vuoto dopo un Iverson Cut come sta facendo intuire nelle prime uscite del 2023/24: meriti allo staff tecnico di Bologna.
- Se sul perimetro la pressione bolognese è difficile da sostenere, Sacripanti è abilissimo nel trovare altre zone di campo dove cercare vantaggio. Nello specifico, la linea di fondo e l’occupazione dinamica del pitturato. Per il primo punto, è visibile sin da subito l’esecuzione di set che includono almeno un cross screen (blocco orizzontale sulla linea di fondo) per leggere le scelte difensive della Virtus più vicino al ferro.
- Giocare un attacco 5-Out, così insegnano i tecnici, è quello più utile a massimizzare non solo le abilità al tiro di alcuni elementi del quintetto, ma anche per mettere nelle migliori condizioni anche i non tiratori di attaccare un’area più libera. Se a questo si aggiungono i primi passi, immarcabili in LBA se parametrati al ruolo in campo, di Shengelia e Cordinier, il gioco è fatto. Aprire il campo e asciugare il numero di ricezioni interne per concludere: ecco il primo tangibile cambiamento delle stagioni di Scariolo. La prima ricezione “voluta” in post è per Polonara nel penultimo possesso del quarto, utile “solo” ad attirare il raddoppio e riaprire sul pitturato per Pajola.
- Come la Virtus Bologna lo è nei passaggi in entrata dei giochi lungo il perimetro, altrettanto lo è Scafati nei consegnati. abbassare la concentrazione e la pressione autoimposta sugli hand off quando il reparto esterni avversario è costituito da Pajola e Smith è deleterio.
- Le percentuali di Scafati non suggerirebbero una contesa ancora sostanziale a fine 1Q, ma l’energia portata dalla panchina da Rossato si manifesta nella creazione di extrapossessi: rimbalzi offensivi dai liberi sbagliati dai compagni e pressione sul primo passaggio sono vitali per un attacco a metà campo altrimenti annaspante.
- Le rotazioni Virtus mostrano un attacco molto diverso da quello del quintetto titolare. Due specifiche che balzano subito all’occhio: la ricezione del lungo nello short roll (Cacok in particolare) e il blocco tra guardie in entrata dei giochi per forzare il cambio difensivo e attaccare di conseguenza l’esterno più debole a prescindere dall’accoppiamento a inizio possesso (Smith-Pajola).
- Uno dei più grandi punti di domanda della Scafati 2023/24 era la gestione di Sacripanti della coppia Logan/Gentile come registi dei ritmi della second unit. I primi possessi mostrano un coinvolgimento del figlio di Nando in post, cheat code eterno per tantissime tipologie di difensori avversari e quindi applicabile in quasi tutte le gare.