GamePlan Virtus-Brescia: SuperToko Frecciarossa

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Di fronte uno dei maestri e l’allievo modello. Luca Banchi, miglior coach dell’ultima FIBA WC e appena atterrato sul pianeta Virtus Bologna, di fronte ad Alessandro Magro, confermato sulla panchina di una Germani Brescia comunque rinnovata in alcuni ruoli cardine della rotazione. Due preparazioni completamente diverse, due squadre dalla fisionomia agli antipodi, un trofeo già in palio a fine settembre: Virtus-Brescia si sfidano nuovamente in una finale, a 7 mesi di distanza dalla sorprendente vittoria lombarda alle Final Eight di Coppa Italia a Torino. Stavolta è Supercoppa, a Montichiari, dove la Germani è di casa. Quello che non cambia, invece, è GamePlan. Quarto per quarto, azione per azione, proviamo a immergerci nella prima partita con relativo peso specifico della stagione 2023/2024.

PRIMO QUARTO

  • Dunston in quintetto invece di Mickey: obiettivo opporre un corpo più stazzato e meno dinamico a Miro Bilan, cambiando meno sui blocchi ma cercando di lavorare sulle ricezioni del croato.
  • Della Valle accoppiato a Cordinier tra tutti gli esterni di Bologna significa sfruttare i movimenti del francese senza palla e punire i passaggi a vuoto dell’#8 della Germani. L’impatto atletico e psicologico del francese è oggettivamente di un altro livello.
  • Scelta difensiva di Brescia: non raddoppiare né mandare aiuti sul post di Shengelia contro Gabriel. A metà campo Bologna trova comunque ossigeno coi tagli degli uomini marcati da Della Valle e Christon, ma l’11-1 iniziale è chiaramente indirizzato dalla mancata transizione difensiva di Brescia e gli show aggressivi di Bologna sul P&R centrale della squadra di Magro.
  • Se Shengelia piedi per terra viene battezzato ma parte con 2/2 dall’arco, significa che le riaperture della Virtus sono efficaci e che la partita è destinata a durare poco.
  • La scelta di Dunston al posto dell’ex Khimki non è data dai piedi veloci quanto dalle braccia alzate sullo show: Bryant è molto più adatto a lavorare sulle linee di passaggio in show e recupero rispetto a Mickey sui P&R gestiti da Della Valle e molto più bilanciato nell’arretramento della drop sul P&R di Christon.
  • Dentro Jordan Mickey e Pajola, il volto della Virtus cambia notevolmente: si cambia su qualsiasi blocco sulla palla in difesa (con i sentiti ringraziamenti di Bilan in post), aumenta il ritmo in transizione (da tenere d’occhio nel corso della stagione gli hand off in entrata dei giochi del playbook di Banchi).
  • Pin down per l’uscita di Abass, raddoppio coi tempi perfetti di Polonara sul secondo palleggio di Bilan in post per ostruire sia un appoggio facile che la riapertura sul perimetro: gli ingressi del pacchetto italiani delle Vu Nere è efficiente sin dalle prime uscite settembrine e, almeno in ambito LBA, fondamentali per garantire quintetti versatili e multiformi.
  • La second unit di coach Magro fornisce i segnali attesi: i tiri sugli aiuti bolognesi continuano a non entrare (0/5 da 3 nei primi 10′, addirittura 4/9 ai liberi a simboleggiare il gelo dei polpastrelli bresciani), ma l’uscita di Shengelia dal parquet e l’utilizzo similare in post di Mickey trasformano il volto difensivo della Germani. La palla, spalle a canestro, non riesce più a uscire, ingolfando leggermente i ritmi della circolazione virtussina.

SECONDO QUARTO

  • La fisicità della Virtus, soprattutto nella metà campo difensiva (11 rimbalzi difensivi nel 1Q) non accenna a diminuire nel secondo periodo: su ogni consegnato l’ordine è spezzare la linea di passaggio, forzando una ricezione arretrata di almeno un metro rispetto al punto previsto e sfasando tutti i tempi e gli spazi dei set conseguenti.
  • Inizio 2Q, ripetizione dello stesso schema in apertura della Virtus: Mascolo supera la metà campo palla in mano, stagger a 45° per Smith in angolo, ricezione in guardia e P&R sul blocco di Mickey. Da lì la lettura della (non) difesa di ADV fa il resto. Risultato? Un layup non contestato e un fallo della guardia bresciana.
  • Jason Burnell obiettivo “Confondere col delirio”: nessun aggiustamento o lettura particolare ma una dynamo di energia senza pari sul parquet del PalaLeonessa, facendo pesare un dinamismo superiore sia in attacco (1vs1 contro Polonara in avvicinamento) che in difesa (palla recuperata sulla single coverage di Mickey in post).
  • 32-15, prima scelta drastica difensiva di Brescia: 1-2-2 che si trasforma in 2-3 al primo entry pass. Se la qualità e la rapidità delle letture di Mickey, teoricamente il meno portato a farlo, è tale da eseguire un taglio flash dal dunker spot verso il tiro libero, la partita continuerà a non avere storia. Dopo il timeout, di nuovo lo stagger per Smith, short roll di Mickey e appoggio di mancino sullo scarico di Belinelli.
  • Show di Cobbins sul P&R di Hackett che coinvolge ADV, show di Cacok sul P&R che coinvolge Belinelli: dalla collaborazione del lungo nel gioco a due con la propria guardia più debole nel navigare sui blocchi dipende la vittoria o la sconfitta difensiva. Da parte bresciana c’è un fallo di Cobbins e una schiacciata di Cacok, dal lato virtussino un passaggio sporcato e un rimbalzo raccolto.
  • Ritorno in campo di Shengelia accoppiato a Akele? Non più isolamenti in post ma ricezioni dinamiche sul perimetro per attaccare l’ala italiana. Tempo un possesso e Brescia torna a -8 col ritorno alla zona e la prima transizione offensiva in cui gli esterni della Virtus non si accoppiano immediatamente. Dopo il timeout di Banchi, ecco il primo chiaro segnale delle difficoltà di adattamento di Cacok coi nuovi compagni: sul P&R di Hackett con Shengelia come bloccante, l’ex CSKA è nel dunker spot (incrocio tra area pitturata e linea di fondo) alla destra del tabellone. Devontae si sposta improvvisamente alla sinistra, portando il proprio uomo nei pressi della penetrazione di Daniel e stringendo il campo come un fazzoletto.

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