OLYMPIACOS – ZALGIRIS 1-3
La serie probabilmente più attesa è stata, nel suo svolgimento, anche la meno prevedibile di tutti i playoff e dopo il trasferimento in Lituania non è mai esistita. Nell’unico momento in cui l’Olympiacos, priva praticamente per almeno due partite di Printezis, ha accennato una reazione, Jankunas l’ha chiusa con tre tiri glaciali sul classico pick and pop dal midrange, mentre Ulanovas l’ha sigillata con una partita dominante. I primi due atti in terra greca sono stati, invece, molto interessanti ed equilibrati; per due quarti, il primo di gara 1 e l’ultimo di gara 2, è quasi sembrato che i biancorossi l’avessero presa in mano e quindi vale la pena di soffermarcisi.
Gara 1: Difesa asfissiante, mani su tutte le linee di passaggio e contropiede che maschera le carenze dell’attacco a difesa schierata, ovvero le caratteristiche principali dell’Olympiacos, si sono notate solo nei primi dieci minuti della serie. Lo Zalgiris, spaesato come non l’avevamo mai visto, è stato a un Brandon Davies di distanza dal fare la fine del Real in gara 1 con il Pana, invece dopo l’inizio da 23-8 in otto minuti la partita è terminata con una vittoria degli ospiti. Ho individuato tre momenti precisi che hanno contribuito più di altri al risultato finale. A fine primo quarto la stoppata di Davies (che aveva segnato 6 punti fino a quel momento) su McLean e l’ingresso di White hanno girato l’inerzia e messo in moto l’attacco biancoverde. A metà terzo quarto l’accoppiamento Micic-Spanoulis inizia a produrre vantaggi a ogni azione per l’esterno serbo in post basso: sui pick and roll e in transizione e questo permette allo Zalgiris di produre il definitivo aggancio. Per finire la difesa c’è dello Zalgiris nel finale dei regolamentari: una stoppata del solito Davies su Mantzaris e uno sfondamento spettacolare subito da Jankunas, oltre a un fallo commesso da un Printezis in evidente difficoltà fisica, hanno generato una sola “tripla pazza” subita da Spanoulis.
Con un solo tiro indifendibile subìto ce la si può giocare, nello specifico due triple dall’angolo di Milaknis completamente identiche hanno annullato gli effetti di avere contro un fenomeno come Spanoulis. La prima è quella che porta lo Zalgiris in vantaggio sul 69-72, punteggio che verrà pareggiato dal greco e condurrà all’overtime.
Qui vediamo la seconda, la chiamata è doppie uscite per Milaknis, il lituano sceglie ancora il blocco di Jankunas ma esce senza vantaggio, ritorna in punta da Pangos che attacca. Ora il capolavoro di Jankunas che porta un secondo blocco,questa volta a scendere, perfetto per tempi e tecnica, che inchioda Spanoulis e permette al tiratore di attaccare l’angolo completamente vuoto. Pangos lo vede, scarica, e sono tre punti praticamente automatici.
Gara 2: Dopo una partita sostanzialmente equilibrata che coincide anche con l’unica partita giocata davvero bene da McLean, a inizio quarto periodo l’attacco dello Zalgiris s’inceppa senza apparente motivo, o meglio escono alcuni tiri ben costruiti, compresi un paio da sotto di Davies normalmente abbastanza sicuri. L’Olympiacos in attacco non fa meglio, ma trova tre triple abbastanza estemporanee. Una di Mantzaris che si guadagna ammirazione anche per la capacità di alzare il proprio livello di gioco quando la partita conta, infatti nonostante il 20/80 da tre in regular season ha tirato 4/6 nelle prime due partite, una frontale allo scadere dei 24″ senza nulla di costruito di Papanikolau e una forzata con il corpo praticamente in obliquo da Printezis. Nasce così un 9-0 di parziale in 6 minuti, solco scavato e diventato incolmabile grazie a Spanoulis che da lì in poi ha preso in mano la partita.
Lo Zalgiris vincerà l’Eurolega se… come avvenuto nella serie contro i greci riuscirà a trovare, a parte Pangos che è il motore della squadra, un protagonista diverso per ogni momento della partita. Attenzione a Davies che sembra davvero un incubo sempre in movimento per ogni difesa e a Ulanovas che ha preso fiducia e nei momenti che contano non sbaglia nulla.
L’Olympiacos mi ha deluso per… la totale mancanza di attaccanti tra gli esterni, Spanoulis a parte. Ci si aspettava che Strelnieks e Roberts prendessero qualche volta un vantaggio e che Sfairopulos provasse Wiltjer quando mancava completamente attacco, invece l’ha fatto solo in gara 4 e l’ex Rockets ha contribuito contro il quintetto avversario più “normale”, mentre è stato affondato impetosamente dal quintetto piccolo con Ulanovas da 4.
PANATHINAIKOS – REAL MADRID 1-3
Subito dopo Gara 1 la sensazione era che la serie fosse nata in maniera troppo strana per poter trarre qualsiasi indicazione sulle future partite, infatti le altre, senza quella componente psicologica quasi casuale nata dalla sequenza rubata-contropiede-rubata-tripla-persa-contropiede e dal conseguente 20-0, hanno seguito in buona parte le aspettative.
Gara 2: si era detto che lo scoglio principale per il Real sarebbe stato vincere a Oaka e si poteva vincere solo così: con una grande partita di Carroll chirurgico in attacco e più che sostenibile dietro, dove è stato costretto al match up continuo con James per poter tenere Doncic su un esterno meno pericoloso e averlo più riposato nel finale. Fosse stato un match di boxe, cosa peraltro non troppo distante dalla realtà, probabilmente l’avrebbe vinto di poco ai punti Mike James, ma considerata la differenza di qualità tra i due, per il Real questo è stato un affare e nel finale, con la sua efficacia, Carroll ha addirittura costretto Pascual a spostare James su Fernandez. A proposito di allenatori, si è visto un grande ruolo di Pablo Laso nella vittoria attraverso tre scelte tattiche o strategiche che hanno funzionato. Nel primo quarto, quando la partita stava andando nella stessa direzione di gara 1, ha costretto i suoi giocatori a una maggior aggressività imponendo alcune azioni di 3-2 press. È stato un rischio, perchè sarebbero bastate tre azioni a punti del Pana per affondare, ma ha cambiato una mentalità che fino ad allora era stato solo di passività senza controbattere. Inoltre ha poi intuito che sarebbe stata una partita sporca e ha cavalcato la strutturazione a due lunghi con Ayon e Reyes (che risorge ogni anno quando conta) dominando a rimbalzo (16 rimbalzi offensivi sui 36 disponibili) e non subendo i quattro perimetrali dei greci. Pascual non ha trovato nessuna contromossa, o non l’ha neanche cercata forse non avendola proprio disponibile nel roster, però magari Gist e Payne insieme avrebbero prodotto qualcosa di più. Infine è arrivata la scelta di far creare gioco a Mike James, tenendo costantemente Taylor su Calathes per impedirgli anche solo di pensare.
Gare 3 e 4: ci si sposta a Madrid in situazione di parità e qui la serie cambia leggermente: il ritmo si alza e i lunghi del Panathinaikos, specialmente con Gist in gara 3 e Singleton in gara 4, ma anche con il panchinamento di Payne, riescono a riequilibrare il confronto con i rivali diretti, mentre il ritorno di Llull (sebbene non al meglio) porta il duello tra esterni verso un leggero vantaggio del Real. In particolare, la presenza dello spagnolo permette a Laso di avere sempre in campo un ottimo creatore dal palleggio e quindi la coppia Fernandez-Causeur in grado di godere di maggiori vantaggi, mentre qui ad essere giustamente panchinato senza appello è Chasson Randle. Gara 3 procede in sostanziale parità fino a metà partita, quando Doncic e Ayon a cavallo dell’intervallo sfruttano il nervosismo del Pana per allungare con un parziale di 12-0. Da lì l’attacco spagnolo si blocca e lentamente i greci rientrano. A tre minuti dalla fine del terzo quarto siamo di nuovo in parità con il Real che sta tirando 2/11 da tre, che da quel momento diventerà 5/7. Nel finale Laso gioca con i cambi da hockey: Reyes e Ayon per le azioni d’attacco e quattro esterni con Doncic su Gabriel in difesa. Due fiammate di talento individuale di Llull e Carroll portano definitivamente la serie sul 2-1.
Il quarto episodio inizia sul copione della terza partita con l’attacco dei greci che subisce la difesa schierata avversaria e non riesce ad aprire la scatola. James e Calathes non arrivano quasi mai al ferro e, Singleton a parte, non esistono tiratori. Il Pana perciò riesce a restare vagamente in partita solo grazie ai contropiedi da palla recuperata. Si arriva così all’inizio del quarto quarto con il punteggio di 78-60 per la squadra di casa. Qui l’attacco dei Blancos, forse per l’illusione di averla vinta, si blocca inspiegabilmente di nuovo, mentre in difesa viene concessa troppa libertà a Singleton (3/3 da 3 senza opposizione) e si genera un 15-2 di parziale in 6 minuti per gli ospiti senza che tatticamente o tecnicamente sia cambiato nulla. Nei minuti finali Laso cavalca il solito quintetto con tre esterni Reyes e Ayon, mentre Pascual sceglie un quintetto molto leggero con Singleton e Gabriel da lunghi, mentre difensivamente propone un’interessante 3-2 con Singleton in punta e la coppia Antetokounmpo-Gabriel in seconda linea. Il Pana recupera fino a meno tre, poi qualche giocata pesante di Reyes e, soprattutto la famosa tripla di Doncic appoggiata alla tabella e tirata su una sola gamba con la seguente persa di Calathes mettono la parola fine su partita e serie, comunque molto equilibrata.
In rapida successione possiamo vedere tre punti fondamentali della serie, il vantaggio nel gioco interno, con Reyes che garantisce punti facili. Gli esterni del Pana sfidati al tiro con alterne fortune, ogni tanto Calathes segna. Il talento individuale degli esterni madrileni, in questo caso rappresentato dalla già citata tripla di Doncic.
Il Real vincerà l’Eurolega se… Carroll difensivamente rimane così sostenibile e se con il rientro di Campazzo si manterrà la chimica creata eliminando quelle pause offensive di 5 minuti che in una gara secca gli spagnoli non si possono permettere.
Il Panathinaikos mi ha deluso per… non essere riuscito a sfruttare al meglio alcune delle sue carte, K.C. Rivers che avevo indicato come chiave della serie e Denmon non sono praticamente scesi in campo e invece avrebbero dovuto aumentare la pericolosità perimetrale degli esterni, Payne, mediocre a rimbalzo offensivo ha invece subito di tutto nella propria metà campo.
Entrambe le squadre uscite vincitrici da queste due sfide non partono con i favori del pronostico a Belgrado, ma attenzione, perchè come l’Unico Anello di Tolkien, anche le Final Four di Eurolega hanno una volontà propria. Spesso però questa volontà coincide con quella dell’Oscuro Signore seduto sulla panchina del Fenerbahçe. Quindi per me turchi leggermente favoriti e Cska con buone possibilità a seconda delle condizioni fisiche, ma può succedere davvero di tutto