Hapoel Tel Aviv, Dedas: “Patrick Beverley non è facile da allenare”

147
Credits Immagine: IPA Agency

L’Hapoel Tel Aviv, nel corso del mercato estivo, ha messo a segno numerosi colpi ad effetto, ma il nome che più ha creato entusiasmo è indubbiamente quello di Patrick Beverley. Una serie di acquisti così importanti che la formazione di Tel Aviv è considerata la favorita per vincere la prossima EuroCup e conquistare così l’accesso alla EuroLeague 2025-2026.

Avere così tanti giocatori di altissimo livello nella stessa squadre comporta un’ulteriore sfida per coach Stefanos Dedas, che avrà il difficile compito di far coesistere e rendere al meglio tutta la lunga lista di campioni. Lo stesso coach ha ammesso che, a volte, ha difficoltà nel gestirli tutti, come rivelato nel podcast “Shoot” della Podium House.

Su Patrick Beverley

“No, non sono facili da allenare. Beverley non è facile da allenare perché ha alcune abitudini che si porta dietro dalla NBA. Parliamo con lui ogni giorno. Dice ‘Allenami, allenami, insultami! E io gli rispondo ‘Non darmi questa opportunità, è quello che amo.’ 

Ho dovuto cambiare la mentalità di Patrick riguardo la preseason. Nella NBA non conta, in Europa è molto importante. Devi vincere, devi capire se il roster e il gioco che esprimi siano quello che stai cercando di fare. Il risultato conta solo il giorno della partita, ma devi avere delle sensazioni positive sul modo con cui hai giocato.

Nessuno dice che Beverly è un giocatore da one-man-show, perchè non è assolutamente così. Ha la mentalità di un giocatore di alto livello, difendendo il miglior giocatore avversario. Conosce molto bene il suo compito“.

Sul roster di questa stagione

“Anche se avessimo vinto il campionato lo scorso anno, oggi avremmo lo stesso migliorato il roster e parleremmo della stessa cosa: arrivare in EuroLeague. Nulla avrebbe cambiato i piani del club per questa stagione. Anche se lo scorso anno avessimo vinto il campionato, avremmo fatto la storia ma non giocheremmo in EuroLeague. Avremmo lo stesso roster, magari alcuni sarebbero rimasti, ma non sarebbe cambiato il futuro del club. Certo, avremmo voluto vincere, ma noi siamo qui per cambiare i futuro del club in questa stagione”.

Sui giocatori

“Quando salgo di livello come allenatore, cerco di convincermi che non è importante avere dei grandi nomi o dei buoni giocatori che fanno la differenza nella metà campo offensiva. Devi avere dei soldati”.

Pubblicità
Stefano Sanaldi
Quello con la palla a spicchi è stato amore a prima vista. Una volta appese le scarpe al chiodo, ho deciso di allenare le nuove generazioni per rimanere in questo fantastico mondo. E poter scrivere di pallacanestro è un piacere e un onore.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui