L’Italia è bella e se la gioca, ma l’Australia ha lo sprint vincente

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Tonut durante la gara con l'Australia (Twitter Italbasket)

Peccato. L’Italia gioca alla pari con l’Australia, una delle squadre più attese di questa Olimpiade, ma soffre terribilmente i centimetri e la fisicità vicino a canestro dei nostri avversari, pagando un dazio pesantissimo a rimbalzo offensivo nel momento decisivo. Così sono i ‘Boomers’ a portarsi a casa i due punti (86-83), con Landale e Baynes decisivi sotto i tabelloni, così come le triple di Ingles. La squadra di Sacchetti trova un’altra prova d’autore di Fontecchio e ottimi sprazzi di Mannion, però paga una giornata non eccelsa al tiro di due leader come Gallinari e Melli.

Italia-Australia: la partita

La novità di Sacchetti è Spissu in quintetto, ma l’avvio è di marca australiana con le ottime giocate di Thybulle, tra assist per il contropiede e per le triple. Gli azzurri vanno sotto di 6, nonostante un inizio importante di Tonut e Fontecchio, con il ct italiano costretto a chiamare timeout. Al rientro ci sono Moraschini e Ricci sul parquet ed il loro contributo riporta a contatto l’Italia, che scappa sul 30-25 in avvio di ripresa, con cinque in fila di Mannion. Sale la difesa con Melli e Pajola, ma un brutto errore in contropiede ferma l’onda azzurra e l’Australia torna a contatto al riposo.

Gli azzurri partono fortissimo e provano un allungo (50-44 al 23’), però Polonara si mangia la schiacciata del +8 e la coppia Baynes-Landale domina sotto canestro, piazzando un 12-2, con cui gli australiani riagganciano e sorpassano. Il neo giocatore del Fenerbahce si riscatta con la tripla per riportare in gara l’Italia, per un quarto periodo al cardiopalma. L’Australia domina sotto canestro, conquista rimbalzi in attacco a ripetizione e scappa ancora con Landale (67-75 al 36’). Gli azzurri non mollano con Fontecchio, tornano a -3, ma un’invenzione di Mills mette la parola fine.

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Fabio Cavagnera
Lo sport ed il basket sono da sempre la mia passione, diventati poi il mio lavoro, da ormai il lontano 1998 (eh già, sono quasi tra gli 'anziani'). E Backdoor Podcast lo ritengo un mix tra passione e qualità.