Non deve essere stata una serata facile per Klay Thompson, che per la prima volta è tornato in quella che per 13 anni è stata la sua casa.
In estate il giocatore nativo di Los Angeles ha firmato da free agent coi Dallas Mavericks, rinunciando le lusinghe dei Lakers, unendosi così a Doncic e Irving.
Questo momento doveva pur arrivare, dopo solo 11 partite Klay è tornato nella baia, ad aspettarlo c’era una città intera che si era preparata ad accogliere uno dei suoi beniamini.
Già da mesi il presidente delle operazioni commerciali dei Warriors, Brandon Schneider, aveva iniziato a pensare ad un accoglienza degna di quello che Thompson ha fatto per i Golden State. Voleva andare oltre al solo video celebrativo o al regalare le solite magliette, per questo ha decido di regalare a tutti e 18.000 gli spettatori dei cappellini da marinaio per onorare la passione di Klay per le barche.
Anche Klay si era preparato alla serata ma è stato colto di sorpresa quando tutti i dipendenti dei Golden State Warriors lo hanno atteso nel corridoio che porta dal parcheggio agli spogliatoi sventolando il cappello da marinaio a lui dedicato.
Durante la presentazione della lineup, quando era il turno di Klay Thompson c’è stato il classico video tributo a cui il giocatore ha a stento trattenuto le lacrime, seguito poi dall’ovazione da parte del pubblico nel momento in cui si è alzato dalla panchina. Durante questi minuti dedicati a Klay, dall’altra parte del campo l’altro membro degli Splash Brother era quasi nascosto tra i tunnel degli spogliatoi e la panchina, in quel luogo ha trovato un posto sicuro dove poter trattenere le emozioni. Draymond Green invece era in campo, col suo solito sguardo fiero ma in realtà aveva già visto il video e quindi sapeva quali emozioni avesse provato. Dei rumors riportano che era anche previsto un discorso a metà campo da parte di Curry che però è stato annullato.
Fatto sta che alla fine delle ovazioni e del riscaldamento il basket giocato prende lo spazio che si merita e ci regala una partita a sua volta molto avvincente e combattuta. Il primo possesso della partita è dei Mavs che fanno giocare Klay in post basso con Curry, il numero 30 commette fallo e lo manderà in lunetta dove segnerà i primi dei 22 punti totali.
Come riferito dallo stesso Curry riguardo quel primo possesso:
In quel momento non ci ho pensato, non l’avrei lasciato segnare e ho commesso fallo.
Ma la partita è continuata e i due si sono stuzzicati per tutta la durata dell’incontro, fino a quando nel momento clutch Curry ha segnato 12 punti di fila portando a casa la vittoria e non permettendo a Thomson di festeggiare il ritorno al Chase Center con una vittoria.
La feroce esultanza a favore di telecamera da parte di Curry ci ricorda che possono esistere delle amicizie fuori dal campo ma quando inizia la partita gli unici tuoi amici sono i tuoi compagni di squadra e l’unico obbiettivo è vincere.
La scelta di Klay di lasciare la baia per andare a giocare a Dallas ha lasciato tutti scioccati ma come da lui stesso ricordato non è né il primo né l’ultimo a farlo:
Ho già visto i miei giocatori preferiti cambiare e avere successo. Quando penso a Shaquille O’Neal che lascia i Lakers e vince un anello, o a Tom Brady che vince con Tampa Bay, capisco che già è stato fatto.