Luis Scola non ci sta. “Gli Arditi? I loro posti in curva li daremo ai bambini del minibasket”

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Luis Scola
Credits Ipa Agency

Luis Scola non ci sta. Alla vigilia della partita contro l’Olimpia Milano prende lui la scena al posto di coach Herman Mandole e parla alla stampa per quasi mezz’ora. Un discorso a tutto campo. Dalle sconfitte alle questioni extra campo. Un discorso di grande impatto comunicativo al termine di una settimana ad altissima tensione, caratterizzata dagli striscioni contro il CEO della Pallacanestro Varese, dai misteriosi vandalismi all’interno della Itelyum Arena e dall’annunciato sciopero degli Arditi, che diserteranno il derby.

Scola non ci sta e attacca punto su punto, con svitamenti in low post degni del General dei tempi dei Rockets e dell’Argentina. E se gli striscioni intimavano a Scola “il tuo stile americano non fa per noi, salva Varese o sono cazzi tuoi”, “zero fatti, la solita storiella, fate attenzione, insegna Coldebella” (allora general manager varesino, che “venne a contatto” con gli ultras della curva), El General non si fa intimidire e annuncia che “i posti degli Arditi li daremo ai bambini del minibasket”. E ancora, dal punto di vista tecnico. “Possiamo aver sbagliato, ma nessuno punta a retrocedere, sarebbe come se la Coca Cola non volesse più vendere lattine di Coca Cola” (accusa ricorrente da parte di alcuni sui social impazziti degli ultimi giorni).

Al clima mefitico che si respira sotto il Sacro Monte (“penso che la maggior parte dei tifosi della Pallacanestro Varese non sia così, se ce l’hanno contro di me chiaramente a fine stagione dovremo rivedere il progetto societario”), a stretto giro di posta arriva la presa di posizione dei tifosi de Il Basket Siamo Noi e del consorzio Varese nel cuore.
La nostra appartenenza è segnata dalla passione per il basket e dall’amore per la Pallacanestro Varese. La nostra cultura è quella del RISPETTO: delle persone; delle idee; di chi si assume responsabilmente dei rischi; di chi fa scelte, che si possono non condividere e che di per sè implicano la anche la possibilità di sbagliare; di chi si mette in gioco per decidere e definire la direzione; di chi ha una sensibilità, un modo di essere e di comunicare diverso da ciò che sarebbe di nostro gradimento (…). Ma, soprattutto nei momenti critici, sarebbe opportuno e necessario farlo con lucidità, riconoscendo il contesto, senza dimenticare chi siamo e quali sono i valori che orientano il nostro agire”.

Il contropiede di Luis Scola, insomma, rischia di spaccare in due la tifoseria. Una spaccatura che era già nei fatti tra gli Arditi e il resto dei supporter, Il Basket Siamo Noi compreso (insegnanti del “tifo positivo” nella School Cup), per i comportamenti antitetici tra le opposte fazioni. La Openjobmetis domenica giocherà il derby in un contesto tutto da decifrare, in campo e fuori, alimentato dai tam tam mediatici dei social e dei forum, moderni e distorti telefoni senza fili della comunicazione. E se è vero, come sempre accade in questi casi, che la vittoria è il miglior medico (anche se è difficile pensare che possa arrivare contro la squadra di Messina) e che può rasserenare gli animi, le parole di Luis Scola saranno con ogni probabilità un solco dirimente scavato all’interno della tifoseria varesina fino a quando El General rimarrà alla guida del progetto. Con la retrocessione che in questo momento è qualcosa di più di uno spettro, anche se mancano ancora 19 partite da giocare.

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