Marco Belinelli: “Ho paura a smettere, vorrei non succedesse mai”

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Foto di Savino Paolella

Il capitano della Virtus Bologna, Marco Belinelli, ha rilasciato una lunga intervista a Vogue Italia, rivista in edicola a ottobre 2024. Un intervista che traccia un profilo non solo del Marco Belinelli giocatore, vincitore di un anello NBA con la maglia dei San Antonio Spurs, ma anche dell’uomo.

Ecco le dichiarazioni più significative dell’intervista.

Sul futuro

“Ho paura di smettere. Vorrei che non succedesse mai, perché dopo non so cosa farò”.

Quel momento di malinconia guardando una sua vecchia foto

Mi mette malinconia, mi fa pensare che si avvicina il momento di ritirarsi. Mi fa pensare che non riesco più a saltare in alto come quel ragazzino magrissimo e sbarbato di provincia. Ma penso anche che quel cinno (equivalente bolognese di “pischello” o “guaglione”, ndr) non l’ho mai tradito. Già alle elementari dicevo di voler fare il giocatore di basket e ho sempre fatto le scelte giuste per riuscirci. Guardavo le videocassette delle partite insieme a mio fratello, ammiravo con lui quei fenomeni come Larry Bird e Michael Jordan. E ci sono finito in mezzo anch’io, a pestare quelle stesse tavole di parquet. Mi sono fatto un mazzo così ogni santo giorno della mia vita, ogni anno per trovarmi un posto dove giocare tra quei mostri là”.

Su Sergio Scariolo

“Le scelte vanno rispettate, ma stare fuori è fastidioso. Mi sfogavo a casa, ero sempre incazzato. Poi l’allenatore nuovo, Luca Banchi, mi ha dato fiducia e mi sono rimesso in gioco per far vedere ancora il talento e l’amore per questo sport che ho. Dietro c’è tanto lavoro, l’alimentazione giusta e la famiglia. Prima le sconfitte duravano giorni, molto più delle vittorie: passavo a volte anche mesi a rimuginarci, ossessionato, incapace di pensare ad altro. Ora è impossibile, pure volendo”.

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Stefano Sanaldi
Quello con la palla a spicchi è stato amore a prima vista. Una volta appese le scarpe al chiodo, ho deciso di allenare le nuove generazioni per rimanere in questo fantastico mondo. E poter scrivere di pallacanestro è un piacere e un onore.

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