Muhammad-Ali Abdur-Rahkman, esterno della Victoria Libertas Pesaro, ha rilasciato un’intervista esclusiva a Backdoor Podcast nella quale ha parlato di questa stagione in Italia, ma ha anche raccontato di se stesso e di quelli che sono i suoi obiettivi per i futuro.
– Vorrei conoscere il tuo punto di vista su questa prima parte della stagione?
Penso che l’inizio della stagione serva principalmente per scoprire molto sulla tua squadra e su quello che hai.
Poi si tratta di migliorare e costruire chimica tutto l’anno per arrivare ai playoff.
– Ti stai dimostrando uno dei migliori giocatori del campionato; è, per te, uno sprono per fare ancora meglio? Quali sono le tue qualità principali e in quello che hai ancora per migliorare?
Non sono una persona che va là fuori con la mentalità di essere individualmente il migliore.
La mia mentalità è come posso aiutare la mia squadra a vincere; gioco duro e aggressivo per 40 minuti facendo ciò di cui la squadra ha bisogno. Ogni partita che gioco cerco sempre di migliorare, ho una mentalità di crescita.
– Quando sei arrivato a Pesaro in quale aspetto hai faticato maggiormente ad ambientarti sia dentro e fuori dal campo? E chi ti ha aiutato di più tra i tuoi compagni di squadra?
Non direi di non aver affatto faticato; anche se è il mio secondo anno all’estero sono sempre un ragazzo anche se più grande, quindi penso ce ci siano delle cose diverse.
Direi che Leo mi ha aiutato di più nel dirmi dove sono i posti migliori e dove andare.
– Nella tua carriera hai giocato in America, in Polonia e ora in Italia. Quali sono le principali differenze tra questi campionati? E in che cosa hai maggiormente faticato per ambientarti?
Direi che il basket universitario e il basket europeo sono molto simili.
L’NBA e la Gleague sono agli antipodi rispetto al gioco europeo.
Tra Polonia e Italia direi che la Polonia è stata sicuramente più fisica e l’Italia ha giocatori più completi da cima a fondo in ogni squadra.
Quindi in Italia, settimana dopo settimana, giochi contro squadre davvero buone, indipendentemente dalla loro posizione in classifica.
– Qual è la partita o il momento della tua carriera che non dimenticherai mai?
Direi di provare a vincere il campionato nazionale al college.
È qualcosa che sogni sempre da bambino perché la March Madness è un evento enorme e importantissimo in America e raggiungere effettivamente quell’obiettivo è speciale perché tante cose devono andare bene per farcela.
– Quali sono i tuoi obiettivi, sia personali che di squadra, per questa stagione e per il futuro?
Non ho obiettivi personali per la stagione, solo obiettivi di squadra.
Voglio partecipare a Coppa Italia e playoff perché tutto può succedere una volta che sei lì, non importa contro chi giochi.