Possiamo dire allora che il secondo titolo NCAA sia una sorta di restituzione di Shabazz Napier a ciò che UConn gli aveva dato in precedenza?
Certamente. C’era un motivo per cui avevo deciso di rimanere per 4 anni al college: nell’anno da junior coach Calhoun si è ritirato, volevo concedermi un’ulteriore possibilità di lasciare il mio segno da protagonista nella storia dell’ateneo insieme a coach Ollie.
Quali sono i tuoi pensieri riguardo al NIL? Trovi che la regolamentazione dei pagamenti anche per i giocatori collegiali possa aiutare nella conservazione dello spirito della pallacanestro universitaria?
Anche negli ultimi anni della mia esperienza a UConn si parlava di implementare un nuovo regolamento, ma alla fine non si era fatto nulla. Tanti giocatori preferivano così andarsene, attratti da un contratto remunerativo senza aver completato il percorso al college. Conosco cestisti più giovani di me che, incontrandomi in seguito, mi hanno ringraziato per averli convinti, con la mia scelta, di continuare a giocare e crescere in NCAA. Non per tutti è semplice bilanciare una partita di un certo livello in trasferta la sera e la mattina successiva essere sui banchi senza essere retribuiti.
Hai giocato in NBA al fianco di CJ McCollum e Damian Lillard. Quanto era difficile ma allo stesso tempo stimolante allenarsi con loro?
Ero tremendamente eccitato all’idea di andare a Portland perché, per una guardia come me, non esistevano esempi molto migliori di quella coppia. Sentivo di avere il bisogno di apprendere i trucchi del mestiere da pari ruolo del massimo livello come loro. Anche solo sedersi a bordocampo e guardarli muoversi nella facility era uno spettacolo irripetibile! La cosa più difficile era tenere il loro ritmo in allenamento, ho faticato davvero tanto in quei momenti!
Hai dei rimpianti se ripensi alla tua carriera NBA?
No, rimpianti no. Quando mi ritirerò dal basket guarderò indietro e quegli anni saprò valutarli solo positivamente, mi hanno insegnato molto.
Data la tua esperienza, quali sono le peculiarità del basket NBA e quali quelle della pallacanestro europea?
Ho una lunga lista, quanto tempo abbiamo? (ride, ndr) Facciamola semplice. Dal mio punto di vista da point guard, la differenza principale sta nelle regole difensive. Molti giocatori americani, quando arrivano in Europa, fanno fatica a rendersi conto di quanta creatività sia necessaria per arrivare a canestro. Negli USA tante volte penetri e concludi senza il contatto coi lunghi, mentre qui c’è sempre almeno un corpo sotto canestro. In America si lascia molto più spazio alle individualità, anche grazie alla quantità di talento che ognuno possiede. In Europa se si muove la palla si muove tutta la squadra e tutta la difesa avversaria. Tra le tantissime cose che ho notato, forse la disciplina del basket FIBA e la creatività del basket NBA sono il riassunto migliore.