NBA: come funzionano il mercato e i contratti

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NBA

In una delle più grandi leghe al mondo come la NBA, l’importanza dei contratti è fondamentale. Le tipologie di contratto posso essere molteplici, dai rookie contract ai contratti al massimo salariale tipico delle superstar, ma andiamo con ordine.
Ogni team ha circa 15 giocatori sotto contratto, il salary cap gioca quindi un ruolo cruciale; per regolamentare quanto le squadre possono spendere per i salari dei giocatori sono state stabilite delle linee guida, banalmente un tetto massimo e un tetto minimo; in caso di superamento del tetto massimo si va incontro al pagamento di una luxury tax.
Il salary cap  viene determinato ogni anno dalla lega ed è basato su una data percentuale delle entrate totali dell NBA, questa percentuale viene negoziata tra la lega e il sindacato NBPA, che tutela i giocatori.

Il tetto salariale è destinato ad aumentare ogni anno, così da rispecchiare le crescenti entrate: il salary cap ha il compito di garantire competitività ed equilibrio al campionato, il tetto salariale è progettato per impedire alle squadre che possono permettersi spese più alte di dominare sulle altre, dando a tutte la possibilità di ingaggiare i giocatori migliori.
In caso di superamento del limite salariale bisogna affrontare il pagamento di una luxury tax, il costo di questa tassa di lusso ha un costo aggiuntivo progressivo che rispecchia la quantitò di dollari che le franchigie spendono oltre il limite.
Il tetto salariale ha impatto anche nel mercato dei free agent, i giocatori che non hanno il contratto possono firmare in qualsiasi franchigia al patto che abbia spazio salariale a disposizione. Il salary cap ha un ruolo anche nel mercato delle trade, le squadre che sono soggette a luxury tax il caso di scambio deve pareggiare lo stipendio tra giocatori, il tal modo per queste squadre è più difficile effettuare scambi; situazione contraria per le squadre al di sotto del tetto salariale in quanto possono offire contratti più onerosi ai neoacquisti.

Riguardo alle trade esistono delle finestre temporali in cui queste possono essere effettuate: durante la stagione regolare la finestra è dal 1° luglio fino alla trade deadline che si aggira intorno alla seconda settimana di febbraio; da questa data in poi possono essere messi sotto contratto solo i giocatori free agency.
Prima di parlare nel particolare dei tipi di contratti dobbiamo fare un’altra premessa: qualsiasi giocatore sotto contratto da una franchigia NBA è soggetto a tassazione federale e statale, questo fa si che la scelta di una squadra o di una città in cui giocare varia in base alla pressione fiscale subita.
La tassazione federale varia in base al reddito e può arrivare ad un massimo del 37% mentre ogni stato ha la propria tassazione: esistono sia stati senza tassazione (Taxas, Florida, Washington) sia stati in cui le aliquote sono molto alte come la California in cui uò arrivare al 13%.
La tassazione statel influisce più di quanto crediamo sulle scelte di un giocatore che logiocamente è portato a firmare per franchigie in stati con una tassazione più bassa o assente

Andando un po più sullo specifico e sul teorico dobbiamo parlare di quali sono le tipologie di contratto dei giocatori NBA:

  • Standard player contract: contratto più comune che può avere una durata che va da uno a cinque anni, il salario è stabilito secondo il salary cap e il contratto è garantino, questo significa che lo stipendio verrà percepito anche se il giocatore venisse tagliato.
  • Rookie scale contract: un rookie che entra nella lega tramite draft riceve questo contratto, con una durata variabile dai 2 ai 4 anni, in cui solo il primo anno è garantito. La durata del contratto varia in base alla posizione in cui è stato scelto al draft: i primi 30 giocatori ottengono il contratto di 4 anni, mentre gli altri di solo 2 anni. Anche il salario è determinato dalla posizione in cui viene scelto.
  • 10 day contract e two-way contract: nel primo caso è un contratto di 10 giorni che la squadra utilizza quando ha un’immediato bisogno di rinforzi; nel seconda forma di contratto permette al giocatore di militare in parte in nba e in parte nella squadra affiliata della G League

Inoltre esistono delle clausole che possono essere presenti sui contratti come la team option attraverso la quale una squadra può decidere se rinnovare un giocatore per un altro anno oppure la player option, in questo caso il giocatore può decidere se estendere il contratto per un altro anno.
In caso di giocatore sospeso o infortunato la squadra può decidere di sostituirlo temporaneamente con un altro atleta, ma il giocatore continua a percepire lo stipendio.

Il mercato dei rookie è generalmente simile a qualsiasi altra trade, ma ci sono alcune particolarità legate ai contratti e alle tempistiche. Il valore del contratto da rookie, come detto in precedenza, varia generalmente in base alla posizione in cui il giocatore viene scelto; altri valori che vengono tenuti in considerazione riguardo un rookie sono il potenziale di sviluppo che il giocatore ha nel lungo periodo e soprattutto l’adattamento alla lega.
La limitazione principale di una trade tra rookie è il periodo di attesa: un rookie non può essere scambiato subito dopo essere stato selezionato al draft ma ci deve essere un periodo di attesa di 30 giorni.

Per concludere non possiamo non parlare del ruolo della NBPA: l’associazione è responsabile della protezione dei diritti dei giocatori, la sua influenza si estende a molti aspetti legati ai contratti. Attraverso il contratti collettivo, l’NBPA ha la capacità di negoziale il salario dei giocatori, la durata del contratto e le eventuali opzioni; in tal modo garantisce che i giocatori ricevano una parte equa dei ricavi e siano tutelati.
L’NBPA gioca un ruolo chiave nella negoziazione del salary cap: mentre il tetto salariale serve a garantire l’equilibrio competitivo tra le squadre, l’NBPA cerca di ottenere il miglior risultato possibile per i giocatori.

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