NBA, i Boston Celtics sono la squadra più costosa di sempre?

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Credits: IPA Agency.

I Boston Celtics hanno confermato interamente il nucleo capace di portare la franchigia del Massachusetts alla conquista del titolo NBA appena un mese fa. Presto, però, queste decisioni porteranno delle conseguenze: nella stagione 2025-2026 il monte salariale dei Celtics sarà superiore ai 225 milioni di dollari, senza considerare il probabile rinnovo anche di Al Horford. Questo, salvo movimenti in uscita, farebbe di Boston la squadra più costosa di sempre.

D’altronde se hai a disposizione la squadra più forte dell’intera NBA, l’obiettivo di qualsiasi dirigenza è quello di mantenere intatta la struttura a tutti i costi. I Boston Celtics, in questa estate da campioni in carica, si stanno comportando esattamente in questo modo. Dopo aver rinnovato Luke Kornet, Xavier Tillman e Nemias Queta, e aver firmato il rookie Baylor Scheierman, le operazioni principali hanno riguardato le estensioni contrattuali di  Jayson Tatum (314 milioni in cinque anni, il più grande contratto nella storia della NBA per ora), Derrick White (118 milioni in 4 anni) e Sam Hauser (45 milioni in 4 anni).

Questo, inevitabilmente, va a incidere sui costi della squadra: il monte salari per la stagione 2024-2025 è pari a 196.5 milioni di dollari, il terzo più alto della lega dopo Phoenix (222.9 milioni) e Minnesota (205 milioni).

I veri problemi in casa Celtics inizieranno dalla stagione successiva, quando entreranno in vigore le estensioni di Tatum, White e Hauser. Il monte ingaggi previsto per la stagione 2025-2026 è di 225 milioni di dollari, quasi 30 milioni in più rispetto la stagione che sta per iniziare. Il tutto senza considerare il probabile rinnovo per Al Horford, il cui contratto scadrà proprio nell’estate 2025.

Boston Celtics 2025-2026: saranno loro la squadra più costosa di sempre?

Questo incremento vertiginoso del monte stipendi avrà due conseguenze importanti: la prima riguarda l’ammontare delle luxury tax, che si aggirerà sui 210 milioni di dollari, portando così il costo totale della squadra a 435 milioni di dollari, rendendo i Celtics edizione 2025-2026 la squadra più costosa di sempre.

Ovviamente la dirigenza potrà muoversi sul mercato per abbassare il monte ingaggi e, conseguentemente, la tassa da versare alla NBA, ma qui scatta la seconda conseguenza. ossia il second apron. Essendo sopra la soglia dei 208 milioni di monte ingaggi, i Celtics avranno diverse limitazioni tra cui, quelle più importanti, sono l’impossibilità di aggregare due o più giocatori in uno scambio, l’impossibilità di aggiungere del cash agli accordi di mercato e l’impossibilità di utilizzare negli scambi le prime scelte al Draft più lontane nel tempo, ossia quelle del 2032 e 2033. Quelle scelte resteranno “congelate” se i Boston Celtics, come molto probabile, resteranno sopra il second apron tanto nella stagione che sta per cominciare quanto in quella successiva, ma saranno sbloccate qualora Boston dovesse tornare sotto la soglia del second apron in tre delle successive quattro stagioni.

Se questo non dovesse accadere, le scelte di Boston finiranno automaticamente alla fine del primo giro e non potranno essere inserite in nessuna trade. Boston è consapevole di poter competere per il titolo ogni anno grazie a Tatum e Brown, ma mantenere una squadra competitiva costa parecchio.

Quale futuro per Boston?

Considerato questo scenario, è probabile che prima o poi Boston dovrà prendere una decisione impopolare, ad esempio scambiando uno dei giocatori chiave per un contratto meno oneroso di modo da far tornare i conti nel prossimo futuro e non compromettere la propria competitività nel lungo termine. L’indiziato numero uno per una cessione pare essere Jrue Holuday, non fosse altro per motivi anagrafici (ha appena compiuto 34 anni) e per il suo valore di mercato che non sembra destinato a diminuire così tanto nel tempo. L’altro nome è quello di Kristaps Porzingis, ma le condizioni fisiche precarie dell’ala lettone non aiutano di certo il suo valore. In ogni caso, diventa sempre più chiaro perché la proprietà ha deciso di mettere in vendita le quote di maggioranza della franchigia, pur mantenendone il controllo sino al 2028 per assicurare una transizione morbida.

I costi diventeranno enormi, e per rientrare degli investimenti fatti, la cessione della franchigia diventa la soluzione più semplice per rientrare dagli investimenti.

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Stefano Sanaldi
Quello con la palla a spicchi è stato amore a prima vista. Una volta appese le scarpe al chiodo, ho deciso di allenare le nuove generazioni per rimanere in questo fantastico mondo. E poter scrivere di pallacanestro è un piacere e un onore.

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