Mikal Bridges e Ricky Rubio con 40 punti combinati più 10 asssist per lo spagnolo e l’ormai superstar Booker col solito trentello superato (35) sono gli eroi di giornata nell’ultima prodigiosa performance in questa pazza bubble di Orlando, che vede Phoenix team tuttora imbattuto, dopo la grande vittoria sui rimaneggiati 76ers!
Percorso netto
I Suns sono adesso 7-0 e unica squadra senza L, più lunga striscia in sei anni, Grizzlies raggiunti e mezzo match dai Blazers nonostante il 26-39, 13mo seed nel momento del reboot (peggior primato coi Wizards nelle due Conference) e 5 partite dall’ottavo spot, con un averaging ora maggiore di 120 pt per game. Ironico come l’eventuale ottavo referto buono potrebbe persino non significare play-in per il gioco dei calcoli e a causa di una pessima regular season pre pandemia, che aveva lasciato fan base e sportivi scettici sull’ennesima rebuilding andata male. Oggi invece, a ripresa di stagione regolare quasi terminata, i ragazzi di Monty Williams si riscoprono forti, coesi, talentuosi e pronti al grande salto, ma soprattutto giovani negli uomini che potrebbero costruire una legacy futuristica!
Forse performare un basket senza più nulla da perdere, con però gli occhi di tutto il mondo addosso in questo onirico re-inizio, ha tirato fuori il meglio da una young rotation che come unico scopo di questa pazza estate cestistica aveva quello di preparare il grande salto per la prossima stagione, agli ordini di un coach qui al debutto. Se Clippers, Washington, Mavericks e Pacers potevano risultare casi isolati, sfruttando magari tossine da rimettere in sesto per contender un po’ arrugginite, le ultime prestazioni su Miami, Thunder e appunto Philadelphia stanno a rappresentare una cosa sola: i Suns sono una squadra che fa sul serio e da seguire attentamente.
I primati di un ormai maturo Booker
Devin Booker si è riscoperto leader grintoso e focoso, mai quanto ora pronto all’immagine di franchise player, per nulla indietreggiante nell’asfissiare in difesa e prodigo a ricoprire un ruolo caratterialmente di spessore rispetto al passato. I suoi record in questa restart sono molteplici – fra i quali essere a 23 anni il più piccolo a realizzare 7.000 pt – e il buzzer beater su dei Clippers al completo è già storia: a questo punto la nomea di MVP della bolla è assolutamente non utopistica. Cecchino nei liberi, con tre gare al 100% prima di “scendere” a 11 su 12 ieri notte per un 91.9 % totalitario (2ndo NBA), il clamoroso 50% plus dal campo coi 20 di media sempre superati, Devin è divenuto il condottiero di franchigia con 91 partite a più di 30 punti, di cui ben 28 quest’anno comprese tre di seguito, superando Walter Davis.
La rivincita di Ayton
Menzione d’onore pure per DeAndre Ayton, da sempre paragonato a Doncic per la pick ahead di due anni fa, ma a differenza del prescelto sloveno lui è ancora a caccia di sviluppi tecnici. Pregevole invece anche la sua di ripartenza, sia attorno al rim che in avanti quale front-line man. Ciò che i Suns stanno ottenendo da lui è quella presenza da interior di cui avevano bisogno e motivo della famosa scelta appena accennata, mentre nell’offensive zone è al limite dell’ingestibile quale seconda opzione, con un efficent rate formidabile, grazie ad una percentuale addirittura limitrofa al 73% sotto canestro, proiezione pari alla terza posizione di lega con almeno 5 tentativi.
Il mix giovani/veterani
Buttare definitivamente nella mischia Bridges e Cam Johnson – sui 35 minuti di media – è stata la scintilla principale che ha rinvigorito il team dell’Arizona, l’uno chiave in copertura e l’altro tiratore eccelso, adesso elite nel ball movement circolare che porta bombe su bombe, il terzo miglior attacco e net rating tra gli starting lineup con Rubio (miglior percentuale dall’arco in carriera), Booker e Ayton, per non parlare di Jevon Carter decisivo sugli Heat, tutti top prospect da affiancare ai sempre verdi Saric e Kaminsky.
I Suns devono fare l’ultimo e difficile sforzo su Dallas e quel Doncic spesso presente come rimpianto nel loro recente destino, sperando in favori soprattutto da parte dei Bucks, bisognosi di tornare grandi contro Memphis, che dei Nets sui redivivi Blazers di Nurkic, lui altra bella storia di questo torneo a porte chiuse assieme a TJ Warren e Michael Porter.
Se il miracolo non si completasse nulla di questo meraviglioso cammino sarebbe scalfito, e la consapevolezza di avere qualcosa di consistente per un domani ricco di sogni e speranze rimarrà presente nella mente di ogni tifoso in questo lato di Arizona!