Siamo nel magico mondo dell’NBA, dove tutto può succedere e dove tutti possono vincere. Vuoi perché potresti essere il James Jones di turno (trovandoti così nello stesso roster di LeBron per 7 anni di fila, facendo 7 Finals consecutive e vincendone 3), o perché una cosa che in NBA non manca sono di certo i premi: ben 13. Tuttavia, fra i molti ce ne sono alcuni che sono chiaramente più ambiti degli altri. Fra questi troviamo anche il MIP, ovvero il Most Improved Player of the Year Award, premio assegnato al giocatore più migliorato rispetto alla stagione precedente. Trascorso quindi circa il 15% della stagione, tracciamo ora un primo rendiconto di quali potrebbero essere i possibili vincitori, o quantomeno candidati, del premio. Ora, però, bando alle ciance e via con i nomi.
Precisiamo innanzitutto che questa è una lista di nomi in ordine casuale, non una classifica.
Candidato #1: Tyrese Haliburton
Indianapolis (mica è un giocatore, direte – giustamente – voi, ora però ci arriviamo) è la capitale dello stato dell’Indiana ed è arcinota per la “500 miglia di Indianapolis”, una gara automobilistica che si corre dal lontano 1911. Tuttavia, nonostante la città sia più conosciuta dagli appassionati di corse che da quelli di basket, ci dev’essere qualcosa di magico nell’aria che si respira qui, che forse proviene proprio dagli scarichi delle macchine che la rendono tanto famosa e che da ai giocatori dei Pacers una sorta di carica strana, una certa spinta a migliorarsi, perché gli Indiana Pacers sono la squadra ad aver ricevuto in assoluto più premi per il Most Improved Player in tutta la NBA.
Per non interrompere le tradizioni, anche quest’anno Indiana sembra voler mandare avanti un validissimo candidato: niente po’ po’ di meno che Tyrese Haliburton signore e signori, il “pilota” del super attacco dei Pacers di questo inizio di stagione. Haliburton guida semplicemente il miglior attacco dell’NBA, capace di segnare 128.3 (rileggere per credere) punti di media a partita. Inutile dirlo, i Pacers sono primi per pace (104.75 possessi a partita) in tutta la lega: corrono sempre, che ci sia uno stop difensivo o un canestro subito, rimettono la palla in gioco e volano di corsa dall’altra parte mettendo la palla in mano ad Haliburton, proprio come se fossero in una corsa automobilistica. D’altronde a Indianapolis si fa così, no?
Dal canto suo, il playmaker sta contribuendo in maniera non indifferente a questo rendimento stellare: 25.3 punti di media contro i 20.7 dello scorso anno, con una percentuale di tiro effettiva del 63.4%, migliorata del 5% rispetto al 2022/23. Allo stesso modo, Haliburton ha anche aumentato il numero di assist rispetto all’anno precedente, arrivando a sfornarne 12.3 a partita. L’aumento è dovuto a questo nuovo stile di gioco super veloce di Indiana, che mette la palla in mano a Tyrese e, fondamentalmente, lascia che il suo genio agisca. Questi numeri – sia i propri che quelli di Indiana (terza per palle perse in percentuale al numero di possessi) – fanno entrare di diritto Haliburton nella lista dei candidati al MIP.
Candidato #2: Scottie Barnes
Sponda est, precisamente in Canada, a Toronto. Il Nord candida Scottie Barnes, che diversamente da Haliburton ha migliorato il proprio impatto anche nella metà campo difensiva oltre a quella offensiva. In questo inizio di stagione il miglior rookie dell’anno nel 2022 sta facendo registrare il massimo numero di stoppate e palle rubate in carriera, rispettivamente 1.3 e 1.7 a partita. Inoltre ha aumentato di 2.5 i rimbalzi recuperati, arrivando a quota 9 rimbalzi a gara.
Per quanto riguarda l’attacco, invece, la guardia/ala nativa della Florida sta mettendo a referto 19.7 punti, contro i 15.3 della stagione scorsa nonostante il minutaggio sia rimasto pressoché invariato. Un aumento frutto di un miglioramento della percentuale del tiro da tre, passata dal 28% della scorsa stagione al 38% di quest’anno. Barnes ha aumentato anche il numero di tiri a partita e questo dato è anche indice del fatto che Toronto si sta appoggiando sempre più al giocatore che al terzo anno in NBA sperano possa fare un salto di qualità importante, magari che gli valga proprio il MIP.