NBA Playoffs: 3 curiosità su Denver Nuggets vs Los Angeles Clippers

3 punti chiave per analizzare la serie playoff tra Denver Nuggets e Los Angeles Clippers

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In attesa degli ultimi verdetti del Play-in 2025, andiamo a vedere 3 curiosità su una delle sfide più interessanti del primo turno, quella ad Ovest tra la numero 4 Denver Nuggets e la 5 Los Angeles Clippers.

Entrambe le franchigie hanno chiuso la stagione con un record di 50W e 32L , con i californiani che hanno confermato la posizione in classifica all’ultimo overitme nell’epica battaglia di domenica scorsa contro i Golden State Warriors. Sono state le due squadre con il miglior rendimento nella regular season della Western Conference negli ultimi otto anni, e si affronteranno per la terza volta ai playoff.

Andiamo dunque a scoprire 3 curiosità su questa avvincente serie:

Nikola Jokic (Denver Nuggets)
Credits Ipa Agency

1. Và dove ti porta Jokic…

I Denver Nuggets si presentano ai blocchi di partenza della post season con molti dubbi e un’unica solidissima certezza: Nikola Jokic.

Il finale di Regular Season li ha visti protagonisti al di fuori del campo in uno degli scossoni che hanno caratterizzato la stagione 24-25, ossia la separazione da Coach Malone e dal Gm Booth solo una decina di giorni fa. Azione che potrebbe destabilizzare qualsiasi team, a meno che non si abbia una delle stelle più luminose dell’intero firmamento cestistico a roster.

Ancora una volta la stagione di Jokic è stata di livello assoluto, in lotta per il 4° titolo di MVP, è riuscito ad alzare ulteriormente il suo livello chiudendo una stagione in tripla doppia di media, il primo centro nella storia a riuscirci. Il Serbo guida la lega per differenziale on-off con Denver che quadagna 19.8 punti per 100 possessi con lui in campo (contro un minus -9.3 quando in panchina). Primo giocatore di sempre a classificarsi nella top10 stagionali in punti, rimbalzi, assist e recuperate ad allacciata di scarpe. P.A.Z.Z.E.S.C.O. Probabilmente la miglior annata statistica della storia per un singolo giocatore

2. Fattore “C”…

Coaching. Tyronn Lue è un allenatore di esperienza, affermato, rispettato, vincente con già un titolo alle spalle (Cleveland 2018) e, probabilmente, riceverà voti come Coach dell’anno per il lavoro fatto in regular nonostante un Leonard dalla salute altalenante e la partenza di Paul George. I Clippers erano ampiamente dati come una squadra da lottery. “Non vedo l’ora di smentire tutti,” ha detto Lue a ESPN lo scorso agosto dopo che George ha firmato il contratto al Max con Philadelphia. Ci è probabilmente riuscito e, siamo davvero certi che si voglia fermare alla regular season ora che ha la squadra al completo?

Dall’altra parte abbiamo un figlio d’arte, David Adelman che non si può proprio definire un esordiente visto che è stato all’interno dello staff di Malone dal 2017 e i Clippers li ha già incrociati come assistente nel 19-20. Ma ora la sua posizione è quella al timone è ha solo 3 partite di esperienza alle spalle come Head Coach: Saprà premere i tasti giusti nella testa dei giocatori? Come difenderà sul p’n’r guidato da Harden? Su Leonard? Su Powell? Quanto spazio darà a Westbrook? Chi guiderà la squadra quando Jokic si riposa?

A proposito di Jokic, le sue dichiarazioni dopo la prima vittoria del post-Malone sono state le seguenti: “La gente dice che siamo vulnerabili, ma la bestia è sempre più pericolosa quando è vulnerabile, Forse [l’esonero] ha svegliato la bestia.

3. Kawhi è fresco e riposato e non è solo..

Se da un lato dunque troviamo il giocatore più forte del mondo, dall’altra, con il rientro di Kawhi Leonard, si è di fronte ad una franchigia in totale fiducia dei suoi mezzi, con una cavalcata finale di 18vittorie e 3 sconfitte registrando in queste 21 partite il miglior attacco con 123.6 punti per 100 possessi.

Leonard ha saltato le prime 34 gare di stagione ma ha giocato 21 delle ultime 25 ed è sembrata la versione più forte e solida di quelle viste in maglia Clippers. Nella sfida decisiva contro GSW ha registrato 33 punti con un 13/20 dal campo e, nelle precedenti apparizioni ai playoff ha avuto medie dei 29.3 punti con una true shooting percentage del 63.3%

Se non bastasse lo spauracchio Kawhi, abbiamo in un solo team molti protagonisti di una stagione ottima, a partire da Norman Powell, serio candidato per il premio di Most Improved con i suoi 21.8 punti a partita in stagione e il 48.4% dal campo. Powell sa inoltre creare tiri in autonomia con un eccellente 37,8% da tre dal palleggio.

Ivica Zubac è in lizza per la nomina di Difensore dell’anno ed è l’avversario che meglio si è comportato contro Jokic negli ultimi due anni

 

Dulcis in fundo, il rinato James Harden che ha trovato nella gestione Lue un equilibrio che lo ha reso efficiente senza dover trascinare la squadra sulle proprie spalle come ai tempi di Houston (cosa che l’età non gli permette più di fare). Dall’essere uno dei migliori giocatori in isolamento della storia, Harden ha saputo tasformarsi in uno magistrale conduttore di pick’n’roll, l’attacco perfetto per impegnare costantemente Jokic nella propria metà campo.

 

La serie si presenta intrigante, equilibrata e… probabilmente lunga. Seppur i Nuggets siano sembrati più battibili in Colorado rispetto agli anni precedenti, il fattore campo è ancora a loro favore. Se si arriverà ad una gara 7 o meno , ci auguriamo tutti di poter godere di uno spettacolo avvincente e ai massimi livelli. Buoni playoff a tutti.

 

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