Nenad Dimitrijevic: “Tagliato all’improvviso da Mumbru”

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Credits Savino Paolella

Il fresco MVP della Frecciarossa Supercoppa 2024 Nenad Dimitrijevic, ha rilasciato una lunga intervista a Eurohoops nella quale ha ripercorso i suoi recenti trascorsi tra l’avventura con Valencia e il biennio in Russia che lo ha riportato alla ribalta, sino all’ingaggio da parte di Olimpia Milano, che gli ha concesso una nuova chance per dimostrare il suo valore.

Ecco le dichiarazioni più importanti di Nenad Dimitrijevic.

Su Valencia

“Il primo anno a Valencia è stato molto complicato. Forse la gente non lo sa. E’ stata una stagione piena di infortuni e ho avuto anche una brutta malattia che mi ha tenuto lontano dai campi per due mesi che mi ha fatto perdere 6 chili. La squadra non ha avuto una stagione di successo, poi è arrivato un nuovo allenatore. Tornando a casa, tutto andava bene: avevo altri tre anni di contratto e avrei dovuto essere il playmaker del futuro”.

Sull’addio a Valencia

“Tutto andava per il verso giusto. Poi ho ricevuto una telefonata dal nuovo allenatore (Alex Mumbru, ndr) che mi disse che non rientravo più nei piani. A questo punto, insieme al mio agente Misko Raznatovic abbiamo cercato di capire quale fosse la decisione migliore da prendere. La decisione giusta è stata quella di andare a giocare, non solo essere parte di una squadra. Avevo bisogno di giocare tanto e poter essere un leader, essere il realizzatore. Insomma, esprimere il mio gioco”.

Sull’esperienza in Russia

“Mi mancava quello che amo, perché in Spagna, con rotazioni a 12 giocatori e con minuti limitati, alcune partite le giochi e altre no. Sentivo di non aver raggiunto il mio pieno potenziale. Andando in Russia con Velimir Perasovic, sapevo che sarebbe stata la scelta corretta per la mia carriera. E alla fine si è rivelato così perché mi ha lasciato giocare ed essere il vero me stesso. Gli interessava solo vincere, e questa era la cosa che contaava di più per me”.

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Stefano Sanaldi
Quello con la palla a spicchi è stato amore a prima vista. Una volta appese le scarpe al chiodo, ho deciso di allenare le nuove generazioni per rimanere in questo fantastico mondo. E poter scrivere di pallacanestro è un piacere e un onore.

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