Pippo Ricci 5,5: gioca da comprimario assoluto piazzando alcune giocate importanti nei playoff contro Brescia. Per il resto della stagione però è abbastanza invisibile senza però far mai mancare il suo contributo da spogliatoio.
Diego Flaccadori 6,5: prima parte di stagione enormemente oltre le aspettative (sostituendo Pangos) poi l’inevitabile calo. Fatica in termini di costruzione e il tiro è molto ondivago ma in gara 3 e 4 di finale c’è la sua indelebile firma.
Rodney McGruder SV: di passaggio senza lasciare traccia. Sembra poter portare difesa sugli esterni ma non trova mai il giusto spazio e poi lascia per problemi personali.
Denzel Valentine SV: come McGruder ma con ancora meno tempo, una semplice assicurazione sugli infortuni. MVP dei festeggiamenti.
Devon Hall 7: i problemi di incostanza offensivi ci sono sempre ma quando trova ritmo è costantemente un fattore sui due lati del campo. Difesa forte e sempre la lettura giusta per attaccare i closeout. Potrebbe aver chiuso il suo ciclo milanese.
Guglielmo Caruso 6: si fa trovare pronto le poche volte che è chiamato in causa. Difficile emergere in quel pacchetto lunghi.
Shavon Shields 7: il talento è straripante ma appaiono chiari anche i suoi difetti in fase di letture. Troppo spesso ferma il gioco, anche per mancanza di alternativa, o la scarica nel momento sbagliato. Sono difetti sui ma anche difetti di squadra che lui ha pagato ma la fiammata di gara 1 nelle finali ci ricorda che parliamo di un talento stratosferico, anche nelle annate incerte.
Nikola Mirotic 7: mvp delle finali paga un lungo stop e uno scarso coinvolgimento. Il suo inserimento è stato più difficile del previsto come la sua gestione difensiva, ma c’è stata tanta umiltà nel montenegrino per mettersi al servizio della squadra fino all’exploit di gara 4. Era lecito comunque aspettarsi di più ma l’atteggiamento fa ben sperare per il futuro.