Olimpia-Reyer, Shields è un cheat che vale la finale: il gameplan

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Olimpia
Credits to Savino Paolella

Ampio successo dell’Olimpia Milano sulla Reyer Venezia nella prima semifinale della Coppa Italia 2024. Gli uomini di Messina guidati da un suntuoso Shields e da una grandissima percentuale dall’arco vanno a riposo sul +20 e amministrano nella ripresa, conquistando la terza finale in quattro anni. Nelle file della Reyer non bastano le ottime prove di Spissu, Kabengele e Tucker. 100-77 il risultato finale.

C’è del magico in Danimarca

Nell’analizzare il primo tempo di Milano non si può che partire dalla prestazione offensiva di Shavon Shields. 28 punti (superato il record di Gallinari in una Final 8 con Milano) e un dominio totale sulla gara. In numeri la sua partita è riassumibile con i 2,2 ppp del primo tempo. 2,3 ppp generati dalle situazioni di pick and roll. Il tutto contro una difesa che gli ha messo tutte le attenzioni possibili addosso.

Nello specifico c’è una cosa che ha fatto malissimo alla difesa Reyer: la lettura della posizione di Kabengele. Parks assente, Spahija si gioca la carta Casarin sul danese e lo show del suo centrone sui pick and roll. La scelta è giusta, se non altro che il danese legge quel mezzo secondo di ritardo costante del centro della Reyer per punire quella zona di campo concessa tra il pick e il drop del lungo.
Casarin paga il giocare contro un attacco di alto livello impastandosi spesso e volentieri sul blocco, Venezia manca quel mezzo secondo che per gli attaccanti di alto livello come Shields fanno la differenza.

Le scelte difensive di Milano

Venezia si affacciava a questa partita con due grandi pericoli offensivi principali palla in mano: Spissu con il palleggio, arresto e tiro da tre, Tucker con i suoi garretti per attaccare il ferro. La scelta su Spissu, soprattutto nei primi venti minuti, paga grossi dividendi visto che sui i suoi pick and roll la scelta è di mandarlo dentro e toglierlo dal perimetro. Messina mette Napier in marcatura su di lui, sia perché non concede mismatch, sia perché le sue doti difensive non eccelse potevano essere nascoste meglio chiedendogli “solo” di indirizzare l’attaccante verso il drop del lungo.

Su Tucker la scelta è stato diversa con Messina che chiede ai suoi di concedere il tiro da fuori ma di riempire l’area per proteggersi dalle sue incursioni al ferro. Esecuzione buona perché sia Hall che Tonut tengono spesso e volentieri l’1vs1, indirizzano verso l’aiuto, ma le qualità dell’esterno americano gli permettono di segnare canestri difficili.

Infine, efficace scelta difensiva di concedere lo short roll a Tessitori e Kabengele, sfidando l’attacco di Venezia nel generare attacco da quella situazione. Quando il pick and roll prevende un coinvolgimento di lunghi mobili come Melli e Hines, si eseguiva un blitz forte sulla palla per costringere gli handler della Reyer a scaricare e costringere i lunghi a dover creare dal palleggio, lasciando la zona di campo intermedia e mettendo sempre un uomo con timing perfetto sulla riga di fondo per chiudere al ferro. Hines, Melli e Ricci perfetti nella rotazione. Togliere la palla dai pericoli pubblici n.1 e costringere l’attacco di Venezia a trovare vie diverse per fare canestro.

Tucker

In una serata davvero complicata per Venezia, l’unica soluzione che ha pagato buoni dividendi sono state le incursioni al ferro di Rayjon Tucker. Nel momento in cui la difesa Olimpia ha preso le misure all’attacco veneto il giocatore americano si è messo in proprio isolandosi con il pick and roll e attaccando il ferro. Milano lo spinge dentro contro gli aiuti e in diversi momenti gli crea grossi problemi nel tirare nei pressi del ferro, ma le sue doti gli permettono comunque di mettere insieme un buon bottino. La sua migliore abilità è nel assorbire il contatto e nel coordinarsi per trovare l’angolo migliore per il tiro. Ottima performance contro difensori del calibro di Hall e Tonut.

Transizione

Ancora una volta la chiave della vittoria di Milano arriva dalla sua produzione in transizione. Squadra che solitamente non sfrutta al meglio questo aspetto del gioco, nella semifinale con Venezia chiude il primo tempo con 1,6 ppp in transizione. Ancora una volta è la difesa che alimenta l’attacco e che permette all’Olimpia di usufruire di tutto il suo talento offensivo. La Reyer è una squadra che, per conformazione fisica e per attitudine, è portata a mettere grossa pressione a rimbalzo, ma tende a sbilanciarsi in fase di transizione difensiva quando non ottiene il controllo dei tabelloni.

Situazione che in campionato ha spesso pagato grossi dividendi contro compagini fisicamente più piccole, ma che ha esposto il fianco a una squadra fisicamente molto più prestanti come Milano. L’Olimpia ha fatto buona guardia del suo canestro e ha sfruttato l’ottimo lavoro dei suoi lunghi nel correre il campo e sfruttare una difesa che spesso è sembrata indietro un giro dopo essere andata a rimbalzo.

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