GamePlan Olympiacos-Monaco: Walkup ha gettato chiave e lucchetto

252

Olympiacos e Monaco si ritrovano a Kaunas dopo la serie di Playoffs 2022 conclusasi a gara 5 al Pireo e il 2-0 in favore dei monegaschi in Regular Season. Così avevano parlato i protagonisti alla vigilia, ma il campo cosa ha detto? GamePlan si concentra sugli aspetti nascosti dal tabellino della prima semifinale della Final 4 di EuroLeague.

 

TROPPI ISOLAMENTI PER L’OLY

I quintetti che abbiamo imparato a conoscere durante l’anno non cambiano: Walkup-Canaan-Papanikolaou-Vezenkov-Fall per i greci, James-Ouattara-Loyd-Brown III-Motiejunas per il Roca Team. Un metro arbitrale non eccessivamente severo e la tensione palpabile giocano un brutto scherzo alla circolazione di palla dell’Olympiacos nei primi possessi: più che palle perse la staticità dell’attacco ateniese si misura nella quantità inusuale di isolamenti che Canaan e Vezenkov in particolare si trovano a giocare. Il lavoro sui pick and roll dell’Olympiacos è gestito sulle linee di passaggio, evitando che gli handler greci possano aumentare il vantaggio creato col primo blocco. Come sempre è fondamentale notare come le difese si adeguino alla gestione del blocco sulla palla quando è Kostas Sloukas a gestirla, tanto che merita un paragrafo a sé stante.

COME DIFENDERE IL P&R DI SLOUKAS?

Quando l’11 biancorosso va a sinistra, l’indicazione è aggressive drop e stunt da lato forte, anche a costo di concedere libertà all’uomo in angolo. Se Sloukas va a destra, invece, i lunghi del Monaco optano per un hard hedge (due-tre scivolamenti orizzontali per impedire la penetrazione) e il successivo recupero sul rollante. La conseguenza è che le linee di passaggio sono tutte inizialmente ostruite, costringendo Kostas a scarichi sul perimetro complicati non tanto per la marcatura sui compagni ma per la selva di braccia e corpi che si trova addosso. Più corpi, più fisicità, più scommessa sull’attacco del close out da parte del resto del quintetto.

RIMBALZI OFFENSIVI E LINEA DI FONDO

La difesa dei quintetti di Bartzokas non muta in quel di Kaunas: sulla palla si droppa, più o meno profondo, con Fall e si ruota di conseguenza; si sceglie di tenere un paio di scivolamenti con Vezenkov e Peters; si cambia con Black e Bolomboy. La grandissima varietà di difensiva dell’Olympiacos, almeno nel secondo quarto, fa il solletico agli esterni del Monaco: prima Loyd, poi Mike James e infine Okobo riescono a dare ciascuno la propria fiammata, punendo dal perimetro più in transizione che dal palleggio e trovando le zone del pitturato lasciate scoperte dall’Oly (il 25% dei punti dei primi 12‘ viene racimolato direttamente da rimbalzi offensivi). In particolare è la linea di fondo terreno fertile per il vantaggio monegasco, soprattutto tramite tagli backdoor. La volontà dell’Olympiacos è di mettere pressione in punta ai palleggiatori, questi hanno semplicemente troppo talento individuale se in serata per essere limitati.

POLVERI BAGNATE, ALMENO ALL’INIZIO…

Nonostante 8 rimbalzi offensivi concessi all’Olympiacos nel primo tempo, la partita pare saldamente nelle mani del Monaco, grazie soprattutto alle percentuali avversarie. Più che il 33% da 3 sono il 33% in area e il 50% ai liberi che parlano di una circolazione stagnante del pallone e della necessità di mantenere il massimo dell’intensità possibile in difesa per stancare l’avversario e garantirsi più frustrazione generata negli avversari per punire le minime disattenzioni lontano dalla palla nell’altra metà campo. Nei primi due quarti sono solo un paio le occasioni in cui avviene il terzo passaggio da pick&roll, mentre l’apertura di terzo quarto è significativa.

STESSE SCELTE, MANIERA DIVERSA

Come diranno i protagonisti nel post partita, è la difesa dell’Olympiacos a cambiare la partita. Walkup costringe il Monaco a cambiare portatore di palla per evitare che Mike James passi 28 metri e 24 secondi ad azione sotto le sue grinfie. Impressionante come il prodotto di Iowa State sia in grado di determinare una partita di questo livello senza segnare nemmeno un punto nel parziale di 27-2. Le scelte sono le stesse, ma è la violenta volontà di non concedere canestri facili: l’hard hedge di Vezenkov lo si fa perché John Brow e Moneke sono battezzabile da fuori, si può aspettare che l’handler fermi il palleggio senza aggredirlo e lavorare su linee di passaggio. Se però l’aiuto in rotazione non arriva, tutto è vano. Canaan e Papanikolaou salgono in cattedra nel fondamentale e tutto il sistema difensivo torna a essere il migliore di questa EuroLeague.

IL PICK&ROLL LATERALE DELL’OLY

Scegliete voi se siano più impressionanti i soli 2 punti concessi o i 27 realizzati in 10′. Walkup e Fall iniziano a macinare pick&roll laterali in sequenza, vanificando ogni possibile contromisura del Monaco: se arriva il raddoppio verso la linea Walkup lo spezza, se la difesa cambia la ricezione profonda di Fall è assicurata, se Monaco droppa vengono azionati i taglianti. Sì, taglianti e non tiratori da ala o angolo di lato debole: la squadra di Bartzokas trova ritmo in attacco iniziando a sfruttare la linea di fondo così come aveva fatto il Monaco a inizio partita per poi, in un secondo momento, trovare la retina anche da fuori, con la tripla di tabella di Larentzakis a cilieginare la torta. Nei primi due quarti il tiratore in angolo c’era ma non veniva servito, consentendo al difensore del Monaco di riempire ulteriormente l’area con tag profondi. Venendo a mancare questo cuscinetto, quando il tiratore si ripresenta la difesa non riesce ad adeguarsi rapidamente.

BLITZ, MA TROPPO TARDI

Nell’ultimo quarto il Monaco prova a tornare a galla dopo l’apnea del terzo quarto. L’aggiustamento più visibile è il blitz sistematico sul pick&roll di Sloukas, col risultato che Kostas non trova mai la via del canestro ma riesce comunque a trovare il terzo uomo sul perimetro. Essere riusciti a staggerare i minuti di Kostas e di Walkup sino a 3’11” dalla fine è stata la carta vincente di Bartzokas: non si erano visti minuti in contemporanea nel primo tempo a causa dei due falli a carico del prossimo naturalizzato greco, non è stato necessario vederne molti nella ripresa. Sulla palla, lontano dalla sfera, nel sistema di cambi con Black e Bolomboy e passando sopra i blocchi con Fall: ogni aspetto della difesa di Walkup è da DPOY, che sarebbe a questo punto da dividere equamente con Tavares.

 

 

Pubblicità

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui