L’Alba Berlino infligge una pesante sconfitta all’Olimpia Milano, sia nel punteggio (83-63), sia nella sostanza. Gli uomini di Messina rimettono in campo gli stessi problemi mostrati prima della serie positiva. Nonostante siano rimasti a ruota per quasi tutta la partita (più per percentuali cattive al tiro dell’Alba che per meriti propri), le Scarpette Rosse non hanno mai dato l’impressione di poter vincere la partita.
Se molla anche la difesa…
La cosa più preoccupante per Milano è stata la pessima qualità difensiva messa in campo. Se nelle settimane passante il sistema difensivo aveva comunque prodotto cose positive, nella partita di Berlino ha imbarcato acqua in maniera pericolosa. Milano è, in parole povere, andata sotto nell’unico aspetto realmente positivo di questa stagione.
Milano ha difettato nel mettere pressione sulla palla. Ha permesso all’Alba di entrare nei set offensivi in maniera lineare, esponendo esterni come Baron e Hall ai mismatch fisici contro ali come Thiemann e Sikma.
Dimostrazione di come una difesa fatta di cambi scopra tutti i limiti fisici dei quintetti che permettono di giocarla, quando viene a mancare l’aggressività.
Transizione difensiva
Possiamo affermare con una certa sicurezza che nel game plan dello staff milanese il negare la transizione offensiva all’Alba fosse in cima alla lista delle cose da fare. Da anni la squadra berlinese si nutre delle situazioni offensive che nascono dalle situazioni di transizione.
La corretta gestione del pallone in attacco, principale modo per negare una transizione all’avversario, doveva essere l’arma principale per disinnescare questa arma offensiva avversaria.
Le difficoltà offensive di Milano, soprattutto a livello di trattatori della palla, hanno permesso all’Alba di effettuare blitz sui pick and roll e forzare palle perse che si sono tramutate in contropiedi letali per le speranze di vittoria biancorosse.
Quei mismatch non sfruttati
Un altro indicatore delle difficoltà offensiva di Milano è stata la non capacità di sfruttare i mismatch fisici che poteva avere in un quintetto con tre lunghi. L’Olimpia parte da subito con Melli, Davies e Ricci per provare a forzare i cambi difensivi e attaccare sfruttando i vantaggi fisici.
L’Olimpia ottiene vantaggi da questa situazione solo nei primi minuti. Quando l’Alba si è adeguata difensivamente, riempiendo l’area, è finita la partita offensiva di Milano come concetto di attacco di squadra.
Thiemann e la lettura dei cambi
Uno degli aspetti principali della vittoria dell’Alba è stata la capacità di creare vantaggi dalle situazioni di post, in particolare con Thiemann. I padroni di casa hanno giocato volutamente contro i cambi difensivi di Milano, andando a isolare l’accoppiamento tra il giocatore tedesco e Hall. Sia per affaticare l’esterno di Milano facendolo lavorare in difesa, sia per sfruttare i vantaggi offensivi che questo accoppiamento poteva generare.
Devon, solitamente un buon difensore sui cambi, è stato costretto a battagliare per 40 minuti con gente più grossa di lui, perdendo in lucidità a livello di regia.
Produzione degli esterni
Lo 17 punti, Smith 16. Basterebbero le cifre degli esterni per spiegare dove l’Alba ha vinto la partita. La mancata pressione sulla palla di Milano ha permesso alla squadra di tedesca di non pagare i mismatch difensivi che aveva nello slot di 3, 4 e 5 e di sfruttare il suo quintetto con un esterno in più per attaccare meglio la difesa dell’Olimpia.
La produzione offensiva dei due già citati più la gestione di Blatt hanno messo a nudo i numerosi errori difensivi della squadra di Messina.
Difesa Alba
Nonostante l’attacco di Milano sia stato molto spuntato, la difesa berlinese si è dimostrata molto attenta a livello di sistema, ma attaccabile a livello individuale. I 16 punti di Lawawu-Cabarrot sono la dimostrazione di come fosse molto vulnerabile sul primo passo ma allo stesso tempo come la squadra ospite non avesse un esterno con il passo per poterla attaccare.
La mancanza di un creatore di vantaggi palla in mano nelle file di Milano ha permesso a Gonzalez di poter fare show forte sulla palla senza pagare grossi scompensi. Ha potuto assorbire la produzione del francese nelle situazioni di 1 vs 1 perché alla lunga avrebbero dato più palle perse che produzione offensiva per Milano.
Doveroso notare come comunque abbiano lavorato molto bene sulle uscite di Baron, cambiando sempre sui blocchi per liberare l’ex giocatore dello Zenit. Scelta fatta per togliere il tiro e costringerlo a dover mettere palla a terra e dover creare dal palleggio. Accettare i suoi 1 vs 1 ma togliere i suoi tiri in ritmo.
L’Alba Berlino ha dimostrato come, nonostante sia in fondo alla classifica, sia una squadra ben allenata. I limiti di talento ci sono, ma danno sempre l’idea di avere un piano partita per provare a essere competitivi tutte le sere. I berlinesi non si battono da soli, come d’altronde nessuna squadra di Eurolega.