Post Zenit San Pietroburgo – Olimpia MIlano: La reazione c’è, la vittoria no.

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Milano subisce la seconda sconfitta consecutiva in Eurolega sul campo dello Zenit San Pietroburgo. Partita dove le difese hanno prevalso sugli attacchi, concedendo pochissima transizione e costringendo gli avversari di turno a soluzioni complesse per fare canestro. La vittoria dello Zenit è nei dettagli, soprattutto nel punire alcuni accoppiamenti d’emergenza nel finale di Milano. Sia nelle situazioni di transizione (Ricci su Baron), sia dalle situazioni di rimbalzo offensivo (Gudaitis).

Reazione

Milano era chiamata a una reazione dopo il pesante ko di mercoledì sera. La risposta c’è stata, la squadra ha risposto colpo su colpo a un’ottima compagine come lo Zenit e ha mancato la vittoria di poco. Ovviamente perdere non fa piacere a nessuno, l’Olimpia però potrebbe aver trovato risposte positive da Grant e da Ricci.

Grant

Normalmente una partita da 0 punti è legata a serate negative. E la sera offensiva del nipote di Horace rimane negativa. Nella sostanza è la migliore prestazione dell’esterno milanese da quando è a arrivato in casa Olimpia. Niente di trascendentale e niente che indichi che sia fuori dal tunnel, oggi ha il merito di dare una grossa mano alla difesa di Milano nel mettersi in partita. Ottima pressione sulla palla, soprattutto sulle piste di Loyd e ottimo lavoro sui blocchi. Insieme a Hall, uno dei motivi per cui Milano rimane in scia per tutti i 40′.

Messina e rotazioni

Le rotazioni di Messina questa sera faranno discutere. Normale chiedersi il perchè dell’N/E di Daniels, dei soli 6′ di Tarczewski o del basso utilizzo di Datome. Possiamo dare una chiave di letture sulla base di quello che ha detto la partita: Hall e Grant hanno dato un grande equilibrio difensivo, permettendo di nascondere meglio Rodriguez. Tre esterni che funzionavano e che probabilmente l’allenatore di Milano ha scelto come quelli giusti per vincere la partita.
I 31′ dello spagnolo, uniti ai problemi di falli di Melli, hanno impedito a Messina di inserire Datome (un altro difensore rivedibile sulla palla) e di provare Daniels.

Zenit

La squadra di Pasqual è la dimostrazione di come un buon sistema difensivo può sopperire alle carenze dei singoli difensori. Rispetto all’anno scorso, presi singolarmente, il roster russo presenta meno difensori di livello. Il campo però sta dicendo come in realtà lo Zenit sia una squadra che vince soprattutto dietro le sue partite. Esterni come Loyd, Frankamp, Karasev e Baron hanno la capacità di tenere l’1 vs 1 quel tanto che basta per permettere alla seconda linea difensiva di aiutare. Gudaitis e Poytrhess perfettamente alternati a seconda delle scelte difensive.

Mickey e Gudaitis

Pascual ha risolto l’assenza di un quattro di ruolo, oltre a Kuzminskas, utilizzando Mickey. Sfrutta la sua capacità di attaccare dal palleggio per allargare il campo e dare modo a Gudaitis e Poythress di avere sempre l’area aperta.
Il centro lituano è uno dei motivi per cui lo Zenit esce vincitore dalla sfida. Il suo lavoro a rimbalzo ha costretto Milano a doversi spesso accoppiare in emergenza, generando di fatto molti possessi decisivi nel finale. Il grande lavoro del lituano oggi passa da qui e dalla sua vittoria nel duello diretto con Hines.
In generale è un giocatore diverso da quello che si ricorda a Milano. Il brutto infortunio lo ha inevitabilmente privato di quella grande mobilità laterale che lo contraddistingueva anni fa, rendendolo molto attaccabile sui pick and roll. È diventato un centro prettamente offensivo, mantenendo la capacità di crearsi sempre un tiro nel traffico e di assorbire il contatto in entrata. Perfettamente alternato a Poythress.

 

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