ATTACCO
Sgombriamo subito il campo dai dubbi: in nessun momento della partita Weber sarà il giocatore di riferimento per l’attacco. Nella gran parte del corposo minutaggio che Priftis gli garantirà sarà probabilmente il portatore di palla primario, l’iniziatore dei giochi di Reggio, ma questo sarà l’espediente principale per non renderlo un giocatore avulso dalla manovra. Nell’attacco a metà campo le limitazioni fisiche e tecniche ci sono, è inutile negarlo: non è un tiratore naturale (0.7 tiri catch&shoot in media in BSL), si muove poco lungo l’arco sul lato debole, garantendo poche spaziature orizzontali e altrettante linee di passaggio per il drive&kick dei penetratori; Weber è una minaccia risibile se coinvolto come bloccante, dato il tonnellaggio da pesi welter, e a rimbalzo offensivo non è un fattore. La soluzione è, di conseguenza, coinvolgerlo nella gestione della palla.
A livello di creazione per gli altri, Weber è una guardia tecnicamente ordinata, che non spicca né per visioni né per capacità tecniche da palleggiatore o passatore ma che, dotato di una spiccata conoscenza della pallacanestro, è un buon reactionary passer. Non genera vantaggio ma è abile a sfruttare gli errori della difesa. Nel computo totale delle azioni offensive a metà campo, la media totale dei punti generati dalla gestione di Weber al Büyükçekmece è 0.927 PPP, oggettivamente troppo poco per essere persino la seconda/terza opzione offensiva della squadra.
Come in ogni componente del suo gioco, l’intensità e un pace più elevato possono aiutare a “mascherare” i limiti che una circolazione più ragionata portano con sé: se a difesa schierata la tendenza a chiudere troppo presto il palleggio e l’eccessiva esitazione nel concludere oltre l’arco se battezzato lo relegano a un ruolo secondario nei set offensivi, in campo aperto il discorso è diverso. Talvolta Weber “esagera”, cercando soluzioni spettacolari dettate dalla frenesia, ma nella maggior parte dei casi la combinazione tra una maggior rapidità e l’intangibile componente emotiva che porta con sé sul parquet lo rendono una guardia capace di innalzare il tasso di agonismo di tutta la squadra. Un dato che balza all’occhio è la differenza tra Assist/Turnover Ratio di Weber nell’ultima BSL e quella a metà campo nello stesso campionato: in transizione è 2.07, a metà campo è 1.13.
Senza Jamar Smith in campo, è facile immaginare come il numero di P&R giocati da Reggio cali sensibilmente e sia maggiormente distribuito: Brianté Weber non è il tipo di guardia per cui si vorrebbe sfruttare con costanza per generare attacco con un blocco sulla palla. Le soluzioni di Weber sono estemporanee, affidate in gran parte a jumper contestati o scarichi prevedibili su lato forte, senza aver attirato aiuti profondi da parte della difesa. Il ferro, così ricercato ed esplorato nelle soluzioni in transizione, è per Weber una vetta assai più ardua da raggiungere: a maggior ragione se contestate, il volume e l’efficienza delle conclusioni nel pitturato sono estremamente esigui.
In Turchia Weber ha gestito da handler in media 4.5 possessi a partita, con una conversione di 0.942 PPP, calati a 0.787 PPP se esclusi i P&R conclusi con lo scarico sul perimetro: non esattamente volumi altisonanti. La scelta è però consapevole: evitare il contatto vicino a canestro è un’opzione tutt’altro che casuale o dettata dalla paura, ma Brianté lo fa per massimizzare le qualità che lo rendono un giocatore di clamorosa influenza nell’altra metà campo, dove senza le energie “risparmiate” in attacco non avrebbe lo stesso impatto.