DIFESA
Il cambiamento climatico sta rendendo il clima, anche alle nostre latitudini, sempre più umido: si ha sempre la sensazione di essere appiccicosi, di essere coperti da qualcosa che non ci appartiene e vorremmo scacciare via. Questa percezione è la stessa di ogni cestista che sia stato difeso da Weber: Brianté sa essere carta moschicida e zanzara contemporaneamente, un elemento di fastidio perennemente nei pressi della sfera. La difesa sul punto d’attacco è la principale ragione per cui il 31enne di Chesapeake è ancora un giocatore professionista: tra la linea di metà campo e il proprio tiro libero gli atleti migliori del prodotto di VCU nel panorama europeo per intensità ed effort si contano sulle dita di una mano.
Nella lega turca Brianté ha concesso 0.898 PPP ogni possesso agli avversari da lui marcati: non è tanto il 49° percentile totale a spiccare, quanto i 10.7 possessi di media, che lo fanno il giocatore più coinvolto in difesa del campionato. Weber non è un difensore dai 28 metri, anche perché l’indole alla ricerca della rubata espone talvolta la propria squadra a gestire un 5vs4 a metà campo e il fisico esile non costituisce un disturbo tangibile nel contestare i layup o contendere un rimbalzo, ma lungo l’arco è in grado di far passare dei brutti quarti d’ora alle guardie avversarie. Nei P&R nei quali è coinvolto come difensore dell’handler, Weber concede la miseria di 0.66 PPP (80° percentile della BSL 2022/2023).
Weber non è solo capace di far sudare ogni singolo palleggio al proprio marcatore se fatto fronte a canestro (in post è un possibile target, ma nel caso starà a Priftis e al suo staff “nasconderlo”), ma anche off ball sa essere un incubo: elettrico sulle traiettorie quando si trova a un passaggio di distanza dalla palla, la struttura esile ma longilinea gli permette di rimanere incollato al proprio marcatore su qualsiasi uscita. Evitare di mandare in rotazione la difesa o innescare la catena di switch sulle situazioni di blocchi lontano dalla palla (stagger, pin down, Iverson) è un plus fondamentale per mantenere più alti possibile i giri della difesa: non sarà raro vederlo dirottato su un tiratore di striscia avversario e non permettergli di creare nessuna separazione, verticale o orizzontale, in situazioni di catch&shoot.
L’aggressività e l’intensità di Weber possono raramente ritorcersi contro: sbilanciandosi alla ricerca della rubata, la difesa di Reggio Emilia si troverà in inferiorità numerica, alla quale la stazza del resto del roster di Priftis dovrà porre rimedio. Una delle giocate più iconiche di Weber è il raddoppio da lato cieco su una situazione di post-up: Brianté abbandona il proprio uomo per cogliere di sorpresa il portatore, fiutando la palla a prescindere dallo schema avversario e trovando i suoi stessi compagni impreparati ai raddoppi “random”. Prendere o lasciare: Reggio Emilia, nel dubbio, ha preso e prenderà. I riconoscimenti individuali parlano per lui: All-CAA Defensive Team (2012), 3x All-Atlantic 10 Defensive Team (2013-2015) e 3x All-Atlantic 10 DPOY (2013-2015), leader stagionale per palle rubate in NCAA (2014), 2x All-NBA D-League Defensive Team (2017-2018), BSL Defensive Player Of the Year (2023). Serve altro?